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  • Solskjaer traballa: del Manchester United non c'è più niente, Emery salvo
Solskjaer traballa: del Manchester United non c'è più niente, Emery salvo

Solskjaer traballa: del Manchester United non c'è più niente, Emery salvo

  • Renzo Parodi
    Renzo Parodi
Mezz'ora di sbadigli, poi il match fra due delle sei Big Six della Premier League inglese si accende come un falò di San Giovanni. Finisce 1-1 fra Manchester United e Arsenal (gol di McTominay allo scadere del primo tempo, pareggio di Aubameyang in apertura di ripresa) ma e il punto è buono soltanto per i londinesi che scampano alla legge, ahimé alquanto logora, di Old Trafford. Per i Red Devils, ingolfati in un anonimo centro classifica (tendente verso il basso) un brodino tiepido che non li sazia e anzi trascina avanti il male oscuro (ma mica troppo…) che li tormenta dall'inizio della stagione. 

Bei tempi quando Manchester United ed Arsenal si contendevano il titolo nazionale e guerreggiavano a distanza in Champions League. Ora i due nobili club si accontentano della Europa League, dieci gradini al di sotto dei palcoscenici dell'età dell'oro. In Premier la capolista Liverpool (21 punti) è già lontanissima, ben 13 punti sebbene la squadra di Solskjaer abbia appunto la partita con l'Arsenal da disputare. Della formazione trionfale guidata da sir Alex Ferguson non è rimasto nessuno (neppure lo spirito, purtroppo) e i Red Devils annaspano addirittura all'undicesimo posto della classifica della Premier League. Ole Gunnar Solskjaer è un tecnico provvisorio, nel senso che la sua panchina traballa e non è detto che prima o poi non crolli. Classifica a parte, deve affrontare un caso spinoso, la convivenza con Pogba non è idilliaca, il granatiere francese come già con Mourinho ha difficoltà a misurarsi con il suo coach e con i compagni, a gennaio potrebbe salutare e trasferirsi. In estate la Juventus aveva provato a realizzare il clamoroso ritorno ma non se ne era fatto nulla. Potrebbe riprovare il colpo.

Sull'altro fronte i Gunners (11 punti in graduatoria) rimpiangono l'era di monsieur Arsene Wenger, l'algido coach che ha segnato un'epoca per il club del Nord di Londra. Il suo erede attuale, lo spagnolo Unai Emery sta guidando la squadra fra qualche inciampo, l'Arsenal veleggia a mezza classifica (era ottava prima del match dell’Old Trafford) e pure Emery ha il suo caso, il turco tedesco Ozil non ingrana e a gennaio potrebbe fare le valigie. Tradizione favorevole al Manchester, in Premier contro l'Arsenal non perde all'Old Trafford dal 2006. Da allora, 8 vittorie e 4 pareggi. Match numero 201 fra le due squadre in Premier. Il Manchester recupera gli acciaccati Pogba e Rashford e si schiera col 4-2-3.1 che prevede Rashford punta unica. L'Arsenal risponde col 4-3-3,  il giovanissimo attaccante Saka agisce come esterno d'attacco a sinistra, alla sua terza presenza in Premier. E' un talento puro e farà bene. Old Trafford sold out come sempre, in tribuna il patriarca sir Ferguson, venuto ad incoraggiare la sua squadra. Piove fitto e il manto erboso luccica perfetto sotto le sferzate della pioggia.

La prima mezz'ora del match è sonnacchiosa, il Manchester controlla il gioco alzando il baricentro, ma il giropalla è lento e scontato. Pogba sbaglia appoggi facili, Lingard è poco reattivo, James sulla fascia mancina opera qualche strappo senza esito, davanti Rashford non è brillante e la difesa dei Gunners si dispone a presidio della porta di Leno senza mai sbandare. Papastathopoulos è il perno del catenaccio arretrato che ha in David Luiz l'altro cardine. L'ex sampdoriano Torreira gioca interno sinistro e se la vede spesso col francese che inalbera una frezza gialla sulla capigliatura ma non ricorda affatto il tonitruante e arrembante centrocampista che stupì con la maglia della Juventus. Non si fanno complimenti in campo, gli ammoniti del primo tempo sono quattro, tutti per gioco falloso: i nomi di Chambers, Rashford, Pereira e Young finiscono sul taccuino dell'arbitro Friend. Nella ripresa si aggiungeranno Lingard e Xakha. E fanno sei.

All'improvviso il match si accende. Minuto 28, Pereira in percussione centrale palla al piede perfora la linea difensiva dell'Arsenal e scarica un sinistro filante dal limite dell'area di rigore che Leno assorbe in tuffo sulla propria sinistra. Minuto 42, contropiede dei Red Devils, Rashford è un furetto, brucia Chambers e Papastathopoulos ma cicca malamente il pallone al momento del dunque. Il gol è maturo e giustamente spunta sull'albero del Manchester, sebbene l'Arsenal si mangi il vantaggio al termine di un fulmineo contropiede concluso da un mancino di Saka e proseguito, dopo la respinta di De Gea, da Guendouzi che si fa parare la ribattuta dal portiere spagnolo. Sul capovolgimento di fronte l'azione avviata da Rashford sbocca sui piedi di McTominay, lo statuario centrocampista controlla il pallone e da 18 metri spara un missile che Leno può soltanto osservare mentre si spegne sotto la traversa: 1-0 Manchester all'intervallo. E va bene così, troppo timido l'Arsenal che ha puntato esclusivamente sul contropiede.

Ripresa, l'Arsenal si risveglia. Per forza, deve provare a risalire lo svantaggio. Dopo un tocco di braccio sospetto di Kolasinac in area di rigore (il Var non interviene) Emery toglie Torreira (9') che aveva appena ciccato da pochi metri il ghiotto pallone del pari e mette Ceballos, più rapido e offensivo dell'uruguaiano. Poco dopo (13') i Gunners tornano a galla. Sulla sua trequarti campo Tuanzebe appoggia sciaguratamente un pallone dall'esterno all’interno, Saka intercetta e serve Aubameyang, che è un falco, lo arpiona e giustizia De Gea. Il bomber non fa in tempo ad esultare perché l'assistente Ledger alza la bandierina segnalando una posizione di fuorigioco che non c'era. Santa Var interviene e convalida il gol: 1-1. In rapidissima sequenza Saka si divora il 2-1 Arsenal calciando alto al volo dal dischetto. Finalmente si gioca al calcio nel catino urlante dell'Old Trafford. I Red Devils alzano il ritmo ma non c'è lucidità nelle ondate rosse che si rovesciano verso la porta di Leno. Sono i McTominay e Maguire a gettare scompiglio nel cuore della difesa dell'Arsenal, e il furetto gallese James a mettere in croce Chambers che alla lunga ne ha ragione grazie all'esperienza. Rashford è più vivo  ma non incide granché nei sedici metri avversari e difatti è Maguire a scaldare i guantoni di Leno con un tiraccio molto angolato che il portiere smanaccia via.

Solskjaer decide di rimescolare le carte, sostituisce Lingard e Pererira con Fred e Greenwood, il giovane attaccante domani compirà 18 anni ed è una delle promesse più interessanti del calcio inglese. Emery risponde tirando via Pepe e buttando nella mischia Nelson (28'). Poi tocca a Saka per Willock. Il finale del match è tutto un fuoco d'artificio. Il Manchester si rovescia a pieno organico nella metà campo dell'Arsenal, a costo di beccarsi qualche contropiede mortale, il pallone giusto lo lavora Ceballos ma sbaglia grossolanamente il tiro (42'). L'unica palla gol per i Diavoli Rossi la confeziona nel recupero Rashford, su calcio di punizione dal limite dell'area, ma anche stavolta la manona di Leno sventa il pericolo. Al fischio finale Emery esulta e ne ha tutte le ragioni. Uscire indenne dalla tana rovente dell'Old Trafford è comunque un’impresa, sebbene la squadra di casa sia solo una pallida copia dei leoni condotti alle vittorie da sir Alex Ferguson. Sic transit e non pensiamoci più. Solskjaer sperava nel colpo di reni dei suoi, dovrà rimandare la resurrezione ancora per un po' di tempo. Auguri.

IL TABELLINO

Manchester United-Arsenal 1-1 (primo tempo 1-0)


Marcatori: 45' McTominay (M), 14' st Aubameyang (A).

Man United: De Gea; Tuanzebe, Lindelof, Maguire, Young; McTominay, Pogba; A. Pereira (dal 29' st Greenwood), Lingard (dal 29' st Fred), James; Rashford. All. Solskjaer.

Arsenal: Leno; Chambers, Sokratis, D. Luiz, Kolasinac; Torreira (dal 10' st Ceballos), Xhaka, Guendouzi; Pépé (dal 29' st Nelson), Aubameyang, Saka (dal 35' st Willock). All. Emery.

Arbitro: K. Friend (Eng).

Ammoniti: 10' Chambers (A), 27' Rashford (M), 32' A. Pereira (M), 41' Young (M), 23' st Lingard (M), 32' st Xhaka (A).

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