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  • Il Barcellona e l'occhio indiscreto della tv...

    Il Barcellona e l'occhio indiscreto della tv...

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Un occhio sempre più indiscreto. La Liga si è messa alle spalle l'ennesimo Clasico e le relative indicazioni, scaturite dalla vittoria (2-0) con sorpasso realizzata dal Real Madrid ai danni del Barcellona. Ma nei giorni successivi al match del Bernabeu tengono banco le immagini carpite dalla telecamera fissa sulla panchina della squadra blaugrana.

    Esse hanno messo in mostra le dinamiche innescate durante la gara intorno a quei pochi metri quadrati. Cose note a chi è solito abitare quello spazio, ma che esibite al pubblico hanno acquisito ben altro significato. Perché ciò che appare normale dentro quel microcosmo e nel pieno della trance agonistica di gara rischia di risultare abnorme all'osservatore esterno. E di creare bizzarri di motivi di polemica. Ciò che infine ripropone una volta di più il quesito: fino a che punto possiamo lasciare libertà di manovra alle ambizioni panottiche della tv?

    Per comprendere il senso dell'interrogativo bisogna guardare al contenuto di quelle immagini e ai motivi per cui hanno suscitato dibattito e qualche sconcerto. Le telecamere del programma “#vamos”, emesso da Movistar, hanno ritratto il debordante protagonismo  di Eder Sarabia, il secondo del tecnico blaugrana Quique Setién (QUI). Dal modo di atteggiarsi, dare disposizioni e esprimere commenti pareva che il vero allenatore del Barça fosse il vice anziché il titolare.

    In particolare hanno destato scalpore i commenti piuttosto franchi di Sarabia, decodificati attraverso la lettura del labiale. Essi riguardavano considerazioni sia sul comportamento tattico della squadra che sulle performance dei giocatori. E tutto quanto avveniva mentre Quique Setién mostrava un atteggiamento piuttosto distaccato.

    ​Questo contrasto di caratteri, che pare segnare anche un capovolgimento di ruoli e gerarchie, ha dato da discutere ai media spagnoli nei giorni successivi alla gara. Sono state espresse ironie e perplessità.

    E invece noi siamo perplessi sulla discussione. In fondo, cosa c'è di così strano in quelle immagini? Ogni staff tecnico ha un capo che è l'allenatore, il quale a sua volta può assumere stili diversi di leadership nella gestione del suo gruppo di collaboratori e nella libertà assegnata a ciascuno. E poiché la casistica è vasta, essa può ospitare anche casi in cui i secondi siano più esplicitamente “vocali” del leader, che invece fa del distacco un elemento essenziale del proprio stile di governo del gruppo.

    E quanto al “parlare esplicito”, sembra davvero che si stia esagerando la portata della vicenda. Durante la gara, in panchina, si può dire anche peggio di ciò che è stato decodificato dal labiale di Sarabia. E lo si dice in modo aperto, in situazioni di forte emotività.

    Estrapolare quel “parlato” dal suo contesto significa snaturarne totalmente il senso. E crearci sopra una polemica esagerata. Tutto quanto per dimostrare una volta di più che il mezzo televisivo è capace di offrirci segmenti sempre più minuziosi dell'evento. Ma servono davvero? E fino a quale grado di minuzia può spingersi l'agire del mezzo televisivo?

     

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