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  • Sarri sembra Simeone e Simeone sembra Sarri, ma nella Juve qualcosa non va

    Sarri sembra Simeone e Simeone sembra Sarri, ma nella Juve qualcosa non va

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    A Madrid si rovescia il mondo. Simeone, maestro del contropiedismo, prende il primo gol su contropiede dalla Juve di Sarri, noto per il suo gioco di costruzione. Sarri, maestro degli schemi su calcio piazzato (mister 33, lo chiamavano, come il numero dei suoi schemi), prende due gol da calcio d’angolo. Atletico-Juve finisce 2-2 con un secondo tempo elettrizzante, con quattro reti, giocate, occasioni ed errori difensivi. E’ un risultato probabilmente giusto. Un po’ meglio l’Atletico nel primo tempo, meglio la Juve nella ripresa. Rispetto a Firenze, sul piano del gioco, dell’atteggiamento, delle idee e della forza non c’è paragone. La Juve stavolta è una squadra vera, una squadra da Champions. Con dei difetti (tarda a far valere la sua tecnica), ma anche con molti pregi.

    LE SCELTE - Cuadrado al posto di Bernardeschi è l’unica novità (logica, se consideriamo quanto l’ex viola ha fatto a Firenze, cioè niente) in una squadra che ha sempre gli stessi uomini. A sua volta Bernardeschi era entrato in campo al Franchi all’8' del primo tempo per l’infortunio di Douglas Costa: se fosse arruolabile, giocherebbe il brasiliano. Con Sarri, si sa, è così, giocano sempre i soliti e la rotazione, se arriverà, quando arriverà, non sarà mai una rivoluzione. Per rifinire il concetto, i tre di centrocampo, Khedira-Pjanic-Matuidi, sono alla quarta di fila fra campionato e Champions e questo nonostante la sostituzione di Pjanic nel finale del primo tempo di sabato scorso.
     
    LE FASCE - Il primo problema per la Juve è sui corridoi esterni. L’Atletico gioca in ampiezza, mentre la difesa bianconera è stretta, come tutte le difese di Sarri. Quando i Colchoneros spingono a sinistra, Koke si accentra e lascia a destra la fascia a Trippier, su cui Alex Sandro ha sempre un tempo di ritardo. Questo sul piano tattico. Ma il vero pericolo iniziale nasce per una iniziativa personale di quel giovane fenomeno di Joao Felix che fila via, per 60 metri, palla al piede: la difesa della Juve sbanda (si vede in queste circostanze quanto pesa l’assenza di Chiellini), non lo aggredisce, il portoghesino conclude quando arriva al limite e Szczesny mette in angolo.

    MEGLIO L’ATLETICO - La squadra del Cholo mostra una qualità superiore, ma avendo ancora negli occhi la Juve di Firenze si può dire che già questa versione (in attesa della crescita nella ripresa) sia un po’ meno lontana da quella che vuole Sarri. Contro la Fiorentina non c’era, stavolta pur con qualche limite c’è. Ronaldo cerca di scuoterla anche urlando, ci prova dalla distanza e poi di testa (due parate di Oblak). Non ce la fa però a scuotere Higuain che fino al 45' non riesce a concludere una sola volta. Del resto la squadra cerca CR7 assai più dell’argentino. L’Atletico piace di più per gli attacchi di Trippier, le due giocate di Joao Felix (a cui manca continuità: nella ripresa sparirà dal campo), l’intesa fra Koke e Saul, la forza di Thomas, che commetterà però un brutto errore in occasione del gol di Cuadrado. Mancano però le stoccate di Diego Costa
     
    L’IDEA (RUBATA) DEL CONTROPIEDE - Quasi tutti i cross dell’Atletico (sono 15 alla fine del primo tempo) sono preda di Bonucci. Al centro la Juve è sicura grazie al suo numero 19 che gioca una partita da leader puro. E’ lui, a inizio ripresa, a far partire il contropiede che porta la Juve in vantaggio recuperando palla in area e piazzandola lontana, sullo scatto di Higuain, con un esterno destro da applausi. Il pallone arriva al Pipita (Thomas avrebbe la possibilità di intercettarlo ma non ci riesce) che pesca Cuadrado sulla destra, con un assist perfetto: il colombiano controlla di destro, spostandosi la palla sul sinistro fa fuori Lodi e la piazza sotto l’incrocio dei pali più lontani da Oblak, che nemmeno si muove. Gol in contropiede: quando Sarri ruba l’idea a Simeone, il miglior contropiedista d’Europa.
       
    I COLPI DELLA JUVE - 
    Il gol fa crescere i bianconeri e soprattutto scatena Cuadrado che diventa imprendibile. L’Atletico ci mette un po’ a riprendersi, ma con l’azione più bella della sua partita, rapida, a un tocco, va vicino al pari: sbaglia il tiro finale Gimenez, un difensore centrale, tanto per spiegare la reazione dell’Atletico. La Juve però ha più idee, ha più forza. Cuadrado fa partire un altro attacco micidiale, palla a Ronaldo, ad Alex Sandro, cross da sinistra, a vuoto Savic, non Matuidi: 2-0.

    CAMBI DECISIVI PER L’ATLETICO - Da ora in poi è solo sofferenza. Simeone mette Vitolo ed Herrera e i miglioramenti si notano. Sarri si affida a Dybala (che entra bene) e a Bentancur, che non fa quasi in tempo a mettere piede in campo e perde Savic, dopo un assist di testa di Gimenez (perso da Alex Sandro). La Juve è tutta dietro, non ce la fa più a ripartire. Su un altro calcio d’angolo, al 90', la difesa bianconera non è messa bene: Herrera salta da solo più in alto di tutti e fa 2-2. Un'altra rimonta, da 2-0 a 2-2, come era successo col Napoli, da 3-0 a 3-3, prima dell'autorete di Koulibaly. All’ultimo istante il grande numero di Ronaldo: salta tre avversari e fa partire un diagonale che esce a due centimetri dal palo.

    IL TABELLINO
    Atletico Madrid-Juventus 2-2

    Marcatori: 3' st Cuadrado (J), 20' st Matuidi (J), 25' st Savic (A), 45' Herrera (A)
    Assist: 3' st Higuain (J), 20' st Alex Sandro (J), 25' st Gimenez (A), 45' Trippier (A)

    Atletico Madrid (4-4-2): Oblak; Trippier, Savic, Gimenez, Renan Lodi (31' st Vitolo); Koke, Saul, Thomas (31' st Herrera), Lemar (15' st Correa); Joao Felix, Diego Costa. A disp. Adan, Arias, Llorente, Felipe. All. Simeone.

    Juventus (4-3-3): Szczesny: Danilo, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Khedira (24' st Bentancur), Pjanic (42' st Ramsey), Matuidi; Cuadrado, Higuain (34' st Dybala), Ronaldo. A disp. Buffon, Demiral, Rabiot, Berrnardeschi. All. Sarri.
    Arbitro: Makkelie (Olanda)

    Ammoniti: 15' pt Matuidi (J), 26' st Cuadrado (J), 38' st Diego Costa (A)


     

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