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  • Karius il portiere più scarso della storia, Klopp il più perdente d'Europa

    Karius il portiere più scarso della storia, Klopp il più perdente d'Europa

    • Giancarlo Padovan
    Jurgen Klopp, l'allenatore più perdente d'Europa (ha lasciato due finali di Champions e una di Europa League), che in tre stagioni al Liverpool non ha vinto niente nemmeno in Inghilterra, ha un occhio formidabile per i portieri. Aveva come titolare il belga Mignolet, un buon elemento anche se non eccezionale, ma ne voleva uno più affidabile. Così due anni fa è andato sul mercato tedesco, il più conosciuto per lui, e si è preso la caricatura di un portiere. Tale Loris Karius, 24 anni, bel faccino e bel codino,  cresciuto nel vivaio dello Stoccarda e che il padre - secondo il telecronista Piccinini - avrebbe voluto pilota di motocross.
     
    Di sicuro avrebbe fatto meglio in quella disciplina che tra i pali di una porta da calcio. Non passerà alla storia solo per aver regalato due gol e la vittoria al Real Madrid nella finale di Champions League. Sarà anche quello che già in Premier si era segnalato per mancate uscite ed errori marchiani che al Liverpool sono costati punti, vittorie e posizione di classifica. Nonostante quei segnali, Klopp non solo ha insistito, ma non si è fatto venire il minimo dubbio. E, a sprezzo del pericolo, lo ha schierato fino alla finale di Kiev dove il genio di Karius ha raggiunto l'apice. Non ci sono parole per descrivere il primo gol subito perché, pur usando le mani, anzichè servire un compagno ha incocciato la gamba di Benzema, in leggera pressione su di lui. Il pallone, lemme lemme, si è appoggiato sul palo ed è finito in rete. Era il 51' e non credo che al mondo ci sia qualcuno che aveva visto o raccontato una papera del genere

    Se Karius non fosse tedesco e - puta caso - giocasse nella Serie C italiana, ci sarebbe da chiedere l'intervento dell’ufficio inchieste o, se fosse competente, della Procura di Cremona, la più sensibile al bubbone delle partite vendute per far lievitare le scommesse. Per sua fortuna, invece, Karius è solo scarso, assecondato da un allenatore come minimo superficiale in fatto di portieri. Infatti per non lasciare alcun dubbio sulla sua natura di brocco all’ennesima potenza, l’estremo difensore del Liverpool ha rifatto una frittata in occasione del 3-1 di Bale (84'). Il tiro del gallese era forte, ma centrale e, dunque, estremamente prevedibile. Karius ci è andato a mani aperte, facendosele fendere come colpite da un laser. Mai, sulla faccia dell'elite calcistica europea, si era visto un portiere tanto nefasto

    Il Liverpool, ovviamente, ha pagato per le sue gigantesche amnesie (colpa di Klopp) e per l’ingresso in campo di Bale, al posto di Isco, a 29 minuti dalla fine. Bale, infatti, con una prodigiosa rovesciata di sinistro, ha riportato avanti il Real Madrid al 64' (cross di Marcelo di destro). Certo, se in campo ci fosse stato Salah sarebbe stata tutta un'altra partita. Ma l'egiziano, abbattuto con forza e malizia da Sergio Ramos, è caduto sulla spalla sinistra con danni difficili da calcolare (25' del primo tempo). Le sue lacrime, al pari di quelle di Carvajal - uscito per il riacutizzarsi di un malanno muscolare - hanno fatto capire che, oltre al doloroso abbandono della partita, è a forte rischio anche il Mondiale.
    Sergio Ramos andava punito, ma punire il Real e i suoi calciatori è sempre difficile e Milorad Mazic, l’arbitro serbo, non ha fatto eccezione, pur senza provocare sfracelli. Fino all'uscita di Salah, meglio il Liverpool per pressing, aggressività, velocità nelle ripartenze e precisione nei passaggi. Al contrario, dopo la sostituzione dell’egiziano con Lallana (in panchina non c'era molto di meglio), l'atteggiamento della squadra di Klopp è mutato: otto uomini dietro la linea della palla, un filtraggio stretto e corto, la chiusura di tutti gli spazi.

    Ovvio che, dopo il "suicidio" tecnico di Karius, ad inizio di ripresa, l'impresa del pareggio sarebbe stata titanica. Eppure i rossi ci sono riusciti quasi subito (55') da calcio d’angolo. Lovren ha schiacciato di testa, Mané si è inserito e ha messo dentro al volo. Ci sarebbe stata ancora partita se l'errore di Karius non avesse minato la sicurezza di tutti. Zidane ha azzeccato il cambio di Isco con Bale, mentre Ronaldo ha continuato la sua attività decorativa ai margini della contesa. Tuttavia non posso scrivere che il Real ha vinto solo perché c'era Karius in porta. Quello, come ha affossato il Liverpool, ha aiutato. Però vanno contabilizzati un gol annullato a Benzema (fuorigioco) e una traversa di Isco a Karius battuto. Un legno, per la verità, l’ha colpito anche Mané (si era sul 2-1), l'unico del tridente ad avere mantenuto le attese. Sinceramente penso che neanche con il 2-2 la partita si sarebbe riaperta veramente. Primo, perché il Liverpool aveva speso di più e, come sempre, si stava spegnendo.
    Secondo, perché l'incognita Karius incombeva ad ogni conclusione dei bianchi. Così è finita 3-1. Tredicesima Coppa (tra Campioni e Champions) del Real. Terzo trionfo consecutivo per Zidane, mai nessun altro allenatore prima, mentre chi aveva vinto tre volte di seguito la Coppa dei Campioni c’era già stato (l'Ajax dal 1971 al 1973 e il Bayern di Monaco nel triennio 1974/76, mentre il Real dal 1956 al 1960 arrivò a cinque). Ronaldo ha fatto cento vittorie in Champions, ma questa potrebbe essere l’ultima con il Madrid. Le sue parole, alla fine, sono state quasi un addio.

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