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  • La Juve come il Man City: i 42 milioni da Jeep non preoccupano la Uefa. Ma in Europa non è ancora al top

    La Juve come il Man City: i 42 milioni da Jeep non preoccupano la Uefa. Ma in Europa non è ancora al top

    • Dario Donato
      Dario Donato
    L’aumento è stato ben oltre il 100%. Perché il valore della sponsorizzazione Jeep sulla maglietta della Juventus è passato dal valere 17 milioni di euro a stagione fino ai 42 annunciati davanti agli azionisti nei giorni scorsi. Il tutto frutto di una rinegoziazione anticipata, di un contratto che, altrimenti, sarebbe rimasto fino al 2021 bloccato alle condizioni precedenti.
    Scrive la società bianconera nel comunicato che l’operazione è frutto dell’eccellente performance sportiva della prima squadra.

    E’ evidente che l’operazione è fatta in famiglia, sull’assetto non cambia nulla, perché Jeep è un marchio del gruppo FCA, controllato da Exor come avviene per la Juventus, quindi una cosiddetta parte correlata. Ma la singola sponsorizzazione non viola i parametri imposti dall’Uefa perché non supera il 30% del fatturato (l’avrebbe fatto a partire dalla cifra di 186,3 milioni).

    L’altro aspetto da tenere in considerazione è che l’Uefa valuta questo genere di accordi sulla base del “fair value” cioè del valore equo, parametrato con altre operazioni simili già presenti sul mercato. E allora è interessante mettere a confronto “quanto valgono” i 42 milioni di Jeep rispetto alle magliette degli altri top club europei, in una ipotetica classifica dei paperoni da sponsor.
     
    Uno degli accordi più recenti è sicuramente quello del PSG che con il gruppo ALL (hotel Accor) si è assicurato fino al 2027 una cifra tra i 50 – 60 milioni di euro su cui non c’è mai stata una disclosure ufficiale.

    La Juve come il Man City: i 42 milioni da Jeep non preoccupano la Uefa. Ma in Europa non è ancora al top

    Il matrimonio tra Bayern Monaco e Deutsche Telekom dura addirittura dal 2002 ed è passato attraverso diversi rinnovi, l’ultimo dei quali nel 2015 (fino al 2023) assicura al club bavarese introiti annui superiori ai 35 milioni di euro all’anno. La cifra precisa non è mai stata comunicata, ma è ipotizzabile un premio di almeno il 20% rispetto ai 30 milioni del penultimo accordo siglato nel 2012.

    In questa ipotetica classifica il Tottenham si fissa in alto grazie all’accordo con AIA rinnovato in estate e valevole fino al 2027: il valore è di 46,3 milioni di euro all’anno al cambio attuale sterlina/euro per Kane e compagni.

    La Juve come il Man City: i 42 milioni da Jeep non preoccupano la Uefa. Ma in Europa non è ancora al top

     L’Arsenal con Fly Emirates ha volato fin dal 2006, anche in questo caso attraverso diversi rinnovi, l’ultimo dei quali  garantirà il nome sulla maglia fino al termine della stagione 2023-24 superando per durata la mitica maglia JVC dei Gunners (1981-1999). Il valore dovrebbe essere superiore a 200 milioni di sterline per 5 anni, cioè anche in questo caso sopra ai 45 milioni di euro all’anno. Curiosità, quest’ultimo rinnovo milionario è stato negoziato da Ivan Gazidis, poi passato al Milan.

    La Juve come il Man City: i 42 milioni da Jeep non preoccupano la Uefa. Ma in Europa non è ancora al top

    Il Manchester United, tra i brand calcistici commercialmente più evoluti e ricchi al mondo, è in cerca di un nuovo accordo, visto che il maxi-deal con Chevrolet va a scadenza nel 2021. Con la casa automobilistica la cintura dorata si allacciò nel 2014 per un accordo di 7 anni da 450 milioni di sterline complessive, oggi circa 520 milioni di euro al netto dell’inflazione, circa 74 milioni di euro all’anno.  

    Restando nel Regno Unito il Chelsea sta già negoziando con Yokohama un allungamento del contratto quinquennale in scadenza al termine di questa stagione. Fu annunciato nel 2015 per un valore complessivo di 200 milioni di sterline, cioè anche in questo caso oltre 45 milioni di euro per stagione

    La Juve come il Man City: i 42 milioni da Jeep non preoccupano la Uefa. Ma in Europa non è ancora al top

    L’accordo tra il Manchester City ed Etihad è da sempre molto discusso proprio per le ragioni legate al fair play finanziario e il legame esistente tra la proprietà del club allenato da Pep Guardiola e la compagnia aerea del Qatar, a sua volta controllata dall’emirato. Una ulteriore lente si è accesa di recente dopo documenti riservati pubblicati da Der Spiegel nell’ambito del caso Football Leaks. Il valore della sponsorizzazione (che comprende anche il naming dello stadio) dovrebbe essere di 45 milioni di sterline all’anno, cioè 52 milioni di euro, ma è stato firmato addirittura nel 2009 (fino al 2020), all’epoca di Tevez e dell’arrivo di Roberto Mancini.

    Andando in Spagna gli occhi si puntano sul Real Madrid. Il primo accordo quinquennale con Fly Emirates valeva nel 2013 circa 30 milioni di euro esclusi i bonus. Da quel momento i Blancos hanno portato a casa 4 Champions League e il valore della rinegoziazione a fine 2018 è decollato fino a 70 milioni di euro annui valevoli fino al 2021.
     
    Tra Barcellona e i giapponesi di Rakuten il matrimonio durerà fino al 2022 al prezzo di 55 milioni di euro all’anno, un accordo che quando è stato siglato (2017) era più ricco di quello del Real Madrid.

    La Juve come il Man City: i 42 milioni da Jeep non preoccupano la Uefa. Ma in Europa non è ancora al top
      
    La rinegoziazione “monstre” appena annunciata dalla Juventus con lo sponsor Jeep si inserisce, quindi, perfettamente nei parametri economici della fascia media delle sponsorizzazioni ‘jersey’ dei club più importanti d’Europa. Anzi, è ragionevole dire che i 17 milioni precedenti erano anche sottovalutati rispetto ai principali competitors continentali.

    ​L’accordo dei bianconeri, insieme agli evidenti legami tra lo sceicco Mansour e la compagnia Etihad, controllata dal governo del Qatar, si può dire siano gli unici due casi tra i top club europei di sponsorizzazione di maglia tra parti correlate.
     

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