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  • L'Inter fa la grande e resta in scia alla Juve. Esce Belotti, il Toro non fa più paura

    L'Inter fa la grande e resta in scia alla Juve. Esce Belotti, il Toro non fa più paura

    • Gian Paolo Ormezzano
      Gian Paolo Ormezzano
    Torino-Inter comincia quattro ore dopo la fine di Atalanta-Juventus. I calciatori di serie A sono professionisti, ci mancherebbe, e debbono sempre dare il meglio, il massimo: e lo danno, chi non lo pensa è brutto e cattivo. Ma gli spettatori sono dilettanti eccome, dilettanti che si dilettano con vari giochi mentali, e così possono albergare pensieri assortiti: per dire, sicuramente qualche tifoso granata pensa che non sia il caso, battendo l’Inter, di lanciare la Juventus verso l’ennesimo scudetto, quella Juventus che ha vinto il derby del non rigore su mani di De Ligt. Questo è il brutto e il bello del calcio, deforme e attraente: con l’unità aristotelica di luogo, pensiero e azione, insomma con l’orario eguale per tutti, magari accadevano le stesse cosacce ma bisognava fare acrobazie di informazione, altro che quattro ore di tempo per ponzare. Adesso il salotto di casa Borgia, con buffet di veleni e sospetti, è aperto a tutti per lungo tempo e in tante giornate di campionato, specie se diluite dal venerdì al lunedì.

    Be’, la partita. La pioggia a non condizionarla in maniera specifica, visto che è pioggia nazionale eguale per tutta l’Italia, in questo novembre tristemente democratico. Belotti è messo giù malamente dopo 5’, come da copione, ancora pochi minuti e De Vrij gli applica il gomito sulla faccia, e il Gallo cade pure male, e insomma esce pieno di dolori ed entra Zaza, ed è un’altra squadra, senza trapano per bucare l’Inter. La quale Inter gioca calma e ordinata, Conte urla ma sembra che nessuno dei suoi se lo fili troppo nelle sue esigenze di sabba permanente. Dopo dieci minuti abbondanti Vecino sposta a centrocampo un pallone alto, lo pizzica quel che basta per lanciare Lautaro Martinez: difesa granata presa in velocità, un must ormai, e gol, neanche Sirigu può opporsi, Sirigu che pure ha già fatto qualche bella cosa delle sue. Partita con pochi falli, uno ogni tre minuti eppure il fango scuserebbe tanti interventi balordi, il meglio è il duello Ansaldi-D’Ambrosio. L’Inter raddoppia comodo alla mezz’ora, angolo e palla che spiove sul secondo palo, De Vrij arriva a colpire in solitudine beata, sembra quasi un balletto di un  danzatore solista. Fine tempo con Barella che si procura un crack balordo dentro una gamba, lo descrive a gesti intanto che palesemente soffre. Entra per lui Borja Valero, che molti credevano trapassato ad altro calcio. Handanovic fa il Sirigu e lo fa persin meglio di Sirigu, anche se su tiri non ricchi di potenza, senza zic né zac, tiri adorati dai portieri per fare comode belle figure di volatori.

    Ripresa e dopo neanche dieci minuti è 3 a 0, contropiede di Lautaro per Lukaku che con comodo prende la mira e segna, la difesa granata accompagna tutta l’azione con reverenza divertita, sembra quando i bambini corrono fiancheggiando la banda nelle feste di paese. Pozzanghere che la vincono ormai sull’assorbimento del terreno, il Torino continua a produrre un gioco che è accademia simpatica sul bagnato, l’Inter lascia abbastanza fare. Lukaku riesce a non fare quattro, piove pioggia anche lustrale, mistica, se la gente granata non si arrabbia troppo, anzi, e non si esalta troppo quella nerazzurra. E viene da ridere pensando a come era stato gonfiato per giorni e giorni il match, fra l’altro enfatizzando sino al calcio d’inizio il confronto fra Conte e Mazzarri con le rispettive reciproche allergie. E ora auguri a Belotti e Barella, Toro e Inter e si capisce Italia hanno bisogno di loro.

    Ma fatti i nomi dei feriti, dobbiamo fare anche quelli dei sani che hanno gicoto meglio. Nel Torino che ha perso secco Meité ha spiegato come si dribbla bene e come si rischia di sciupare tutto se si dribbla troppo. Zaza non è Bellotti, Verdi non vale 25 milioni, Nkoulou da quando ha voglia di andare alla Roma non è più lui. Mazzarri e anche Cairo diranno che va tutto bene, ma forse cominciano a non crederlo, a costo di imporsi una sincerità spietata ed autocritica, scordando il successone di Brescia, troppo facile e dunque traditore. 

     L’Inter è più facile da spiegare e dunque lodare ed apprezzare: ha vinto e per fare 3 a 0 fuori casa bisogna che tutti o quasi tutti siano bravi assai. Hanno tenuto alto il passo della partita speciallemte Lautaro e Lukaku e Vecino , ma senza troppo brillare sugli altri: il che vuol dire semplicemente che tutti sono diligenti nel fare il compito. Tengono il passo della Juventus e aspettano Sensi e il mercato ormai vicino per qualche allungo speciale​







    IL TABELLINO

    Torino-Inter 0-3 (primo tempo 0-2)

    Marcatori: 12’ p.t. Martinez (I), 32’ p.t. De Vrij (I), 10’ s.t. Lukaku (I)

    Assist: 12’ p.t. Vecino (I), 32’ p.t. Brozovic (I)

    Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer (12’ s.t. Aina); De Silvestri, Lukic, Baselli (26’ s.t. Berenguer), Meité, Ansaldi; Verdi, Belotti (13’ p.t. Zaza). All.: Mazzarri

    Inter (3-5-2): Handanovic; Godin, de Vrij, Skriniar; D'Ambrosio, Vecino, Brozovic, Barella (48’ p.t. Borja Valero), Biraghi; Lautaro Martinez (24’ s.t. Candreva), Lukaku. All.: Conte

    Arbitro: Maresca di 

    Ammoniti: 35’ p.t. Martinez (I), 13’ s.t. D’Ambrosio (I), 15’ Izzo (T), 28’ Aina (T)

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