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  • La Juve parte fortissimo, ma il Malmoe è debole. Non sarà così col Milan

    La Juve parte fortissimo, ma il Malmoe è debole. Non sarà così col Milan

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    E all’improvviso esplose la Juventus. Derisa e compatita in patria, la banda di Allegri dilaga a Malmoe (3-0), nell’esordio in Champions League, vince la sfida a distanza con il Chelsea (solo 1-0 allo Zenit di San Pietroburgo) e, dunque, per quel poco che conta, si insedia in testa al gruppo H della massima competizione europea.

    Non è stata una partita perfetta, ma quasi. Tre gol nel primo tempo, uno annullato nella ripresa, sprazzi di gioco armonioso con Cuadrado, Dybala e Morata, un solo ammonito (De Ligt), nessun infortunio. 

    Dire che la Juve imbarazzante, battuta in casa dall’Empoli, sia stata cancellata non si può, perché l’avversario era troppo scarso e lo svolgimento della gara è stato favorito da episodi ravvicinati (il 2-0 e il 3-0 tra il 45’ e il 46’). Tuttavia la squadra è stata concentrata e compatta, gli esterni hanno fatto un grande lavoro, Bonucci ha giocato da difensore puro e da regista, Locatelli è stato più utile che bello, Dybala ha cucito il gioco, Morata ha procurato un rigore e segnato il terzo gol.

    Se poi parliamo della qualità della manovra, essa è stata tipicamente allegriana (molte ripartenze, almeno cinque palloni dietro la linea difensiva svedese) con l’eccezione della ripresa.

    La Juve, incoraggiata dal triplo vantaggio, non ha solo amministrato, ma - al culmine di un possesso palla avviato per scoraggiare e stancare gli avversari - è andata anche a cercare il quarto e quinto gol. Se non sono arrivati è stato perché Morata ha chiuso troppo debolmente una strepitosa azione con Cuadrado e Dybala (assist smarcante di tacco) e perché Kean, subentrato proprio a Morata, oltre alla rete annullata, ha mancato un diagonale (respinta di Diawara), propiziato da un altro colpo di tacco di Kulusevski, sostituto di Cuadrado.

    Ora per restituire proporzione al primo successo stagionale della Juventus, basterà ricordare due cose. La prima. Il Chelsea è molto più forte e sicuramente conquisterà il primo posto del girone.

    La seconda. Il Milan, ovvero la squadra più in forma della serie A, domenica sera arriverà a Torino con l’intento di aggravare ancor di più la crisi bianconera in campionato. Insomma c’è tanto da lavorare e, soprattutto, gli ostacoli di qui in avanti non saranno facili da superare come è stato con il Malmoe.

    Allegri ha ritrovato i sudamericani e si è visto. Ciononostante non ha voluto cambiare sistema di gioco rispetto a Napoli, quando in campo sono andate le riserve delle riserve. In sostanza 4-4-2 con Rabiot, esterno di sinistra, cioé palesemente fuori ruolo.

    Ma per me non è una sorpresa che l’allenatore non giochi con due esterni offensivi (per esempio, Cuadrado e Kulusevski, come avrebbe potuto). Piuttosto ha preferito le sovrapposizioni di Alex Sandro, impostando con De Ligt, Danilo e, soprattutto, Bonucci, finalmente leader: fatti, lanci e non parole (spesso) inutili.

    La Juve avrebbe potuto passare subito (10’) se Dybala, lanciato da Morata, non fosse scivolato di fronte a Diawara, spedendo alto.

    Poco male. Perché con un’azione avvolgente (Bentancur largo a Cuadrado, cross sfiorato ancora da Bentancur e messo dentro, quasi in ginocchio, da Alex Sandro), la Juve passa al 23’. L’esterno (basso) di sinistra potrebbe ripetersi quattro minuti dopo, quando Bonucci lo pesca in proiezione offensiva con un lancio sublime. Il controllo è buono, meno il diagonale, fuori di poco. 

    La Juve gioca con le palle lunghe dietro i difensori del Malmoe, quasi sempre sorpresi anche a palla scoperta. Locatelli per Morata (32’) mette il centravanti spagnolo a tu per tu con il portiere in uscita, bravo a stoppare il pallonetto teso a scavalcarlo. 

    Il finale di tempo della Juve è straordinario per quanto riesce a far accadere nel brevissimo lasso a  disposizione. Al 44’ Morata, azionato da Danilo sul filo del fuorigioco, viene messo a terra da Nielsen. L’arbitro portoghese Artur Dias non ha dubbio e indica il dischetto. Sul pallone va Dybala che tira malissimo (centrale anche se forte), la palla passa tra i piedi del portiere e va in rete.

    Sembra tutto. Invece, nei due minuti di recupero e, per la precisione, al 46’ un rinvio lungo di Szczesny (unica parata, peraltro sicura, al 92’) viene deviato da Rabiot che mette in azione Morata (dopo velo di Dybala) davanti a Diawara. Il controllo del centravanti è un po’ laborioso, poi colpisce di interno destro (voleva colpire di esterno) e mette in rete.

    La Juve riesce ad andare al riposo con quel che voleva e nella ripresa prova anche ad arrotondare. Poi Allegri (67’) risparmia Morata (dentro Kean) e Bentancur (dentro Mc Kennie). Quindi (81’) Ramsey per Dybala e Kulusevski per Cuadrado. Infine (85’) Rugani per De Ligt. 

    La Svezia non è la luna, ma partire forte in Europa, e senza prendere gol (prima volta che accade anche comprendendo le amichevoli) non era per nulla scontato. Resta tanto da fare. Ma la Juve almeno respira

    :(actionzone)

    Malmoe-Juventus 0-3

    Marcatori: pt 23' Alex Sandro, 45' Dybala rig., 46' Morata.

    Assist: p 23' Bentancur.

    Malmoe (3-5-2): Diawara; Ahmedhodzic, Nielsen, Brorsson; Berget, Innocent (30' st Nanasi), Christiansen, Rakip (14' st Nalic), Rieks (30' st Olsson); Birmancevic (14' st Abubakari), Colak. A disp. Ellborg, Dahlin, Larsson, Beijmo, Gwargis, Eile, Bjorkqvist. All. Tomasson.

    Juventus (4-4-2): Szczesny; Danilo, Bonucci, De Ligt (41' st Rugani), Alex Sandro; Cuadrado (37' st Kulusevski), Bentancur (22' st McKennie), Locatelli, Rabiot; Dybala (37' st Ramsey sv), Morata. (22' st Kean) A disp. Perin, Pinsoglio, De Sciglio, Chiellini. All. Allegri.

    Arbitro: Dias (Portogallo).

    Ammoniti: pt 39' Brorsson (M), 43' Nielsen (M); st 13' De Ligt (J).
       

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