Calciomercato.com

  • Klopp condannato a vincere col gioco, Pochettino ha un'arma in più

    Klopp condannato a vincere col gioco, Pochettino ha un'arma in più

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Questa sera, nella finale di Champions League che andrà in scena al Wanda Metropolitano di Madrid, uno dei due si scrollerà di dosso l’etichetta di perdente. Se sarà Jurgen Klopp, logico favorito, avrà finalmente vinto il primo trofeo da quando allena il Liverpool. Al contrario, se a prevalere fosse Mauricio Pochettino, saremmo di fronte al primo titolo in carriera del tecnico argentino di origini italiane. Voglio essere subito chiaro: il Liverpool è più forte del Tottenham, ha fatto meglio dagli ottavi in avanti e si fa preferire per qualità e varietà di gioco. Klopp è un po’ troppo esuberante per i miei gusti, ma il suo gegenpressing, cioé la continua scalata in avanti per recuperare la palla appena la si è persa, rappresenta una delle poche novità nei principi di gioco dell’ultimo decennio.

    Prima di una finale, però, amo sempre ricordare due mie considerazioni. La prima: una partita unica non dice mai tutta la verità. La seconda: da una finale persa non si torna mai completamente. In questo senso Klopp è stato sconfitto più di Pochettino e, soprattutto, può rischiare di finire impaniato nel tatticismo dell’avversario. Se il Liverpool è condannato a vincere attraverso il gioco, il Tottenham può riuscirci anche attraverso il controgioco. Alberto Polverosi, che ha analizzato splendidamente il successo del Tottenham sull’Ajax, ha scritto che Pochettino vinse quella partita con una mossa all’italiana, ovvero piazzando Llorente al centro dell’attacco e pretendendo dai suoi il lancio per attaccare la respinta o i palloni che lo spagnolo sapeva dove indirizzare.Comunque, in tutta sincerità, non credo che l’allenatore del Tottenham rinunci a Kane. E’ vero che è fermo da quasi due mesi, è vero che necessariamente non sarà al massimo, ma è uno dei centravanti più forti del mondo e, per quanto se ne sa, il suo allenatore non è obbligato a chiedergli di partecipare alla fase di non possesso. Tuttavia Pochettino è consapevole che la soluzione alternativa - palla lunga per Llorente - ha una propria efficacia, perché toglie il pallone dalla disponibilità di chi vorrebbe giocare sempre rasoterra, attraverso triangoli stretti e, più in generale, secondo una trama precisa e articolata.

    Poi una partita unica la può decidere anche la giocata individuale. I puristi del gioco non sempre l’apprezzano, ma è un’eventualità probabile soprattutto se la finale fosse preda della paura di scoprirsi e, dunque, di subire un gol. Non lo credo, però non si può escludere. In ogni caso è una possibilità che Klopp deve allontanare il prima possibile. Se è vero che in una finale bisogna avere pazienza, è altrettanto vero che più passa il tempo e più la squadra meno forte, in questo caso il Tottenham, prende fiducia. La mia convinzione è che il Liverpool deve condurre il gioco secondo natura e cercare il gol nel minor tempo possibile. Solo così potrà costringere l’avversario ad uscire dall’attendismo e a confrontarsi a viso aperto. Con questo non intendo dire che il Tottenham farà una partita difensiva. La cultura delle squadre inglesi non la contempla. Penso piuttosto che cercherà di controllare il ritmo, chiudendo le linee di passaggio e rafforzando le paratie sugli esterni. 

    Sono ragionevolmente sicuro che non per caso assisteremo ad una grande partita. Peccato ci tocchi la parte degli spettatori più o meno disinteressati. Al posto del Tottenham, che ha fatto strada eliminando l’Ajax, che a sua volta aveva eliminato la Juventus, ci sarebbe potuta essere tranquillamente la squadra di Allegri. E chissà, forse la storia tra i bianconeri e l’allenatore dei cinque scudetti consecutivi, non sarebbe finita

    Altre Notizie