L'indecente gestione di Sea Watch 3: ragazze, speriamo che Salvini non dichiari guerra all’Olanda!
La responsabile, in positivo, di questa vicenda è Carola Rackete, la capitana della nave che, evidentemente, anche lei si “era rotta le palle” nel vedere gente innocente soffrire e che pertanto ha deciso di forzare il blocco intimato dalla Guardia di Finanza e di fare ciò che qualunque essere umano provvisto di un minimo di dignità e di sentimento per il prossimo avrebbe fatto.
Carola, giovane donna tedesca, non appartiene ad alcun schieramento politico e da anni viaggia per mare sulle imbarcazioni di Greenpeace o su quelle scientifiche dove a bordo si studiano i ghiacci dell’Antartide e quei mutamenti climatici responsabili, in questi giorni, di un caldo mai visto da cento anni a questa parte. Una scienziata, dunque, non una rivoluzionaria che pagherà la colpa di possedere un’anima. Quella che pare non abbiano i governanti di un’Europa disattenta e meno che meno il disinvolto nostro vice premier che si sente autorizzato a ignorare ogni forma di umana pietas soltanto perche i partner del cartello UE fanno le orecchie da mercante.
Certo che il destino spesso è bizzarre e sembra volersi divertire a provocare. Il caso Sea Watch cade proprio alla vigilia di un evento carico di allegria, felicità e pulsioni positive. Sabato, infatti, le nostre fantastiche ragazze azzurre dovranno vedersela con le avversarie olandesi per un momento di calcio-spettacolo che nessuno si aspettava. Ora visto che per venerdì è atteso il picco più alto delle temperature e dato che il troppo caldo può anche dare alla testa delle persone già di oro sopra le righe l’augurio è che prima di quella data a qualcuno non venga il mente di dichiarare guerra all’Olanda. Ovviamente lo diciamo come paradossi per sdrammatizzare un fatto orribile. Ma anche per esorcizzare perché, visti i tempi, non si sa mai.