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  • Juve, senza Ronaldo l’attacco è da zona retrocessione: la soluzione è solo una, ma l’ennesimo caso non aiuta

    Juve, senza Ronaldo l’attacco è da zona retrocessione: la soluzione è solo una, ma l’ennesimo caso non aiuta

    • Nicola Balice, inviato a Torino
    La Juventus ha un attacco da zona retrocessione. Può sembrare una provocazione. In effetti lo è guardando a nomi e ingaggi, ma i numeri parlano chiaro: con appena 18 gol segnati quello della Juve è uno degli attacchi meno prolifici tutta la serie A. Si tratta di una media che si è complicata proprio quando Max Allegri sembrava aver trovato una quadra. Perché la Juve segna esattamente un gol di media a partita dal derby vinto prima della seconda sosta quando i bianconeri erano nel bel mezzo del filotto che poteva cambiare le sorti della stagione. Non è stato così e i problemi si devono ricercare anche nel reparto avanzato, perché al netto dei tanti infortuni (è appena rientrato Dybala e si è nuovamente fermato Chiesa), in Serie A l’ultimo gol segnato su azione  da un attaccante è quello di Kean, rocambolesco per non dire casuale, contro la Roma. 

    SENZA CR7 - La Juve non segna praticamente mai con i suoi attaccanti e in assoluto veramente troppo poco. Il tutto mentre Cristiano Ronaldo con tutti i difetti che gli si possono imputare segna invece a ripetizione anche in un Manchester United in crisi: la Juve si è liberata di lui, pensava di essersi liberata di lui e dei suoi 31 milioni netti a stagione, ma in realtà si è liberata fino a questo momento soprattutto dei 101 gol segnati in tre anni, roba che da queste parti non aveva mai fatto nessuno. 

    SERVE DUSAN - Ora la Champions è seriamente a rischio, difficile immaginare in questo momento che la Juve possa arrivare in fondo nell'attuale competizione, anche se poi dagli ottavi in poi può succedere di tutto, difficile pensare che la Juve possa iscriversi alla corsa scudetto. Piuttosto lo scudetto si chiama quarto posto ed è comunque lontanissimo, la sconfitta nello scontro diretto con l'Atalanta porta questo obiettivo a 7 punti di distanza, tra la Juve e i bergamaschi ci sono ancora Roma, Lazio, Fiorentina, Insomma, la strada si fa in salita, soprattutto con questi attaccanti che non segnano praticamente mai su azione, anche se poi Allegri getta acqua sul fuoco e fa i complimenti ai ragazzi, anche a chi gioca peggio degli altri. E aspetta il mercato, fondamentale: alla Juve serve un numero 9, un numero 9 vero e l’ha individuato in Dusan Vlahovic. 

    SI FA DURA - Dove andrà a finire l’inchiesta esplosa nelle scorse ore ancora non si sa, la Juve si dice tranquilla e sta collaborando, lo ha fatto sapere anche con un comunicato stampa diramato nella tarda serata di ieri, ma l'indagine è appena entrata nel vivo. E inevitabilmente può condizionare tutto quanto, magari anche l'appeal dello stesso club nei confronti di un giocatore che fin qui aveva probabilmente ha manifestato l'intenzione di mettere proprio la Juve al proprio al primo posto. La Juve sembrava aver consolidato una posizione di vantaggio nei confronti dell’entourage di Vlahovic, ma poi il centravanti serbo andrà al miglior offerente anche o soprattutto per la Fiorentina. Servono 75 milioni, almeno in questo momento, presto si scatenerà un'asta ed è proprio quello che la Juve vuole evitare. Di certo Vlahovic o un Vlahovic serve e serve il prima possibile, uno così potrebbe cambiare completamente una squadra che deve riempire in qualche modo l'area di rigore, che deve trovare in qualche modo qualcuno che faccio tutti quei gol che Ronaldo si è portato via. Questo è un attacco da zona retrocessione, lo dicono i numeri. La Juve è una squadra che fa fatica a restare aggrappata alla zona Champions: un piazzamento dal quinto posto in giù sarebbe l'equivalente di una retrocessione.

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