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  • Il 'Gabibbo Giallo' compie 80 anni: vulcanico e pittoresco, Spinelli è il presidente più longevo tra Serie A e B

    Il 'Gabibbo Giallo' compie 80 anni: vulcanico e pittoresco, Spinelli è il presidente più longevo tra Serie A e B

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Vulcanico, istrionico, accentratore. Pittoresco, superstizioso, come quando indossava sempre un impermeabile color canarino e i detrattori lo chiamavano il «Gabibbo Giallo»; spesso contestato dai suoi tifosi, ieri del Genoa e oggi del Livorno, per il suo «braccino corto». Di scorza dura, principe del «me ne vado, anzi resto»; intuitivo come pochi, presidente di quelli che si intrufolano nelle questioni dello spogliatoio, come no. Basti ricordare le sue celebri litigate con gli allenatori o di quando, non molto tempo fa, si presentò a Tirrenia con le bilance per pesare i giocatori, secondo lui decisamente sovrappeso. Eppure: ha sempre rispettato i suoi dipendenti, non sentirete mai nessuno di questi parlare male di Aldo Spinelli. Mai un bilancio in rosso, mai gestioni societarie improvvisate, tutt’altro: prima col Genoa e poi col Livorno, tra inevitabili saliscendi di categoria, Spinelli ha sempre mantenuto la barra dritta.

    Grande navigatore dei mari agitati del calcio da tempo immemore: era il 1985 quando rilevò il Genoa da Luigi Fossati, pagandolo 10 miliardi di vecchie lire. Da allora sono passati 35 anni, da tanto è in carica Aldo Spinelli, che oggi 4 gennaio compie 80 anni e può fregiarsi del titolo di presidente più longevo della A e della B, superstite di un calcio che non esiste più. Di origini calabresi (è nato a Palmi), tifoso genoano con fede mai rinnegata, Spinelli deve la sua fortuna al trasporto su strada e ai servizi terminali portuali, un affare di famiglia che segue da decenni. L'azienda fu fondata nel 1963 quando Aldo era poco più che ventenne, oggi nel solco del capitano d’industria c’è il figlio Roberto, ma all’inizio del destino c’è il padre di Aldo, Roberto pure lui, nostromo, morto a 48 anni nel naufragio della nave Bonitos al largo della Virginia, insieme ad altri 22 marinai.

    Il suo percorso calcistico è ristretto a due città, Genova e Livorno, sempre con il mare negli occhi. E’ con Aldo Spinelli che il Genoa - presieduto per 13 anni - vive il suo momento d’oro, almeno se si fa riferimento dal dopoguerra in avanti. All’inizio degli anni ’90 il Grifone rispolvera antichi fasti. Nella memoria resta il 4° posto della stagione 1990-91, con la soddisfazione massima della vittoria all’ultima giornata, un 2-0 che nega l’Europa alla Juve di Maifredi. E’ la squadra di Ruotolo ed Eranio, di Branco e Bortolazzi, con Pato Aguilera e Thomas Skhuravi a formare una delle coppie-gol più micidiali di quelle stagioni. Nella stagione successiva il film che si srotola è quello della cavalcata in Coppa Uefa, con il Genoa che arriva in semifinale dopo aver superato il Liverpool, in due partite che resteranno nella storia. La squadra rossoblù guidata da Osvaldo Bagnoli sarà la prima italiana a sbancare Anfield Road. Nel 1999 rileva il Livorno in Serie C per poco meno di 6 miliardi di lire. Lo riporterà in Serie A a cinquantacinque anni dall’ultima volta e - per la prima volta nella storia - centrerà pure la qualificazione in Europa League, pur grazie ad una classifica riscritta nell’anno delle sentenze post-Calciopoli. 

    In 35 anni di presidenza ha avuto alle sue dipendenze una trentina di allenatori, da Burgnich (il primo al Genoa) a Simoni, da Scoglio a Bagnoli, e poi a Livorno, da Mazzarri a Donadoni fino a Mazzone. I suoi giocatori simbolo sono stati Torrente e Ruotolo al Genoa, Lucarelli al Livorno, ma ha avuto una predilezione anche per Diamanti, il suo personalissimo genio nella lampada. Della vecchia guardia, dei presidenti della sua generazione, sono rimasti in pochi. Berlusconi - che prese il Milan un anno dopo il suo acquisto del Genoa - si è inventato una second-life al Monza; Zamparini ha ormai abdicato. Oggi il Livorno - affidato da poco a Paolo Tramezzani - naviga in cattive acque, ultimo in Serie B; stessa posizione occupata dal suo amato Genoa, che proprio in questi giorni ha chiamato in panchina un uomo - Davide Nicola - a cui lui è molto legato (l’ha avuto sia come giocatore al Genoa che come allenatore a Livorno). Giorni complicati, ma Spinelli non molla. Fiero, orgoglioso, impermeabile allo stress e avvezzo a ogni sorta di trasformazione; Aldo Spinelli è un tassello irrinunciabile in quella grande e variegata foto di gruppo che rappresenta il calcio italiano da ormai 35 anni.

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