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  • Juve, Ronaldo-Higuain-Dybala non danno equilibrio? Tutte balle, col tridente Allegri sfiorò la Champions

    Juve, Ronaldo-Higuain-Dybala non danno equilibrio? Tutte balle, col tridente Allegri sfiorò la Champions

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Il 22 gennaio 2017 Massimiliano Allegri, contro la Lazio in campionato, schierò per la prima volta la Juventus con il 4-2-3-1, altrimenti detto 4-2-Qualità o modulo a quattro stelle. In attacco infatti c’erano: Higuain prima punta, dietro di lui Dybala con ai lati Cuadrado a destra e Mandzukic. A centrocampo Khedira e Pjanic. In difesa un esterno che spingeva come Alex Sandro.

    Ricordo i discorsi di allora, assai simili a quelli di adesso, e pieni di scetticismo per la scelta fatta da Sarri di schierare contro l’Udinese il tridente composto da Dybala, Higuain e Cristiano Ronaldo. Si diceva prima come si dice ora: “E’ una soluzione da adottare solo in certe partite”; “difensivamente la squadra è squilibrata”; “in Champions non si può giocare così”.

    Tutte balle, naturalmente. Infatti con il 4-2-3-1 non solo Allegri conquistò lo scudetto (91 punti) e la Coppa Italia, ma arrivò anche alla finale di Champions League con il Real Madrid.

    Tutto questo, secondo me, dovrebbe incoraggiare Maurizio Sarri sulla strada intrapresa contro l’Udinese. La prudenza dell’allenatore è comprensibile, ma la prestazione fornita dal trio d’attacco è stata molto consolante e, come avevo antcipato avendo visto l’intepretazione che ne aveva dato in Champions, Paulo Dybala si è abbassato spessissimo sotto la linea della palla, ha lavorato nei contrasti, ha corso moltissimo e, com’era logico che fosse, ha tentato più gli assist che il gol.

    Come ad un giocatore di tal fatta si possa preferire Bernardeschi per me è inspiegabile. E poco spiegabile sarebbe anche se dietro Ronaldo e Higuain giocasse Douglas Costa perchè si tratta di un anarchico, ancorchè molto generoso.

    Dirò di più. Non è vero che il tridente, eventualmente si possa utilizzare solo in campionato. Anzi, il torneo dove maggiormente si attacca e si gioca esclusivamente per vincere è proprio la Champions League. Sia perché la mentalità europea è diversa da quella italiana, sia perché dagli ottavi in avanti la formula della gara di andata e ritorno non prevede calcoli. Nello specifico, visto che la Juve ricomincerà con il non irresistibile Lione, credo che ci si possa permettere di replicare la soluzione anche alla ripresa della competizione internazionale.

    Il problema è che Sarri si convincerà di insistere solo se, come contro Bayer e Udinese, vedrà risposte adeguate da parte degli interpreti. Una sola prestazione negativa potrebbe farlo tornare sui propri passi e fargli ribadire quello a cui ha sempre pensato. Ovvero che Bernardeschi o Ramsey (ammesso e non concesso che qualche volta sia disponibile) siano equilibratori di gioco più affidabili di Dybala.

    La cosa sorprendente è che un allenatore come Sarri, espressione accertata di un calcio di iniziativa e di dominio, si balocchi con un argomento così ambiguo come l’equilibrio.

    Domande: ma è o non è il possesso della palla il presupposto da cui muove il suo gioco? Ed è o non è il disgregamento dell’avversario, anche sul piano del punteggio, uno degli obiettivi della sua mission?

    Se sì, come è stato sempre detto anche dallo stesso Sarri, allora la palla la amministrano quelle squadre che, ad una altissima qualità, abbinano un centrocampo dove dinamismo (Matuidi e Bentancur) e geometria (Pjanic) si fondono felicemente.

    Insomma, Dybala-Ronaldo e Higuain insieme sono l’ideale per Sarri e per la Juve. Con loro si gioca meglio e si segna di più.  

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