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  • Italia, il vero problema è Jorginho

    Italia, il vero problema è Jorginho

    • Giancarlo Padovan
    L’Italia di Mancini sarà costretta a far punti in Portogallo per non rischiare da subito di lottare per non finire nella serie B d’Europa. E’ vero che, laddove accadesse, ciò non precluderebbe in alcun modo la qualificazione al prossimo e primo Campionato europeo itinerante. Tuttavia, dopo l’esclusione mondiale a 60 anni di distanza dall’unico precedente, la mortificazione sarebbe colossale perché certificherebbe, in maniera inequivocabile, che la nostra discesa agli inferi, iniziata con Ventura, non sarebbe ancora finita.
    Ora noto una certa schizofrenia da parte di alcuni critici che, da una parte, vorrebbero una Nazionale capace di affrontare un rinnovamento pressoché totale e, dall’altra, pretenderebbero risultati positivi quasi immediati. Al contrario, almeno per un certo periodo di tempo, le due condizioni sono inconciliabili: non basta cambiare gli interpreti per avere una squadra migliore.

    Contro la Polonia, venerdì scorso, la prestazione di squadra è stata modesta al pari del risultato. Eppure, a livello individuale, qualcosa di buono si è visto: il primo tempo di Bernardeschi, giocatore che più degli altri si è avvicinato al gol; la prova di Chiesa che, seppur impiegato per poco più di venti minuti, ha procurato il rigore e dato vivacità alla manovra.

    Non è sbagliato - come ha fatto la Gazzetta dello Sport di domenica - invocare l’utilizzo a tempo pieno del ragazzo della Fiorentina. Se, però, pensiamo che un solo calciatore, e neppure ventunenne, possa trascinare l’Italia ci sbagliamo due volte. Primo, perché nessuna individualità, neppure la più travolgente (Cristiano Ronaldo o Messi), riesce a sostituirsi ad una squadra. Secondo, perché caricare di responsabilità un giovanissimo è ingiusto e potrebbe essere controproducente.

    Detto questo, anche secondo me Chiesa deve giocare dall’inizio con il Portogallo e, naturalmente, farà l’esterno in un attacco a tre o in una linea di trequarti composta, oltre che da lui, da Bernardeschi e, forse, da Berardi.

    Sembra certo, invece, che la prima punta non sarà Balotelli. Il nizzardo di ritorno (di nuovo in Costa Azzurra dopo che era fallito il suo trasferimento al Marsiglia), è stato forse il peggiore dell’Italia con la Polonia. E’ vero che ha giocato troppo poco nel suo club per poter essere competitivo, ma, al di là della scarsa mobilità e di una pinguedine difficile da smaltire (ha anche un accenno di pancetta), Balotelli ha sbagliato i movimenti più semplici, spesso chiudendo involontariamente le linee di passaggio ai propri compagni.

    Fossi in Mancini, sceglierei Immobile e non Belotti. Il granata ha fatto bene, ma Immobile vede di più la porta e l’Italia ha un disperato bisogno di fare gol. Inoltre il laziale sa difendere palla e far salire la squadra e anche questo non è un dettaglio perché attacchiamo con pochi uomini.

    Il vero problema - come mi ero permesso di segnalare nel pezzo del 6 settembre - è il centrocampo. Jorginho è stato il responsabile del vantaggio della Polonia, ha pareggiato su rigore, ma ha sbagliato troppi palloni in appoggio.

    Non so se sia più presuntuoso o permaloso, so solo che Jorginho accetta poco volentieri le ciritiche ed è totalmente incapace di autocritica. Marco Tardelli, ex centrocampista che valeva dieci volte (se basta) più di Jorginho, ha indubbiamente sbagliato quando ha detto, in diretta nel post partita, che giocava nel Manchester e, subito dopo, chiamandolo Serginho. Il rilievo sulla prestazione, però, era giusto e condivisibile. Jorginho, non nuovo a certe risposte piccate (ha parlato in terza persona, neanche fosse Giulio Cesare), dovrebbe pensare a migliorare, visto che è quanto si aspetta da lui anche Mancini.
    Il nodo da sciogliere è una mediana a due (che consentirebbe il 4-2-3-1) o a tre. Penso che Jorginho ci sarà in ogni caso, sia perché non c’è, tra i convocati, un’alternativa credibile (Verratti è ancora convalescente, Cristante nell’Atalanta non faceva il centrale, nella Roma ha giocato pochissimo e male), sia perché Jorginho può giocare anche a due. Io mi permetto di insistere su Benassi, visto il suo stato di forma e la facilità, in questo momento, di trovare il gol.

    In difesa, assodato grazie ad un secondo tempo di sicurezza assoluta, che non esiste coppia migliore di Chiellini-Bonucci, spero vivamente nel recupero di Criscito, da schierare a sinistra al posto di Biraghi. Non mi è piaciuto nemmeno Zappacosta e - questo mi permetto di contestarlo al c.t. - mi sorprende la mancata convocazione di Darmian. Il quale, nello United, aveva giocato comunque più di Zappacosta nel Chelsea.

    Con tutte queste considerazioni e premesse, un altro pareggio sarebbe un buon risultato. Ci darebbe fiducia e saremmo tutti a pari punti. 

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