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  • L’inutile lettera di Della Valle contro Firenze: ma che vuole farne della Fiorentina?
L’inutile lettera di Della Valle contro Firenze: ma che vuole farne della Fiorentina?

L’inutile lettera di Della Valle contro Firenze: ma che vuole farne della Fiorentina?

  • Stefano Agresti
    Stefano Agresti
La lettera che Diego Della Valle ha scritto a Firenze è innanzitutto comoda come formula: io dico quello che voglio, nessuno può farmi domande, chiedere, approfondire. Evitare il contraddittorio è un modo piuttosto arrogante di proporsi. Perché il padrone della Fiorentina non si siede a un tavolo e non si confronta con chi la pensa in modo diverso da lui?

 

E’ anche, la lettera di Della Valle, all’apparenza dura. All’apparenza, già, perché poi, se l’analizziamo, non dice granché. Anzi, non spiega un bel nulla. Ad esempio non indica chi è, o chi sarebbe, che “vuole sfasciare tutto” e “destabilizzare l’ambiente”, chi “crea questo clima ostile e violento” per “alimentare il caos e la confusione”. Chi è, di grazia, questo mostro? O sono più di uno? Se ha le idee chiare, perché non lo dice anche a noi? Né ovviamente si intravede lo straccio di un'autocritica, di un'assunzione di responsabilità: abbiamo sbagliato anche noi... Macché

 

Ma, soprattutto, questa lettera non chiarisce quello che Della Valle vuole fare della Fiorentina. Quali sono i programmi? Vedremo una squadra più forte oppure smembrata dei suoi calciatori migliori, come accaduto spesso in un recente passato? Il ridimensionamento (c’è stato un periodo in cui i viola partecipavano alla Champions…) proseguirà oppure ci sarà finalmente un’inversione di tendenza? E i dirigenti che hanno portato la Fiorentina fino a qui, anzi fino a quaggiù, continueranno a essere punti di riferimento?

 

Si percepisce che allo stadio Della Valle quasi non pensa più, questo sì. E si parla di una passione che - diciamoci la verità - da parte di Diego non è mai esistita: tifoso dell’Inter, si è probabilmente pentito di avere preso la Fiorentina un istante dopo averla acquistata. E i risultati si vedono.

 

Su una cosa Della Valle ha ragione: la violenza è inammissibile. E quella la condanneremo sempre, ci mancherebbe. Ma le manifestazioni civili di dissenso fanno parte di qualsiasi democrazia. Anche di quelle nelle quali si evitano i contraddittori e ci se la cava con una bella lettera.

@steagresti
 


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