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  • Giusto schierare de Vrij! Lotito attacca l'Inter ma ci rimettono solo i tifosi

    Giusto schierare de Vrij! Lotito attacca l'Inter ma ci rimettono solo i tifosi

    • Antonio Martines
    E' stato un addio decisamente strano e malinconico quello di de Vrij alla Lazio, un addio che l'olandese non meritava assolutamente e che ha macchiato in modo ingiusto la sua esperienza a Roma. Quello sguardo lungo e profondo proiettato verso la curva nord all'inizio dell'ultima decisiva partita dello scorso campionato contro l'Inter e quelle lacrime amare alla fine della stessa, possono rappresentare l'estrema sintesi delle 4 stagioni in biancoceleste, concentrate nell'arco di soli novanta minuti, durante i quali il centrale olandese ha sfoderato una gara attenta, precisa e impeccabile, fino a quel maledetto fallo su Icardi, che è costato un rigore pesantissimo e la lesione decisiva che ha portato al crollo dell'intera architettura della stagione laziale. La sua disperazione dopo la sostituzione era evidente a tutti, e deve essere stato pesantissimo per de Vrij sentire il contrasto che aveva scatenato, in quella che nell'esatto istante in cui si era seduto in panchina, era già diventata la sua ex tifoseria. Applausi scroscianti che si mischiavano in modo innaturale a fischi impietosi, acqua e olio all'interno di una tifoseria che si era già spaccata in due, tra chi aveva capito il suo momento terribile - ma che comunque lo ringraziava - e chi invece era preso dall'enorme delusione per l'obiettivo sfumato a pochi metri dal traguardo e la rabbia cieca nei suoi confronti e quel fallo cosi assurdo e fuori contesto, soprattutto in una gara che fino a quel momento era stata ottima. 

    Un tourbillon di emozioni e contrasti che ha lasciato frastornati tutti: i laziali, gli interisti e soprattutto il giocatore, che se da una parte era evidentemente sotto choc per il danno enorme che aveva appena causato, dall'altra viveva anche il paradosso di aver favorito il suo futuro personale, dato che proprio grazie a quell'errore, l'anno prossimo avrebbe giocato finalmente in Champions League. E dire che il giocatore, alla vigilia della gara aveva fatto intendere alla società di non essere tranquillo e di non avere una gran voglia prendere parte a quell'ultimo maledetto match, e certi presentimenti vanno sempre ascoltati, soprattutto quando la posta in palio è cosi alta, è proprio in occasioni come queste, quando si gioca un'intera stagione in soli novanta minuti, che bisogna avere il coraggio di ragionare con la pancia. La Lazio invece, ha scelto la via più “logica” e alla fine ha deciso comunque di schierarlo, infischiandosene del fatto che il suo giocatore avrebbe disputato non solo una semplice partita, ma un vero e proprio crocevia della propria carriera, nel quale si intersecavano in modo beffardo ed estremamente pericoloso, il passato e il futuro della sua vita professionale, e il risultato è stato che a farne le spese è stato solo il presente della sua esperienza laziale che però si stava ormai esaurendo in quei novanta minuti finali, che da una parte lo hanno condannato ma dall'altra lo hanno anche promosso. 

    Per i tifosi biancocelesti rimane solo e soprattutto l'amaro in bocca per quella che poteva essere un'annata bellissima, e che invece si è tramutata in un'enorme delusione, a causa di un vero e proprio blackout, il secondo dopo quello già vissuto contro il Salisburgo in Europa League. Due enormi buchi neri che da soli sono bastati ad inghiottire l'intera galassia stagionale della Lazio, che pure fino a quei due momenti era stata costellata da ottimi risultati. In tutto ciò poi, non poteva mancare la firma di Lotito, che ha trovato il modo di domare questa tremenda delusione con la facile polemica che da mesi si era innescata nei confronti dell'Inter, accusando la società nerazzurra di mancanza di garbo e rispetto nei confronti del giocatore, che evidentemente – a suo dire – è andato in difficoltà psicologica a causa dell'indelicata vicenda legata al alla notizia uscita anzitempo del suo trasferimento in nerazzurro. Una mossa quella del presidente Lotito, che se da una parte può essere comprensibile, dall'altra però non dovrebbe essere minimamente accettata, né da parte dei suoi tifosi né da parte dell'Inter, che dal canto suo non può essere accusata proprio di nulla, visto che in casi come questi non esiste “un'etichetta” come vorrebbe dare ad intendere il presidente biancoceleste. Alla fine rimane la netta sensazione che in questa vicenda, gli unici ad averci veramente rimesso siano stati i tifosi laziali, che in un colpo solo hanno perso un ottimo centrale, la prossima Championsleague, ma soprattutto quel definitivo salto di qualità che sotto la presidenza Lotito, sembra poter arrivare da un momento all'altro, ma che poi alla resa dei conti non arriva mai.

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