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  • Klopp e Pochettino perdenti, Guardiola da triplete, rivincita Sarri: perché il calcio inglese non è il migliore d'Europa

    Klopp e Pochettino perdenti, Guardiola da triplete, rivincita Sarri: perché il calcio inglese non è il migliore d'Europa

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Fino a prova contraria - cioé fino alla prossima finale di Champions tra Liverpool e Tottenham - Jurgen Klopp e Mauricio Pochettino resteranno due perdenti d’Inghilterra. Dopo, il titolo riguarderà solo uno dei due, probabilmente Pochettino, che ha festeggiato il successo sull’Ajax come se fosse il traguardo massimo della sua carriera.

    Nel frattempo Pep Guardiola, con un Manchester City milionario, ha conquistato la sua seconda Premier consecutiva (la sesta per il club) e sabato, se batterà il Watford, a Wembley, avrà realizzato quello che si può definire il triplete nazionale: Coppa di Lega, campionato e, appunto, Coppa d’Inghilterra.

    L’ultimo turno della Premier non ha offerto sorprese, se non l’iniziale vantaggio del Liverpool sul Wolverhampton Wanderers (1-0 gol di Manè), mentre il City pareggiava e poi perdeva (1-0 gol di Murray) a Brighton. Ma ad Anfield l’esultanza è durata poco perchè Aguero ha pareggiato un minuto dopo il vantaggio dei padroni di casa e Laporte, da angolo, ha portato avanti il City in meno di dieci minuti. 

    Fine dei giochi e fine delle illusioni. Il City ha segnato altre due volte con Mahrez e Gundogan (4-1 ), il Liverpool ha raddoppiato a nove minuti dal 90’ ancora con Manè. Totale 98 punti contro  97 che, anche per il Liverpool, vuol dire un grande campionato. Ma, si sa, vince solo uno ed è quello dell’anno scorso. Guardiola non ha sbagliato nulla nella seconda parte di campionato, Klopp ha buttato via un vantaggio di otto lunghezze nel girone di andata. 

    Il Chelsea di Maurizio Sarri che, secondo i tabloid sarebbe dovuto essere esonerato tre mesi fa, non solo è finito terzo, un punto davanti a Pochettino, ma ha perso la finale di Coppa di Lega solo ai calci di rigore ed è in finale di Europa League contro l’Arsenal quinto. 

    Malissimo il Manchester United. Era sesto e, dunque, fuori dalla Champions con Mourinho, è rimasto nelle stesse condizioni con Solskjaer, anche se tutti scrivevano che, una volta giubilato il portioghese, la squadra era rifiorita e i giocatori erano sereni per non dire felici. Mi piacerebbe conoscere qualcuno dei dirigenti che, sulla scorta di qualche risultato positivo ma senza la pazienza per vedere quanto sarebbe durato, a Solskjaer hanno fatto un contratto di tre anni. Si troveranno senza mezza squadra (Pogba e altri congiurati vogliono andarsene) e con un mezzo allenatore.

    Avendo portato quattro squadre nelle due finali delle Coppe Europee molti hanno frettolosamente dedotto che il calcio che si gioca in Inghilterra (non esattamente il calcio inglese) è il migliore prodotto possibile. La realtà dice cose leggermente diverse: la Premier è la più ricca tra le leghe esistenti e in quel campionato giocano moltissimi campioni. Tuttavia Messi, Ronaldo, Neymar e Mbappé stanno altrove. Inoltre mentre esiste una scuola italiana o tedesca o spagnola degli allenatori, quella inglese è pressoché estinta. Infatti nessuna delle prime sei squadre del campionato inglese è guidata da un tecnico del Regno Unito.

    Al contrario è possibile, per non dire assai probabile, che il calcio ad alta intensità (forza, velocità, agonismo e tecnica) sia il calcio del presente e anche del futuro. E che l’Inghilterra, in questo, non abbia perso, ma rafforzato, i suoi connotati identitari. Ma la vera diversità con il resto del calcio mondiale è il melting pot, un calderone dove convivono origini diverse.   

     

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