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  • Italiane in Europa, i numeri preoccupano: Atalanta e Inter meritavano di più, le altre...

    Italiane in Europa, i numeri preoccupano: Atalanta e Inter meritavano di più, le altre...

    • Davide Cavalleri
    Inutile girarci intorno: da qualche anno a questa parte le nostre italiane soffrono di una strana e, per certi versi, preoccupante impotenza europea. I club nostrani vacillano e cadono - spesse volte anche in modo fragoroso - calcando i palcoscenici europei. Una costante che non può (e non deve) trovare facili consolazioni con i buoni risultati della Juventus o con sporadiche ed estemporanee fiammate come quella della Roma nel 2018 (arrivata in semifinale dopo aver eliminato il Barcellona). 

    L'ultimo turno, tanto di Champions come di Europa League, è lì a rimarcare queste difficoltà. Al netto di chi meritava qualcosa in più di quanto ha concretamente raccolto (Atalanta e Inter), di chi avrebbe potuto/dovuto fare di più contro avversarie decisamente alla portata (Napoli e Roma), al netto anche degli unici due successi ottenuti (Juve e Lazio): le uscite europee delle nostre italiane si stanno rivelando anche quest'anno più problematiche di quanto non fosse legittimo aspettarsi. 
     
    Così, come nel primo turno, anche da questa tornata di Europa arrivano due vittorie, due pareggi e due sconfitte. Troppo poco anche – e soprattutto – se messo a confronto con i risultati delle squadre degli altri campionati top: le inglesi salutano questa giornata di coppe con 5 vittorie, un pareggio e una sconfitta (seppur fragorosa, quella del Tottenham contro il Bayern); le spagnole rispondono con 4 vittorie, un pareggio e una sconfitta; Bayern Monaco & Co. non sono da meno: 3 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta per le tedesche.
    Risultati che ci costringono (come spesso accade) a profonde riflessioni: il nostro livello è davvero così inferiore rispetto alle altre compagini del continente? O forse è un problema di motivazioni? 

    Per anni si è parlato, ed è giusto ricordarlo, delle italiane che snobbavano l'Europa League quasi a ritenerla una competizione di "intralcio" alle più importanti mire nazionali (campionato e Coppa Italia): si preferiva concentrare le forze sugli impegni locali piuttosto che onorare fino in fondo la seconda competizione del vecchio continente. Ora la tendenza sembra essere cambiata, nonostante la predisposizione a fare turnover sia ancora una tentazione immutata. 

    Certo, l’inclinazione a vedere il bicchiere mezzo pieno, anche alla luce delle prestazioni rassicuranti di Atalanta e Inter, rimane. Ma ci possiamo accontentare di buone performance? Oggi l’Europa sembra kryptonite per le italiane. Dal 2010 (ultimo anno di un’italiana vincitrice in Europa, l’Inter di Mourinho) solo in due casi il nostro Paese ha presentato una sua squadra in una finale Europea (in entrambi i casi la Juve finalista in Champions). Dominano questa classifica le spagnole (14 squadre finaliste) e a seguire Inghilterra (10 finaliste), Portogallo (4) e Germania (3).

    Le nostre squadre sembrano in crescita: segnali positivi (dal mercato e dal campo) se ne sono visti. Ora è tempo di concretizzare, di guardare negli occhi le coppe europee e provare a farle parlare un po’ più italiano.

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