Inter, da Icardi a Lukaku: Brozovic perde il pelo ma non il vizio
DA ICARDI A LUKAKU - Curioso che il fatto sia uscito così rapidamente e altrettanto curioso che di mezzo ci sia spesso Marcelo Brozovic, tra i dissidenti nel corso dell’era Icardi, anche se a dire il vero il croato non era l’unico a vedere di cattivo occhio la fascia da capitano sul braccio del centravanti argentino. Da Icardi a Lukaku il passo è stato breve, altro indizio sul carattere fumantino del centrocampista, che negli anni ha spesso fatto discutere per qualche atteggiamento sopra le righe. Il caso più eclatante sotto la guida de Boer, quando il tecnico olandese lo mise fuori rosa per cinque partite per motivi disciplinari. Poi la parata contro la Sampdoria, su punizione di Alvarez, fino alla rottura con San Siro e l’uscita dal campo con l’applauso polemico rivolto al pubblico.
LA STORIA SI RIPETE - Sembrava una storia finita, poi la totale fiducia da parte di Spalletti che gli cambia ruolo e inizia a ricevere risposte rassicuranti. Brozovic diventa il perno del centrocampo nerazzurro, il play che gestisce e manovra decine e decine di palloni a partita e che macina 12-13 km per match, record del campionato italiano. Le ultime sfide hanno registrato un calo di rendimento da parte del calciatore, prestazioni che potrebbero anche aver influito sul suo stato d’animo, tanto che alle lamentele di Lukaku ha ha immediatamente replicato con toni accesi. Un episodio poco piacevole che non intacca quello che da un anno e mezzo a questa parte è stato un percorso netto verso la maturazione dell’uomo e del calciatore. Anche se Brozovic non è nuovo a queste uscite. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.