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  • Il Napoli si libera del fantasma Juve: Ancelotti deve vincere l'Europa League

    Il Napoli si libera del fantasma Juve: Ancelotti deve vincere l'Europa League

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Tira un bel sospiro di sollievo il Napoli, che nella notte calda del San Paolo si libera del fantasma spietato della Juve e mette un piede nei quarti dell’Europa League. Una notte di tranquilla vittoria, se si vuole. Ed era proprio questo che il Napoli cercava insieme a un risultato che, certo, non può dare certezze, ma rassicurazioni sì in vista della gara di ritorno. 

    Infatti, ha lo sguardo dei momenti importanti e decisivi, Ancelotti, quando mette piede in campo. Logico: sa bene che con questa Europa League si gioca tutto. Legato a questa Coppa, infatti, il  giudizio d’una stagione intera che, sa bene l’allenatore azzurro, non può ridursi a baci e abbracci senza portare niente a casa. Contro il Salisburgo cerca un calcio assai concreto, il Napoli. Meno ricami e più la velocità. Soprattutto, Ancelotti va a caccia di spazi dalla trequarti in su, visto che i giovanotti austriaci di qualità ne hanno, ma là dietro concedono parecchio. Di qui, forse, la scelta di tenere fuori Insigne e far fare a Mertens la dama di compagnia del centravanti. Certo, la cosa fa discutere, meraviglia pure, ma, si sa, ad Ancelotti  non mancano mai idee che a prima vista rischiano d’apparire strane.  E infatti in avvio la cosa mette anche un po’ di preoccupazione al San Paolo tornato abbastanza ad affollarsi. Preoccupazione perché Marco Rose, il coach del Salisburgo, raccomanda ai suoi di rubare agli azzurri ogni iniziativa: pressing altissimo, rapidità, occupazione degli spazi: questa la ricetta austriaca per creare problemi ad Ancelotti e ai suoi. E così vanno le cose per cinque minuti. Quando prima Wolf e poi Dabbur svegliano Meret che, comunque, se la cava senza sofferenze. 

    Però poi la partita cambia. Nel senso che finalmente il Napoli la smette di sbagliare tempi e spazi delle uscite e conquista il centrocampo. Comincia a giocare, insomma, e per il Salisburgo sono subito dolori. Troppo “cortese”, infatti, la difesa austriaca per non patire le verticalizzazioni degli azzurri e i movimenti ora da trequartista ora da seconda punta del signorino Mertens tornato titolare. Per dirla tutta, fa l’Insigne, Dries. E accentrandosi, trova la verticale giusta per Milik (10’) che mete a sedere anche il portiere e mette in porta per la prima volta quest’anno nelle coppe.  Dieci minuti e Napoli in vantaggio. E tutto questo nonostante non funzionino a dovere né Hjsay né Mario Rui. Ma basta un  Napoli imperfetto (anche in Maksimovic e Koulibaly entrambi ammoniti e costretti a saltare la partita di ritorno) per mettere in riga un’altra volta il Salisburgo. Stavolta (18’), su invito di Callejon capitano di giornata, è Fabian che   dal limite libera a volo il suo sinistro e non perdona Walke. Il quale, ad essere onesti sino in fondo, su questo secondo gol ci mette anche del suo. Comunque sia, c’è e si vede la differenza tra le due squadre in campo. La differenza di valori. Soprattutto a centrocampo, dove Schlager e Samassekou non reggono il confronto con i ragionatori diu Ancelotti.  Cosicchè c’è tutto il due a zero con il quale si chiude un primo tempo nobilitato da due gol e poi poc’altro.

    Insomma, non è una gran bella partita, ma tant’è. Subito più vivace, invece, la ripresa. Con Meret che deve rimediare su Dabbur mentre la sua difesa sembra addormentata, e poi con Mertens, il quale (52’) ha la palla giusta per far festa, ma tira come proprio non deve e spreca l’occasione. Ma il Napoli non deve aspettare troppo per sentirsi ancora più tranquillo e più sicuro. Succede quando (58’) Mario Rui finalmente mette un cross in area di rigore e il povero Onguene, finito tra Mertens e Milik altro non sa fare che fare gol di testa nella propria porta. Praticamente la partita vera finisce proprio qui. Il resto, non molto, in verità, si raccoglie in un palo esterno di Guilbrandsen (24’), prima e dopo, nell’inutile ricerca del poker per gli azzurri. In quali ci vanno assai vicino con Callejon, ma Ramalho salva sulla riga; con Milik che di testa non vede la porta; poi ancora col polacco che manda appena fuori (30’), quando Diawara ha dato il cambio a Zielinski e Insigne a Mertens. Tutta qui Napoli Salisburgo. Non è tanto, ma neanche poco. Del resto, quello che il Napoli voleva se l’è messo in tasca. E per il ritorno il tre a zero è una gran bella assicurazione. Soprattutto se in porta c’è Meret, che proprio alla finNapoli-Salisburgo 3-0 (primo tempo 2-0)

    IL TABELLINO

    Marcatori: 10' pt Milik, 18' pt Fabian, 13' st aut. Onguene

    Assist: 10' pt Mertens, 18' pt Callejon

    NAPOLI (4-4-2): Meret, Hysaj, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Fabiàn, Zielinski (20' st Diawara); Milik (36' st Ounas), Mertens (26' st Insigne). A disp: Ospina, Chiriches, Malcuit, Ghoulam.All.: Ancelotti

    SALISBURGO (4-3-1-2): Walke; Lainer, Ramalho, Onguene, Ulmer; Schlager, Samassekou, Jununzovic (17' st Mwepu); Wolf; Daka (17' st Gulbrandsen), Dabbur (31' st Minamino). A disp: Stankvoci, Vallci, Szoboszlai, Haaland. All. Rose

    Arbitro: Kulbakov (BLR)

    Ammoniti: 28' pt Koulibaly, 9' st Schlager, 36' st Maksimovic, 40' st Ounas
     

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