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  • Juve, lo scudetto è l'obiettivo minimo: perché Sarri rischia più di Pioli e Conte

    Juve, lo scudetto è l'obiettivo minimo: perché Sarri rischia più di Pioli e Conte

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    La prima giornata del nuovo decennio del campionato incomincerà domenica, all’ora di pranzo, con la Lazio a Brescia, e si concluderà lunedì, all’ora di cena, con l’Inter a Napoli. Partirà così la lunga volata per vincere lo scudetto, oppure per guadagnarsi un posto nella prossima Champions League, o almeno in Europa League, a prescindere dai presunti rinforzi del mercato di gennaio. Poi a fine anno non ci saranno più alibi, perché nessun allenatore potrà chiedere i tempi supplementari per insegnare il proprio gioco, o almeno per ottenere i risultati sperati. E allora, proprio pensando al traguardo finale, proviamo a immaginare chi rischia di più tra gli allenatori delle tre grandi tradizionali del nostro calcio, Juventus, Inter, Milan, e cioè Sarri, Conte e Pioli.

    In teoria nessuno di loro, e a maggior ragione Pioli che è arrivato in corsa, dovrebbe rischiare il posto o almeno il processo, perché tutti e tre sono alla loro prima esperienza sulle rispettive panchine. Il calcio, però, che brucia tutto e tutti in fretta perché si ciba soltanto di risultati, non conosce il significato della parola “pazienza” e così le feste con le presentazioni dell’estate si trasformano spesso in bruschi addii nella primavera successiva, se non addirittura tra l’autunno e l’inverno come è capitato a tanti quest’anno, a cominciare da Giampaolo. E allora, visto che più di qualsiasi altro suo collega è condannato a vincere, Sarri sicuramente è quello che rischia più di tutti. Vincere lo scudetto con la squadra più forte, dopo i tre ottenuti con Conte e soprattutto i cinque consecutivi con Allegri, sarebbe il minimo per Sarri, preferito ad Allegri proprio per garantire un gioco più spettacolare alla Juventus, con il sogno di conquistare finalmente la Champions. Fin qui, però, Sarri non ha migliorato la Juventus, né a livello di gioco, né a livello di risultati, almeno in campionato. Le due sconfitte ravvicinate contro la Lazio hanno riaperto molti dubbi sul lavoro di Sarri, che ha continuato a cambiare uomini e moduli tattici, lasciando in panchina l’acquisto più costoso De Ligt nella finale di Supercoppa. Mai come nei prossimi mesi, quindi, il tecnico bianconero sarà sotto esame perché Agnelli e tutti i tifosi non gli perdonerebbero il mancato obiettivo, minimo, dello scudetto, a maggior ragione se trionfasse l’Inter dei “nemici” Conte e Marotta. 

    Il semplice fatto che i nerazzurri ripartano alla pari della Juventus all’inizio del 2020 costituisce già una promozione per Conte, perché l’organico dell’Inter per qualità e quantità è inferiore a quello della Juventus, favorita da tutti nei pronostici estivi. Ecco perché Conte rischia pochissimo, avendo molto più da guadagnare rispetto a Sarri lui e infatti, anche se arrivasse secondo, o addirittura terzo, il prossimo anno sarà sicuramente lui l’allenatore dell’Inter. Diverso è il discorso su Pioli, che ha trovato una squadra costruita male da altri e in grave ritardo in classifica. Eppure, con l’arrivo di Ibrahimovic che tutti considerano il “salvatore della patria” capace di scuotere una squadra immatura e uno spogliatoio spento, Pioli rischia più di Conte, perché se non saprà sfruttare il jolly che gli è stato affidato, portando il Milan almeno in Europa League, a fine stagione lascerà il posto ad altri, soprattutto se andranno via Boban e Maldini o addirittura se arriverà una nuova proprietà. Ecco perché alla fine il podio riservato a chi rischia di più è chiarissimo: primo Sarri, secondo Pioli, terzo Conte.

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