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  • Col tridente non è più la Juve di Allegri, ma il +3 sull'Inter non conta nulla

    Col tridente non è più la Juve di Allegri, ma il +3 sull'Inter non conta nulla

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Juve funziona fino a quando funziona il tridente. Poi, quando Sarri, ripristina il cosiddetto equilibrio (dal 4-3-1-2 con Dybala, Higuain e Ronaldo al 4-3-2-1 con gli inesistenti Ramsey e Douglas Costa dietro a Ronaldo) la squadra si intimidisce, rincula, perde palloni e altri li scaglia lontano, come se la Sampdoria fosse diventata un drago da cui sfuggire per salvarsi.

    Fare tre punti a Genova contro la squadra che quattro giorni fa ha vinto il derby non è certo un risultato da disprezzare, nonostante una modalità, soprattutto negli ultimi venti minuti, tutt'altro che convincente. Fa specie, però, che la Juve dominante sia stata quella dei primi 65 minuti, quando chi stava in campo riusciva a raffinare il gioco attraverso una serie di passaggi interdetti all'avversario.

    La colpa della Juve del tridente stellare è stata quella di farsi riprendere nel primo tempo e di non chiudere la partita nella ripresa. Ma chi ha latitato non sono certo stati i tre davanti (un gol-capolavoro Dybala, un colpo di testa di oltre due metri e mezzo, compresa la figura, per Ronaldo, un grande lavoro di Higuain), bensì la difesa e, in special modo, Demiral, con qualche sbavatura di troppo e Alex Sandro, straordinario nello sfornare gli assist per i due gol, ma sventato quando si è trattato di difendere e, soprattutto, di uscire dagli spazi stretti. Non è certo un caso se il pareggio di Caprari (34’) sia disceso proprio da un errore del turco (punizione regalata alla Sampdoria) e da un altro del brasiliano che, in disimpegno sul prosieguo dell’azione, si è fatto prima pressare da Ramirez e poi, nel tentativo di liberare, ha allungato palla per la conclusione da dentro l’area di Caprari. Tutto questo è accaduto mentre la Juve stava esercitando un possesso di palla totale dopo essere andata in vantaggio con Dybala (19’) che, sul cambio di campo di Alex Sandro, ha colpito in area al volo mettendo nell'angolo. Gol bellissimo che dimostra, una volta di più, come Dybala sappia lavorare sotto la linea della palla senza per questo rinunciare a cercare il gol.

    Il problema della Juve è stato casomai quello di aver gestito troppo il vantaggio anziché cercare il secondo gol. Infatti (subìta la rete della Sampdoria), la squadra di Sarri ha riaccelerato semplicemente, quasi naturalmente e Cristiano Ronaldo (45’), sempre su cross di Alex Sandro, è sceso letteralmente dal cielo per impattare di testa sopra le spalle del povero Murru. Scrivo povero non per dileggiare l’esterno basso della Sampdoria, ma perché già sul gol di Dybala aveva lasciato uno spazio eccessivo all'argentino. Contro Ronaldo che, è stato calcolato da Sky, ha saltato quasi da fermo 71 centimetri in altezza, non ha potuto fare niente.

    Il trio delle meraviglie si era fatto vedere anche poco prima del nuovo vantaggio, cioè quando un invito dal limite dell’area di Ronaldo non era stato agganciato, seppur per poco, né da Higuain, né da Dybala.

    La Sampdoria ha cominciato a pensare al possibile pareggio solo quando Gabbiadini è entrato al posto di Jankto (61’), Ramirez è andato a destra e Caprari ha affiancato il nuovo entrato. Sempre 4-4-2, ma con interpreti più offensivi. Al 69’, infatti, in una situazione di tre contro tre in area bianconera, Gabbiadini ha allungato di testa per Ramirez che non ci è arrivato. Non so se Sarri abbia visto la squadra stanca, non so se abbia percepito che era lunga, fatto sta che prima ha sostituito Higuain con Ramsey e poi Dybala con Douglas Costa. I cambi, in teoria, erano giusti, ma gli uomini sono sembrati del tutto inadeguati. Ramsey non ha il passo né del centrocampista, né del trequartista. Douglas Costa, che avrebbe potuto innescare qualche contropiede, è sembrato completamente fuori giri. A meno che non si sia fatto male al primo scatto (con lui è possibile), ha toccato pochi palloni, tutti male, senza che gli riuscisse nemmeno uno scambio con Ronaldo. Il quale, alla fine, è stato quello che si è sacrificato di più (almeno nei 10 minuti conclusivi) in copertura. Per la verità avrebbe trovato anche il gol del 3-1 se Rocchi non avesse annullato per fuorigioco, mentre in pieno recupero ha scagliato fuori di un niente l’unico pallone giocato in contropiede dalla Juve.

    Detto, per la cronaca, che De Sciglio ha sostituito l’acciaccato Alex Sandro (82’) e che Caprari è stato espulso per un buffetto (secondo giallo) a quel commediante di Demiral, la vittoria della Juventus è stata legittima. I tre punti di vantaggio sull'Inter non contano nulla, ma sul piano del gioco qualche miglioramento continua ad esserci. Solo, però, se in campo ci sono Ronaldo, Higuain e Dybala. In caso contrario resta ancora la Juve grigionera cui Allegri ci aveva abituato.


    IL TABELLINO


    Sampdoria - Juventus 1-2 (primo tempo 1-2)

    Marcatori: 19’ p.t. Dybala (J), 36’ p.t. Caprari (S), 45’ p.t. Ronaldo (J).

    Assist: 19’ p.t., 45’ p.t. Alex Sandro (J).

    Sampdoria (4-4-2): Audero; Murillo, Ferrari, Colley, Murru (30’ s.t. Augello); Depaoli (5’ s.t. Leris), Thorsby, Linetty, Jankto (16’ s.t. Gabbiadini); Ramirez, Caprari. All. Ranieri.

    Juventus (4-3-3): Buffon; Danilo, Bonucci, Demiral, Alex Sandro (37’ s.t. De Sciglio); Rabiot, Pjanic, Matuidi; Bernardeschi; Dybala (32’ s.t. Douglas Costa), Higuain (24’ s.t. Ramsey), Ronaldo. All. Sarri.

    Arbitro: Gianluca Rocchi della sezione di Firenze.

    Ammoniti: 43’ p.t. Jankto (S), 14' s.t. Pjanic (J), 16’ s.t. Murillo (S), 31’ s.t., 46’ s.t. Caprari (S), 31’ s.t. Demiral (J).

    Espulsi: 46’ s.t. Caprari (S).

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