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  • La Juve può perdere da chiunque: è a pezzi fisicamente e mentalmente

    La Juve può perdere da chiunque: è a pezzi fisicamente e mentalmente

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Juventus è a pezzi - fisicamente, mentalmente, moralmente - e probabilmente perderà il prossimo scontro diretto con Napoli, riducendo il suo comunque cospicuo vantaggio in classifica. Ma il Bologna non è l’Atletico Madrid, Sansone non è Godin (o Gimenez) e Perin si dimostra affidabile quanto Szczesny almeno quando resta tra i pali. Uno, quello di sinistra, gli ha dato anche una mano sul tiro di Sansone. Però, senza la deviazione del portiere, adesso staremmo commentando un deludente 1-1 dopo la disfatta di Madrid. Invece, almeno per sette giorni e, poi, per i nove successivi, Allegri potrà lavorare con l’obiettivo di  recuperare uomini (Douglas Costa, Pjanic entrato solo a 12’ dalla fine, più a lungo termine Khedira) e, soprattutto, la forma fisica.

    Anche se ha vinto a Bologna (e un pareggio sarebbe stato più aderente a quanto visto sul campo), questa Juve oggi può perdere da chiunque. Allegri lo sa talmente bene che, dopo essere passato in vantaggio con Dybala (67’), ha modificato il suo anomalo 4-3-3 (Bernardeschi ha fatto la mezzala e Cancelo, male, l’esterno alto) con un 4-4-1-1 richiamando Madzukic sull’esterno di sinistra, dirottando Bernardeschi a destra e lasciando Dybala dietro al solo Ronaldo, un’ombra sbiadita sul campo.
    Nel finale, cioé dall’86’ alla conclusione, per fronteggiare le quattro teoriche punte del Bologna, Allegri non ha avuto pudore di ricorrere alla difesa a cinque con l’ingresso di Chiellini al posto di Bernardeschi. Paradossalmente, però, è stato proprio al 90’ che la Juve ha rischiato di subire gol, anche per la dabbenaggine di Pjanic (subentrato ad uno spremuto Matuidi) che ha preteso di uscire dall’area con un colpo di tacco. Allegri se lo sarebbe certamente mangiato, ma - lo ripeto - l’1-1 sarebbe stato più giusto. Detto tutto questo, i tre aridi punti aiutano gli juventini ad uscire dal tunnel dentro il quale li ha cacciati l’Atletico Madrid. Qualche indicazione delle idee prossime venture dell’allenatore si sono viste: il 4-4-2 potrebbe essere il sistema di gioco da adottare contro gli spagnoli nella gara di ritorno, l’apporto di Dybala, che contrariamente ad altri avevo visto discretamente già mercoledì, dovrà essere determinante sia perché sa tirare, sia perché è in grado di dribblare. O ti salta o gli fai fallo.

    Non è stato un caso che l’argentino, entrato per Alex Sandro, abbia risolto la partita con un sinistro preciso dall’interno dell’area, dopo aver conquistato e difeso palla, prima di offrirla per il cross dell’infaticabile Matuidi. Nella circostanza malissimo Helander in scivolata: il suo tocco corto è finito tra le fauci di Dybala.  Ma perchè la Juventus ha sofferto tanto anche a Bologna? Le ragioni non sono da reperire solo nelle scorie post-Madrid, ma anche in un atteggiamento tattico passivo, come in Champions. Per esempio, non si è visto il pressing per la semplice ragione che Ronaldo e Mandzukic hanno stranamente evitato di farlo - o almeno di cominciarlo - per lasciare invece impostare i difensori del Bologna. 

    Senza Pjanic, poi, la coppia centrale formata da Matuidi e Bentancur non ha mai trovato la misura per l’intero primo tempo (nel secondo, invece, l’uruguaiano è cresciuto fino a meritare la sufficienza) e l’impostazione è stata affidata spesso a Bonucci. Non che fosse sbagliato. Il problema è che il Bonucci attuale è giù di corda come il resto della squadra. Il Bologna ha finito per tenere di più la palla e per creare anche qualche occasione con i tiri da fuori. Però le conclusioni di Sansone, Edera e Santander sono risultate imprecise. Di poco o di molto.

    Nel primo tempo l’unica opportunità per il vantaggio della Juve l’ha costruita Bernardeschi, da solo, scivolando via sulla destra e chiudendo con un sinistro a giro che ha accarezzato l’incrocio. L’ex viola ha lavorato bene da mezzala. Pur non essendo il suo ruolo, è stato fra i meno imprecisi in mezzo a compagni che, invece, hanno sbagliato anche i passaggi più semplici.  Dire che Allegri l’ha vinta con un cambio è riduttivo. In realtà c’è stata anche fortuna (parata-palo di Perin) in una prestazione ancora insufficiente. E chi pensa che, in partite come questa, l’importante è vincere, dimostra di non aver capito nulla della partita di Madrid.
    Puoi avere giocatori migliori del tuo avversario, ma se non sono connessi alla piattaforma del gioco perdi sempre. Nella forma, nella sostanza o - come è successo in Champions - sia nell’una che nell’altra. 



    Bologna-Juventus: 0-1 (primo tempo 0-0)
     
    Marcatori: 22’ Dybala (J).
     
    Assist:
     
    Bologna (4-3-3): Skorupski; Mbaye, Danilo, Helander, Dijks; Poli (33’ s.t. Donsah), Pulgar (39’ s.t. Falcinelli), Soriano; Sansone, Santander, Edera (7’ s.t. Orsolini).
     
    Juventus (4-4-2): Perin; De Sciglio, Rugani, Bonucci, Sandro (14’ s.t. Dybala); Cancelo, Matuidi (33’ s.t. Pjanic), Betancur, Bernardeschi (41’ s.t. Chiellini); Ronaldo, Mandzukic.
     
    Arbitro: Calvarese di Teramo.
     
    Ammoniti: 6’ p.t. Pulgar (B), 16’ p.t. Betancur (J), 29’ s.t. Sansone (B), 47' s.t. Cancelo (J). 

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