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  • Il pressing estremo dello Spezia di Italiano: ecco perché ha umiliato il Milan

    Il pressing estremo dello Spezia di Italiano: ecco perché ha umiliato il Milan

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Il pareggio con la Dea, la vittoria col Napoli, quella clamorosa con la Roma in Coppa Italia, il 4-3 in campionato ancora con i giallorossi (sconfitta che ha fatto comunque rumore), ma soprattutto gli ultimi due successi contro Sassuolo e Milan hanno acceso il nostro interesse sullo Spezia di Italiano. Perché gli Aquilotti stanno mettendo in difficoltà le squadre di prima fascia? Cosa li rende così ‘scomodi’ per gli avversari? Quella del Milan all’Alberto Picco è stata solo una serata storta o questa è soltanto la solita versione risentita della big presa a bastonate? La verità è che incontrare adesso lo Spezia di Italiano è un bel grattacapo per chiunque. Scopriamo insieme il perché.  

    COME PRESSA LO SPEZIA! - I liguri giocano bene, anche se col pallone non fanno cose eclatanti o mai viste. La rosa è molto ben costruita, varia e profonda, interessantissima sotto molti punti di vista. Basti pensare al reparto d’attacco composto da un trio di centravanti ‘fisici’ (Nzola, Galabinov e il giovane Piccoli) che vanno a mescolarsi alla velocità di Gyasi, alla rapidità estrosa di giocatori come Agudelo (da tre partite falso nove), Farias, Verde, o alla classe più posata e riflessiva dell’ultimo arrivato, il nomade Saponara. Tuttavia, ciò che rende unica attualmente la squadra di Italiano non è tanto la fase con la palla, che pure meriterebbe un approfondimento, bensì il pressing estremo cui sottopone gli avversari. Prendiamo ad esempio la partita col Milan. 

    Il pressing estremo dello Spezia di Italiano: ecco perché ha umiliato il Milan

    Sulla rimessa dal fondo dei rossoneri colpisce subito la disposizione di alcune pedine del 4-3-3 di Italiano. Anche se nelle ultime due gare il tecnico spezzino ha ‘alzato’ Maggiore sul centrosinistra quasi a farne una specie di attaccante aggiunto, possiamo continuare a pensarlo come una mezzala di un centrocampo molto asimmetrico. Ma guardate il vertice basso Matteo Ricci dove sta. Quando Donnarumma gioca il pallone a Kjaer, Maggiore esce forte sul centrale, Ricci va su Bennacer. E su Dalot arriva Saponara. Il Milan, forte della presenza di Ibra in attacco, ha scelto così molte volte di lanciare. Il problema è che i centrali dello Spezia, il croato Erlic e l’albanese Ismajli, sono molto aggressivi e ottimi saltatori, sicché il più delle volte il pallone tornava immediatamente agli Aquilotti.

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    NON PARLIAMO SOLO DI AGUDELO FALSO 9... -
    Ancor più impressionante la pressione estrema esercitata dallo Spezia contro il Sassuolo. Sulle rimesse dal fondo la cosa era emblematica, dal momento che i neroverdi amano attrarre nella propria area gli avversari formando una specie di pentagono attorno al dischetto. Di nuovo da sottolineare la posizione iperaggressiva (dentro la lunetta!) del vertice basso Ricci fra le due mezzali dello Spezia. Poi dovremmo aprire il capitolo Agudelo, uomo chiave delle ultime due vittorie di Italiano, da qualche tempo privo del capocannoniere Nzola (9 reti in 13 presenze). Il piccoletto colombiano oltre a sembrare instancabile, è molto reattivo: queste sue doti sono utilizzate dal tecnico di Karlsruhe per innescare spesso e volentieri la prima aggressione (o come è successo nell’azione della prima rete segnata al Milan, la riaggressione alta dopo una palla persa banalmente). Qui sotto Agudelo infatti è il primo a scagliarsi contro la palla giocata da Ferrari a Consigli (rimessa battuta dal centrale al portiere).

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    Agudelo è il giocatore che va a ‘ballare’ eventualmente sulla superiorità numerica iniziale dei neroverdi (tra Consigli e Farrari). I suoi compagni infatti sono tutti accoppiati, ognuno col proprio uomo. Il suo compito invece è doppio in un certo senso, deve oscurare la linea di passaggio per Ferrari e al contempo aggredire Consigli. Il numero uno del Sassuolo lancia, ma è un lancio diverso rispetto a quello visto sopra di Dalot. E un altro espediente tattico per risolvere il problema portato dalla squadra di Italiano. Poi alcuni continuano a dire che la nuova regola su rimessa dal fondo è fatta per agevolare la costruzione bassa. Se una squadra decide di pressare subito così forte e con così tanti uomini, giocare corto diventa praticamente impossibile.

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    ...I CENTRALI - Tra le soluzioni che il Sassuolo adotta in questi casi (vedi ad esempio contro Atalanta e Verona) c’è quella di servire direttamente i movimenti incontro di punta e trequarti. I neroverdi hanno Caputo, non Ibrahimovic. Il lancio di Consigli perciò molto spesso è solo un pallonetto sulla prima linea di pressione, tant’è vero che se c’è un varco sufficientemente ampio arriva agli attaccanti un passaggio lungo rasoterra. Ebbene, specie nel primo tempo di Sassuolo-Spezia, i due centrali spezzini Terzi e il solito Erlic sono stati incredibilmente spregiudicati. Sembrava di vedere in azione i difensori della Dea, solo che lo Spezia gioca a 4 dietro.

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    Guardate in questo frangente la posizione assurda dei due centrali di Italiano nella metà campo del Sassuolo (entrambi sopra la linea del pallone!): avevano appena seguito i movimenti incontro di Caputo e Djuricic... E quello che esce fortissimo su Boga è Vignali, il terzino destro. Ricci, il ‘vertice basso’ del centrocampo, sembra piuttosto una mezzala in questo fotogramma.

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    ...I TERZINI - Con dei centrali così baldanzosi e ‘spensierati’ servono per forza dei terzini molto in gamba. Questa immagine tratta da Spezia-Milan testimonia il lavoro di reparto (e non solo) che fa lo Spezia per supportare l’aggressività dei propri centrali. Erlic è uscito forte sul trequartista Calhanoglu, onde evitare che si giri. Da notare che Milan e Sassuolo utilizzano entrambe il 4-2-3-1, dunque pongono sempre il problema ‘trequartista’ agli avversari. Chi lo prende? Lo Spezia decide a seconda della circostanza, ma per lo più esce uno dei due centrali, e non importa fino a dove. Ed ecco la reazione dei terzini. Soprattutto se gli esterni avversari vanno sotto la punta, Bastoni e Vignali li seguono stringendo. Dalot, il terzino meno pericoloso del Milan viene praticamente ignorato benché si trovi alla stessa altezza di Hernandez. Quest’ultimo invece è seguito da Gyasi (esterno del tridente dello Spezia) con grande applicazione.

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    Tanto Vignali quanto Bastoni sono un vero spettacolo da vedere in azione. Se non ci fosse questo tipo di supporto da parte di tutti e quattro i difensori, la prima pressione di Agudelo e compagni sarebbe del tutto inutile. È l’insieme delle due cose che genera il pressing asfissiante dello Spezia. Qui sotto si vede bene la linea a quattro di Italiano completamente spezzata dalle uscite di Vignali (sulla palla) ed Erlic (sul trequarti). Il terzino non molla mai il movimento incontro dell’esterno che va dentro al campo a ricevere (in questo caso Leao).

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    BASTONI ESTREMO - Per darvi un esempio ancora più estremo di questo principio, mi rifaccio di nuovo a Sassuolo-Spezia, partita in cui è successa una cosa davvero indicativa. La palla è a Consigli, che decide, come è successo spesso nel primo tempo di quella gara, di alzarla morbida per saltare la prima pressione degli Aquilotti.

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    Traorè, a causa dell’assenza di Berardi, quel giorno giocava esterno alto a destra nel 4-2-3-1 di De Zerbi. Era dunque marcato dal terzino di sinistra dello Spezia, ovverosia Bastoni. Ebbene, un attimo prima del lancio di Consigli, Traorè e Djuricic (il trequarti) si erano incrociati, scambiandosi la posizione. Essendo Terzi (uno dei due centrali) uscito su Djuricic, e dovendo Erlic (l’altro centrale) occuparsi di Caputo di là dalla metà campo, avendo lo Spezia tutti i centrocampisti in pressione alta, saltati dal lancio di Consigli, ne conseguiva che Traorè, superando l’asse centrale del campo, potesse godere di una certa libertà in ricezione. Il lancio di Consigli mirava proprio a pescarlo in quella terra di nessuno. Se non che Bastoni lo segue anche lì, dalla parte opposta alla sua zona di competenza.

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    E in quel punto non solo non lo fa girare ma addirittura gli sradica il pallone aprendo una transizione pericolosissima per il Sassuolo. Sì, Bastoni è quello del 2-0 al Milan. Il più offensivo dei due terzini di Italiano (13 presenze, 1 gol, 4 assist).

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    UN MECCANISMO PERFETTO?- Detto ciò, questo tipo di atteggiamento difensivo dello Spezia non è esente da rischi logicamente. La stessa partita del Mapei Stadium ce lo dimostra molto bene e, anzi, molto meglio di Spezia-Milan, gara in cui i rossoneri sono stati invece letteralmente sorpresi e sopraffatti, incapaci di reagire tatticamente ai problemi posti dagli Aquilotti. I neroverdi al contrario sono riusciti a rendersi molto più pericolosi, proprio ‘giocando’ sul pressing estremo degli avversari. Ecco cosa può succedere allo Spezia quando le cose vanno per il verso sbagliato. Questa è l’azione del gol di Caputo.

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    Il Sassuolo prima attrae e ‘stressa’ la coppia di centrali dello Spezia (Caputo arriva quasi al limite della propria area seguito da Erlic, lì riceve da Consigli e fa la sponda per Ferrari), poi la punisce infilandola nel buco creatosi nel cerchio di centrocampo, dopo aver fissato l’ampiezza coi due esterni alti molto aperti. 

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    Sul tacco volante di Djuricic (la sponda per Obiang), mentre Caputo si invola verso la porta, i due centrali dello Spezia sono ormai completamente fuori posizione. E Bastoni e Vignali, per quanto bravi, non riescono a chiudere in tempo la voragine spaventosa.

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