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  • Inter, il 'doppio' Spalletti: fenomeno se allena, ma meglio non scelga i giocatori

    Inter, il 'doppio' Spalletti: fenomeno se allena, ma meglio non scelga i giocatori

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    L’Inter ha 47 punti in classifica, 2 più del Milan, 3 più della Roma. Se misuriamo gli organici delle tre squadre col parametro della qualità, il 3° posto dell’Inter è da fenomeni. Anzi, da fenomeno è il lavoro di Spalletti che però ha pure un “doppio”, e questo negativo: ha contribuito a costruire il suddetto organico.
       
    IL SELEZIONATORE - Iniziamo da qui, dalle indicazioni di Spalletti sul mercato. Il tecnico di Certaldo ha sempre considerato grandi, grandissimi centrocampisti i due ex viola, Borja Valero e Vecino. Lo spagnolo, quando era nei suoi cenci (modo di dire fiorentino che significa quando era al meglio), riempiva il campo con corsa e idee, sapeva sempre quando, dove e come mettersi, come aiutare la squadra. Mai stato però capace di giocate straordinarie, mai esatto nell’ultimo passaggio (si ricordano pochi assist in carriera), mai famoso come marcatore (16 gol in 7 stagioni di Serie A, appena 2 con l’Inter). Vecino concludeva più spesso di Borja, ma il suo primo gol in questo campionato è arrivato ieri sera a Firenze alla 25a giornata: in 6 anni e mezzo di Serie A, 9 gol. Sono giocatori straordinariamente tecnici? Diremmo di no. Saltano l’uomo, aprono il gioco, incantano una platea esigente come quella di San Siro? Non ci sembra. Nell’ottica di un centrocampo che doveva essere una macchina tremenda, un plotone da combattimento, è arrivato Nainggolan. E sul belga il marchio di Spalletti è ancora più evidente. Lo chiamava l’“alieno”. Nainggolan sta riemergendo ora da una situazione di cui lo stesso Spalletti era al corrente, avendola conosciuta già ai tempi di Roma, quando l’età consentiva al giocatore un recupero immediato. Tre scelte su sei. Gli altri tre sono Brozovic (che il tecnico ha dovuto inventare regista), Joao Mario e Gagliardini. E’ quasi impossibile che un centrocampo così composto giochi un calcio tecnico, di qualità. Sono tutti giocatori simili, con un passo solo, nessuno inventa, nessuno crea
       
    L’ALLENATORE - La qualità, la creatività, l’invenzione sono delegate alle ali. Ma quest’anno di Perisic si sono perse le tracce e Politano, che non ha fatto male, tutt’altro, è pur sempre un giocatore che in una squadra fortissima farebbe la riserva. E qui entriamo nell’altro Spalletti. Quanti sono i veri grandi giocatori, quelli da Inter, quelli da San Siro, a sua disposizione? Handanovic, Skriniar, forse De Vrij. Poi ci sarebbero Perisic, Nainggolan e Icardi se nella loro stagione ci fossero state meno turbative e più gol, più giocate. Una squadra che ha tre giocatori straordinari e altri tre presunti, oltre a una serie di buoni elementi e che occupa la terza posizione in classifica è, secondo noi, una squadra che sta andando oltre le proprie capacità. E il merito è soprattutto di chi la allena. Facciamo un esempio. Domenica sera Pioli ha fatto tre cambi nel secondo tempo: Pjaca, Muriel e Dabo. Tre anche Spalletti: Asamoah, Candreva e Borja Valero. Lasciando perdere il rendimento di ciascuno, come qualità pura siamo sicuri che l’interista abbia potuto scegliere meglio del fiorentino?

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