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  • Dalla 'cura Tudor' ai cinque rigori al Bologna: ecco i segnali della salvezza, per l'Empoli è dura

    Dalla 'cura Tudor' ai cinque rigori al Bologna: ecco i segnali della salvezza, per l'Empoli è dura

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi

    Anche quest’anno, la zona retrocessione si è arroventata nel finale. Molti indicano in Bologna o Empoli la terza candidata alla Serie B, oltre al Chievo già compromesso e al Frosinone quasi compromesso nonostante la recente vittoria al Franchi con cui ha fatto esplodere la Fiorentina. In realtà, la classifica e il calendario suggeriscono di allargare la lotta per non finire in B anche a Genoa, Parma, Udinese e Spal.

       

    SITUAZIONE E CALENDARIO. La classifica, a 7 giornate dalla fine, è la seguente: Chievo 11 punti, Frosinone 23, Empoli 28, Bologna 30, Spal 32, Udinese 32 (con una partita in meno, da giocare all’Olimpico contro la Lazio), Parma 34 e Genoa 34. I prossimi scontri diretti avranno un peso decisivo. Vediamoli. Empoli-Spal sabato 20 aprile (all’andata 2-2), Bologna-Empoli sabato 27 (all’andata 2-1 per i toscani), Spal-Genoa domenica 28 (all’andata 1-1), Bologna-Parma e Frosinone-Udinese sabato 11 maggio (all’andata 0-0 al Tardini e 1-1 al Friuli), Udinese-Spal sabato 18 (all’andata 0-0). Può darsi comunque che da qui al giorno della sfida, lo scontro diretto non sia più tale, magari qualcuno si è già salvato e qualcun altro già retrocesso.

       

    LA CONDIZIONE. Se escludiamo il Chievo per la posizione di classifica e i punti conquistati finora (in ogni caso anche i veronesi a Bologna hanno dato segnali di vitalità) non c’è in questo gruppo una squadra cotta. L’arrivo di Prandelli, Mihajlovic e Tudor ha rivitalizzato Genoa, Bologna e Udinese, il Frosinone ha realizzato il più bel colpo del suo campionato vincendo a Firenze, quanto all’Empoli il ritorno di Andreazzoli ha migliorato il gioco ma non ha risolto (non poteva risolverlo) il problema più evidente: la difesa scarsa. Resta la Spal che si affida alla guida ferma di Semplici ed è l’unica squadra, in questo gruppo, a non aver cambiato il tecnico. Giustamente.

       

    I SEGNALI. In questa fase di campionato stanno arrivando alcuni segnali che, se letti in un certo modo, fanno ben sperare Bologna, Udinese e Genoa. Prendiamo i genoani: battono 2-0 la Juve, mai sconfitta fino a quel giorno, poi vanno a Udine, perdono lo scontro diretto e fanno scoppiare lo spogliatoio; subito dopo arriva l’Inter a Marassi e ne fa quattro passeggiando. Sembra l’inizio della fine anche perché nella partita successiva il Genoa è atteso dal Napoli al San Paolo, dove Sturaro viene espulso dopo mezz’ora sullo 0-0. Segna Mertens e anche quello appare come l’avvio di un’altra disfatta. Invece pareggia Lazovic nel recupero del primo tempo e in 10 resiste fino alla fine.


    Prendiamo il Bologna. Mattia Destro non segnava dal 2 ottobre contro l’Inter e quello era stato l’unico gol del suo campionato, Mihajlovic lo mette all’inizio del recupero sul 2-2 contro il Sassuolo che ha pareggiato al 90'. Alla prima palla, su angolo, Destro segna di testa il 3-2 e il Bologna vince. Bologna che fino alla 26esima giornata non aveva ricevuto un calcio di rigore a favore e nelle ultime cinque giornate ne ha avuti cinque, tutti realizzati da Pulgar. Contro il Chievo, lasciando da parte la polemica di Di Carlo («non erano rigori ma tuffi in piscina»), ha beneficiato di due rigori nel giro di 4 minuti scarsi. In quella partita, c’erano sei diffidati rossoblù e l’unica ammonizione l’ha presa Lyanco, non diffidato. Sull’altro versante, 8 gialli, uno doppio per l’espulsione di Bani.

    Prendiamo l’Udinese. Va due volte sotto in casa contro l’Empoli, che riprende e rimonta nel finale del primo tempo. Il discorso, rovesciato, vale anche per lo stesso Empoli, l’unica squadra che non deve leggere questi segnali ma ribaltarli.


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