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  • Juvemania, non è solo colpa dell'arbitro: Allegri doveva mettere Cuadrado
Juvemania, non è solo colpa dell'arbitro: Allegri doveva mettere Cuadrado

Juvemania, non è solo colpa dell'arbitro: Allegri doveva mettere Cuadrado

  • Stefano Discreti
Rimonta pazzesca. Trovare le parole giuste dopo una partita del genere non è mai facile. Un match come questo nella gloriosa storia della Juventus non c’era mai stato prima. La Vecchia Signora è arrivata a un passo dal fare la storia. A un passo dall'Olimpo. Una rimonta pazzesca, folle, che nemmeno il tifoso più spregiudicato e fazioso avrebbe previsto. Solo un pazzo d’altronde avrebbe potuto pensare che dopo lo 0-3 della partita di andata la qualificazione fosse ancora aperta. E invece, nonostante la rimonta della Roma ai danni del Barcellona che ha anticipatamente messo in guardia la banda di Zidane, il calcio italiano si è preso la sua incredibile rivincita verso il calcio spagnolo sfiorando quasi una doppia ed incredibile ‘remuntada’. Quasi però perché poi quando c’è la Juve a giocare in Champions League la maledizione di turno è sempre dietro l’angolo. Stavolta è lì a negare i meritati tempi supplementari conquistati sul campo. Stavolta è lì a chiudere la carriera di Buffon nel modo più rocambolesco e inaspettato che mai si sarebbe potuto immaginare. 
 
Con Mandzukic e Matuidi tutta un’altra Juve - E dire che la partita si era messa subito benissimo con un gol di Mandzukic (quanto è mancato il suo carisma nella gara di andata) dopo appena un minuto. Questo Real però non è il Barcellona e pur se orfano di Sergio Ramos in difesa ha continuato a fare possesso palla come se niente fosse successo. Almeno fino al secondo gol di Mandzukic, sempre lui e sempre di testa, arrivato anche grazie a un intervento goffo del portiere avversario Navas. A quel punto anche Zidane ha capito che la Juventus faceva davvero sul serio e che la più incredibile delle rimonte era nall’aria. Se n’è accorto anche Cristiano Ronaldo, assai nervoso, che a ogni azione lamentava il mancato intervento dell’arbitro. Poi nell’intervallo, Madrid rivoluzionato dai cambi per privilegiare ulteriormente il possesso palla e tenere la Juventus e soprattutto l’indemoniato Douglas Costa lontano dalla propria difesa. Fino al clamoroso gol dell’encomiabile Matuidi (un giorno qualcuno ci spiegherà l’esclusione nella partita di andata) che sfruttando un’altra papera di Navas siglava lo 0-3. A quel punto la rimonta era incredibilmente completata, il risultato era tornato in perfetta parità. 

Allegri e il braccino del tennista - Da quel momento in poi però la squadra bianconera, anche stanca per lo sforzo profuso, non si è più praticamente vista nell’area avversaria. Come se si fosse accontentata di arrivare a giocarsi tutto ai supplementari. Probabilmente è lì che è mancato il colpo del ko, è lì che Allegri ha avuto il braccino del tennista lasciando inspiegabilmente fuori Cuadrado, quando ormai alcuni giocatori bianconeri camminavano in campo per la stanchezza. Questo arretrare bianconero ha ridato speranza e coraggio al Real, che dallo 0-3 in poi ha manifestato un senso di superiorità territoriale, pur se abbastanza sterile nei fatti. Ci ha pensato inoltre Buffon a mettere una toppa nelle situazioni eventualmente più pericolose. Poi quando ormai i supplementari sembravano davvero inevitabili, la più atroce delle beffe. Un giocatore del Real Madrid, Vazquez, lasciato solo davanti a Buffon, l’intervento scomposto di Benatia, il fischio dell’arbitro a scandire un rigore perlomeno dubbio. A quel punto Buffon e non solo hanno perso le staffe in campo; addirittura cartellino rosso al capitano che non meritava di terminare cosi la sua carriera in Champions. Minuti interminabili di attesa prima di vedere Ronaldo sul dischetto e sognare il miracolo del subentrante Szczesny. Fischio, tiro, gol. Finita. 
 
Come a Monaco, peggio di Monaco - La più grande rimonta della storia del calcio cancellata da un rigore dubbio (il contatto c’è ma Benatia tocca anche nettamente il pallone) ma anche dall’ingenuità di lasciare solo all’ultima azione un attaccante blancos davanti a Buffon. È sembrato di rivivere la beffa di Monaco di Baviera, dove anche lì la splendida rimonta fu vanificata da un errore difensivo all’ultimo (il mancato rinvio di Evra…). Stavolta ci ricorderemo dell’intervento scomposto di Benatia che non avrebbe dovuto perdere di vista il suo avversario in area. Peccato, un grandissimo peccato. Immenso. Brucia tanto, perché se la Juventus avesse completato la rimonta fino in fondo sarebbe diventata la favorita per la vittoria finale insieme al Bayern Monaco. Resta una grandissima amarezza addosso, ma anche la grande consapevolezza che quando questa squadra decide di fare la partita non è inferiore a nessuna squadra al mondo. E’ solo una questione di mentalità. I guai arrivano sempre quando la Juventus invece prova ad amministrare la sfida, a congelarla in attesa della giocata del campione. Quando i bianconeri perdono convinzione nella propria forza. Ecco è proprio lì dove la Vecchia Signora cessa di esser unica e pericolosa e si confonde nella media delle squadre europee. Questa deve essere la lezione da cui ripartire il prossimo anno. Questo deve essere il messaggio unico per Allegri (o chi per lui) e per la società. Per il futuro serve più coraggio in questa competizione con aggiunta di un pizzico di fortuna che non guasta mai. E se capiterà di giocare di nuovo al Bernabeu avere anche a disposizione il Var non sarebbe male… Comunque sia finita la partita, i ragazzi meritano un immenso applauso. Grazie a tutti, ma soprattutto al capitano Buffon che mancherà terribilmente. Non doveva finire così. 
 
@stefanodiscreti

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