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  • L'abbraccio fra Quagliarella e Pellissier: un po' di cuore in questo calcio bionico
L'abbraccio fra Quagliarella e Pellissier: un po' di cuore in questo calcio bionico

L'abbraccio fra Quagliarella e Pellissier: un po' di cuore in questo calcio bionico

  • Renzo Parodi
    Renzo Parodi
È stata la partita dei Grandi Vecchi, dei venerabili e venerati Sergio Pellissier, di anni 40, 516 presenze con la maglia del Chievo, 139 gol (112 in serie A) che ha salutato il calcio (chiuderà domenica a Frosinone) e il suo pubblico che lo ha celebrato come un imperatore reduce da un trionfo militare; e Fabio Quagliarella, anni 36, 153 gol in serie A, 26 in questo campionato con la maglia della Sampdoria, capocannoniere e miglior attaccante della Serie A per le statistiche della serie A. Commovente l'abbraccio fra i due a metà della ripresa, quando l'antico bucaniere clivense ha lasciato il campo nel delirio degli applausi del pubblico e delle lacrime (sue) e all'uscita dal campo ha ricevuto persino il corridoio d'onore dei compagni. Poi la festa finale e le parole del patron Campedelli che incorona Pellissier prossimo presidente operativo del Chievo. Un bel pomeriggio di calcio insomma, di stampo e sentire antichi, che peraltro non è stato onorato da un spettacolo altrettanto memorabile.

Lo 0-0 finale è figlio delle scarse motivazioni delle due squadre
, il Chievo già retrocesso da qualche settimana, la Sampdoria che ha dato l'addio al treno dell'Europa. La pioggia battente e il campo scivoloso non hanno favorito la tecnica della Sampdoria che tuttavia è stata la solita Sampdoria di questa bizzarra primavera: calligrafica, estetizzante e al momento del dunque, decisamente sdentata, persino nel professor Quagliarella che comunque assieme all'amico Pellissier ha fatto la figura del professore in mezzo a due indisciplinate scolaresche. Neppure la superiorità numerica goduta per un'ora (espulso Barba per un fallo su Defrel) ha innescato la voglia della squadra di Giampaolo di rompere il muro della monotonia. L'obiettivo di classifica - il nono posto - è ormai consolidato e francamente non era facile trovare ulteriori motivazioni. Giampaolo in settimana vedrà Ferrero e deciderà se prolungare il suo rapporto con la Sampdoria o tagliarlo e guardare altrove. Decisione difficile, ma necessaria. Giampaolo ha spiegato di aver bisogno di certezze e di obiettivi, di sapere di poter alzare l'asticella. E Ferrero, che è in trattativa per cedere il club, dovrà convincerlo che nell'immediato futuro il club sarà attrezzato per fare il salto di qualità.

La partita. Chievo con la difesa a tre, la Sampdoria col consueto 4-3-1-2 e gli assenti Andersen e Murru rimpiazzati da Ferrari e Tavares. Il Chievo subito in gol con Leris (lancio di Bani), Colley saltato come un birillo e Rafael (Audero, acciaccato siede in panca) infilato come un tordo. Senonché il Var interviene e dopo un lungo consulto coll'arbitro Aureliano rileva un fuorigioco dell'esterno clivense. Roba di centimetri, ma le immagini parlano chiaro. Si ritorna allo 0-0. Il match corre senza grandi sussulti, le occasioni ci sono (Defrel, Ekdal, Stepinski, Depaoli, Pellissier su pasticcio coi piedi di Rafael) ma nulla di clamoroso. La seconda svolta al 39', Barba entra a stecca su Defrel, Aureliano estrae il rosso. Proteste del Chievo, l'arbitro probabilmente ha valutato il potenziale di rischio dell'entrata scomposta, lo si comprende dal labiale dell'arbitro: "Potevi spaccargli il ginocchio". Barba era stato graziato nove minuti prima per un fallo intenzionale di Quagliarella e dunque i conti tornano. Si chiude il tempo coll'infortunio muscolare di Leris sostituito da Hetemaj.

Ripresa, Di Carlo risistema la squadra, passando alla difesa a quattro. E subito la Sampdoria potrebbe sfondare ma il destro di Defrel sotto la traversa trova la mano protesa di Semper, sempre più sicuro. Altro destro di Gabbiadini, parato facile. La Sampdoria si installa nella metà campo del Chievo ma è un predominio sterile, la squadra continua a ingolfarsi nell'imbuto apprestato da Di Carlo e la difesa veneta è un muro solido contro la quale si infrangono i ricami blucerchiati. Giampaolo prova con Caprari per Gabbiadini e Jankto e Linetty, ma il match sferraglia sui binari già collaudati, Sampdoria all’attacco del Chievo ben rinserrato a difesa della porta di Semper. L'addio di Pellissier spezza la monotonia, una parentesi davvero delicata e inusuale in questo calcio bionico e liofilizzato nei sentimenti. La Sampdoria termina con quattro punte (Sau è subentrato a Tavares) ma è del Chievo l'ultimissima chance, con Pucciarelli (subentrato a Pellissier) che manca il tap in a tu per tu con Rafael che aveva respinto male un bolide di Diousse. Era destino che questo match fosse destinato a non fare vittime. Ed è stato giusto così.  

IL TABELLINO

Chievo Verona-Sampdoria 0-0


Chievo Verona (3-4-1-2): Semper; Bani, Cesar, Barba; Depaoli, Leris (48' p.t. Hetemaj), Dioussè, Jaroszynski; Vignato (30' s.t. Kiyine); Pellissier (28' s.t. Pucciarelli), Stepinski. All. Di Carlo.

Sampdoria (4-3-1-2): Rafael; Bereszynski, Ferrari, Colley, Tavares (37' s.t. Sau); Praet, Ekdal, Linetty (23' s.t. Jankto); Defrel; Quagliarella, Gabbiadini (18' s.t. Caprari). All. Giampaolo.

Arbitro: Aureliano da Bologna

Ammoniti: 32' p.t. Stepinski (CV), 25' s.t. Hetemaj (CV), 40' p.t. Pucciarelli (CV)

Esplusi: 40' Barba (CV)​

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