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  • L'Italbasket operaia va ai Mondiali: sembra il Milan tutto cuore di Gattuso

    L'Italbasket operaia va ai Mondiali: sembra il Milan tutto cuore di Gattuso

    • Emanuele Tramacere

    L'Italia del basket torna ai Mondiali. La Nazionale allenata da Meo Sacchetti ha fatto suo il primo match point a disposizione, ha distrutto l'Ungheria nella serata di ieri a Varese e ha strappato, sul campo il pass per i Mondiali che si terrano in Cina dal 31 agosto al 15 settembre. Il 75-41 finale ben racconta la prova d'orgoglio degli Azzurri che tornano a giocare la massima competizione internazionale dopo 13 anni. L'ultima volta, infatti, fu in Giappone nel 2006 quando l'Italia di Basile e Soragna fu ammessa grazie a una wild card, Per ritrovare una qualificazione diretta bisogna invece risalire fino al 1998 quando Fucka, Meneghin e Myers ci portarono fino al sesto posto finale.


    UNA NAZIONALE OPERAIA E SENZA STELLE - Una Nazionale che ha dominato la gara decisiva dal primo all'ultimo secondo grazie a una difesa super che ha tenuto l'Ungheria a soli 9 punti segnati nel primo quarto e solo 15 all'intervallo. Capitan Aradori ha trascinato la squadra entrando dalla panchina con 11 punti. 15 sono invece quelli messi a segno da Amedeo Della Valle con il 43% dall'arco e importante è stato anche l'apporto di Alessandro Gentile, tornato decisivo con 9 punti e 6 rimbalzi. Una nazionale operaia che ha messo cuore e grinta sul campo seguendo alla lettera le indicazioni di Coach Sacchetti chiaro e coerente fin dall'inizio di questo magico percorso: ​"Quando sono arrivato gli ho spiegato che oltre all'attacco, avrebbero dovuto dare il 100% in difesa perché qui siamo in tanti e non ci sono stelle".

    SACCHETTI COME GATTUSO -
    Un Sacchetti, fresco vincitore della Coppa Italia con la sua Cremona, che è riuscito a ripetersi 5 giorni dopo tirando fuori il meglio da un gruppo umile e compatto. Un po' come fatto negli ultimi due mesi da Gennaro Gattuso con il suo Milan, con una rosa decimata dalle assenze ma in grado di stupire per cuore, sacrificio, grinta e capace al tempo stesso anche di sopperire alla grande alla tensione legata all'addio di Gonzalo Higuain. "Non chiedetemi degli altri giocatori, di quelli che oggi non ci sono. Parliamo di quelli che sono qui, che hanno vinto una bella partita. Oggi si parla di questa gara, voglio rispetto per chi ci ha fatto vivere questa vittoria". Gattuso o Sacchetti davanti al microfono? Poco cambia.

    LE STELLE CHE FANNO? - Già gli altri, le cosiddette stelle, quelle che non hanno quasi mai potuto rispondere alle convocazioni per gli impegni in Nba ed Eurolega e che ora tutti invocano. Belinelli, Gallinari, Hackett, Melli, Datome, la nuova generazione d'oro del nostro basket che ha fallito fin troppi appuntamenti avrà probabilmente l'ultima occasione per dimostrare il proprio valore a discapito di chi, questa squadra, in Cina ce l'ha portata con sudore e sacrificio. Sacchetti, proprio come Gattuso, ora dovrà essere bravo a gestire l'abbondanza dopo un periodo di "vacche magre". E scegliere non sarà semplice.


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