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  • L'Inter s'inchina al dipendente Conte: ora si può dire di tutto
L'Inter s'inchina al dipendente Conte: ora si può dire di tutto

L'Inter s'inchina al dipendente Conte: ora si può dire di tutto

  • Alberto Polverosi
    Alberto Polverosi
Da oggi sull'Inter si può dire tutto. Anzi, di tutto. Si può attaccare con violenza, criticare con durezza, spingersi fino alla soglia delle insolenze. Lo possono fare tutti, Zhang e Conte hanno tolto l'embargo. Se, per esempio, il dirigente di un club, grande o piccolo che sia, dirà pubblicamente che il suo collega dell'Inter si è addormentato in Lega durante i calendari non ci saranno reazioni. Se l'allenatore di una qualunque squadra dichiarerà che l'Inter è una squadra costruita male, nessun nerazzurro potrà rispondere. E se un giocatore dell'Inter dirà che non si sente protetto, pazienza, si farà un altro comunicato per dire che c'è condivisione. Tutto questo lo ha già detto pubblicamente Antonio Conte. 

Il comunicato della società nerazzurra parla di "incontro costruttivo, nel segno della continuità e della condivisione della strategia. Con esso sono state stabilite le basi per proseguire insieme nel progetto". Non una parola per dire se Conte si è scusato, o anche se ha soltanto ridimensionato la portata dei suoi attacchi demolitori. Niente. Nemmeno sulla sua famiglia, un aspetto privato che, portato a galla dallo stesso allenatore ("a tutto c'è un limite, devo capire se la mia priorità è il calcio o la mia famiglia. Ci sono anche risvolti che se devono andare a intaccare la vita privata non vanno più bene") aveva sorpreso e sbigottito tutti. Ma che c'entra la sua famiglia? Evidentemente quei "risvolti" in tre giorni sono spariti. 

Da oggi via libera per Conte. E Marotta resterà? Chissà, un bersaglio fa sempre comodo. Dicono che sia stato decisivo il peso del denaro e di un esborso che i cinesi non potevano accollarsi. Ma i cinesi hanno pensato a quanto costa questo atteggiamento remissivo sul piano dell'immagine? Che valutazione possiamo dare a una società che aspira a rientrare fra le grandi d'Europa e che si china davanti a un dipendente da 11 milioni netti di stipendio all'anno? Stiamo parlando dell'Inter, non della Pippolese. 

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