Calciomercato.com

  • Ranieri ribalta il Verona con i cambi, per la Samp tre punti che valgono la vita
Ranieri ribalta il Verona con i cambi, per la Samp tre punti che valgono la vita

Ranieri ribalta il Verona con i cambi, per la Samp tre punti che valgono la vita

  • Renzo Parodi
    Renzo Parodi
Nella delirante, schizofrenica giornata del "si gioca. No, non si gioca, anzi si gioca", la Sampdoria raccoglie rocambolescamente a spese di un bel Verona, ardimentoso ma sciupone, tre punti che valgono la vita, ovvero la classifica. Se non avesse ribaltato lo svantaggio del primo tempo (gol di Zaccagni) la squadra di Ranieri si sarebbe ritrovata inghiottita nel fondo dell'imbuto, con vista aperta sulla serie B. Anche per via dei concomitanti successi di Spal e Genoa. Agguantando una vittoria che all'intervallo sembrava una chimera, la Sampdoria ha anche spezzato la disastrosa sequenza di sconfitte casalinghe tornando in piena corsa per la salvezza. Il Verona ha dominato i primi 30' del match, ha creato e sprecato, e infine è stato battuto dal veemente ritorno della Sampdoria e dalla conseguente doppietta di Quagliarella. Si discuterà a lungo sul calcio di rigore che a 5' dal 90 (si è giocato fino al 96') ha permesso il clamoroso sorpasso dei blucerchiati. Una gomitata al volto vibrata da Dawidowicz a Ekdal, all'altezza del dischetto, sfuggita all'arbitro romano, è stata colta dal Var (Banti-Ranghetti) e punita da Valeri con il penalty che il capitano blucerchiato ha trasformato raggiungendo quota 9 gol in campionato. A norma di regolamento un fallo in area deve essere punito con la massima punizione. Ingenuo il difensore polacco a sgomitare su un normale contrasto aereo, dunque senza alcun imminente pericolo per la porta del Verona. Valeri si è dimostrato equilibrato e umile al quarto minuto di recupero: aveva espulso Linetty per un intervento in scivolata su Zaccagni. Il Var lo ha richiamato al video e il direttore di gara ha deciso che il giallo poteva bastare.
Nel sepolcrale silenzio del "Ferraris" deserto, si sono affrontate due squadre di segno enormemente diverso. La Sampdoria annaspava in classifica al quart'ultimo posto, il Verona incedeva regale al settimo, a ridosso della zona Europa. Dodici i punti di distanza fra le due squadre, ovviamente a vantaggio dei ragazzi di Juric che erano arrivati a Genova con nove risultati utili filati (quattro vittorie e cinque pareggi). La Sampdoria viceversa aveva due pesantissime sconfitte casalinghe sul groppone (2-4 col Napoli, addirittura 1-5 con la Fiorentina) e gambe e cervelli impastati e spenti. Ranieri recuperati Thorsby e Linetty li aveva spediti in panca. Esordio che si rivelerà ottimo per Yoshida, capitano della Nazionale giapponese, al centro della difesa a fianco di Tonelli, con Colley dirottato fra le riserve. Quagliarella ha timbrato con una doppietta la presenza numero 460 in serie A. L'assenza di Ramirez (squalificato come Murru) si è fatta sentire. Sono mancate fantasia e invenzione: Juric lamentava le assenze di Faraoni, Borini e Veloso e aveva rimediato concedendo un turno di riposo a Kumbulla (dentro Dawidowicz) e riportando Di Carmine al centro dell'attacco, con Verre e Zaccagni a supporto. L'ex blucerchiato Pazzini ha disputato gli ultimi spiccioli del match, mancando il traguardo dei 200 gol. Le due squadre venivano da 21 giorni senza calcio vero e anche questo è stato un elemento pesante nell'economia di una partita straniante, giocata peraltro con buon piglio, di fronte ai gradoni deserti, in un'atmosfera irreale. Nel vuoto sono echeggiate le urla continue di Juric alle quali si sono uniti nel concitato finale gli strilli di Ranieri, che aveva abbandonato il consueto stile british e urlava ai suoi: "Ci stiamo giocando la vitaaaa!" 

Il match disputato nel "forno" silenzioso del "Ferraris" nel primo tempo aveva confermato l'abisso di valori, condizione psicofisica ed entusiasmo scavato fra le due squadre: Verona pimpante, agile e sciolto nell'imbastire la manovra, fatta di movimenti automatici, estrema compattezza fra i reparti che si muovevano a fisarmonica, chiudendo gli spazi delle ripartenze all'avversaria. "Una piccola Atalanta", secondo la definizione preveggente di Ranieri. Il leit motiv del gioco di Juric sono le sventagliate sugli esterni. Mancava Faraoni, sostituito mediocremente da Adjapong, ma a sinistra impazzavano i garretti e il piede magico di Lazovic. Una-due-tre-quattro volte dal destro del serbo sono partiti micidiali cross tagliati e al quarto tentativo il giochino è riuscito. Minuto 32, Lavozic si è bevuto ancora una volta Depaoli e Bereszynski e dalla linea dell'out ha pennellato un pallone filante all'altezza del secondo palo dove il rapace Zaccagni, eluso l'intervento di Augello, ha toccato dentro, godendo del fortuito rimpallo sul torace di Audero che ha spedito il pallone in rete. In precedenza il portiere della Sampdoria aveva salvato due volte la propria porta, al 12' assorbendo con un riflesso da gatto la schiacciata ravvicinata di testa di Di Carmine innescato da Lazovic; e alla mezz'ora respingendo una fucilata a fil di palo di Amrabat.

Andata sotto nel punteggio la Sampdoria ha finalmente cominciato a dare segni di vita, smettendo di tocchettare innocui palloni in orizzontale, e profondendo nella contesa animus pugnandi e cuore, elementi assenti per l'intera prima mezz'ora di gioco. L'ha aiutata la variante tattica decisa da Ranieri, che ha avanzato Augello in fascia mancina sulla linea mediana (disponendo la difesa a tre con Bereszynski-Yoshida e Tonelli) e trovando così maggiore equilibrio in mezzo al campo, zona nella quale il quadrilatero dell'Hellas Pessina-Amrabat-Verre-Zaccagni) aveva fatto il bello e il cattivo tempo. E finalmente la Sampdoria ha prodotto qualche apprezzabile trama offensiva e una palla-gol: assist sontuoso di Quagliarella (grande partita del capitano, che ha cantato e portato la croce) per Vieira che a distanza ravvicinata da Silvestri ha esitato nel calciare, permettendo a Dawidowicz di fare scudo alla sua tardiva conclusione. Verona al riposo in vantaggio, assolutamente meritato.

Ripresa, ed è cambiata la musica in casa Sampdoria. Niente più tocchetti laterali ma pressing sui portatori di palla, rilanci rapidi e baricentro alzato di una ventina di metri. Il Verona si è difeso con calma. I suoi tre granatieri d'area di rigore hanno continuato a dominare il gioco aereo e però la squadra di Juric ha smesso di con irrisoria facilità nella tre quarti campo avversaria. Guenter ha sfiorato l'autogol, Yoshida ha salvato su Verre innescato dal solito Lazovic (gli scarti del Genoa all'Hellas stanno facendo fuoco e fiamme) e al minuto 14 un intervento da dietro di Bereszynski su Zaccagni in area ha lasciato qualche dubbio. Non a Valeri che ha fatto proseguire il gioco. E neppure al Var, appena rientrato in servizio dopo un black out durato una decina di minuti, pare che Banti e Ranghetti avessero richiesto di essere dotati di mascherine anti-Covid 19…

Liricamente e disperatamente protesa alla ricerca del pareggio, la Sampdoria ha aumentato il proprio potenziale allorché (scoccava il quarto d'ora di gioco) Ranieri ha effettuato una doppia sostituzione. Fuori il mediocre Vieira per Linetty e fuori l'abulico Gabbiadini per Bonazzoli. La sveglia blucerchiata era suonata e il sinistro schioccante di Jankto (gran corridore ma abbonato agli errori elementari nel fraseggio) ha chiamato Silvestri ad una difficile deviazione. Era l'antipasto alle due occasioni capitate sulle teste di Depaoli e Tonelli, entrambe neutralizzate da portiere veronese. Juric ha rinunciato a Verre per coprirsi meglio con Badu (subito finito sul taccuino di Valeri per un fallo su Ekdal) e al minuto 32, in singolare assonanza cronologica con il gol di Zaccagni nel primo tempo, Quagliarella ha scaraventato nel sacco con un destro volante un bell'assist rasoterra di Depaoli: 1-1, dunque sembrava già un mezzo miracolo. Il Verona ha avuto il torto, a questo punto, di non riuscire più a pungere in attacco. E la Sampdoria il merito di non accontentarsi del pareggio. Ed ecco la gomitata già descritta al volto di Ekdal da parte di Dawidowicz, il replay al video e il calcio di rigore assegnato da Valeri e trasformato di precisione da Quagliarella. Juric ha giocato le carte della disperazione, dentro Salcedo e Pazzini per Amrabat e Di Carmine. Zaccagni ha sprecato un buon pallone spedendolo sugli spalti deserti e con l'ultimo sussulto dell'espulsione di Linetty trasformata in semplice ammonizione si è chiuso il sipario. Dal prossimo weekend si ricomincia. O forse no. Si resta tutti a casa, causa Coronavirus.
IL TABELLINO

Sampdoria-Verona 2-1 (primo tempo 0-1)


Marcatori: 31' p.t. Zaccagni (V), 32' s.t., 40' s.t. rig. Quagliarella (S), 

Assist: 31' p.t. Lazovic (V), 32' s.t. Depaoli (S).

Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski, Colley, Yoshida, Augello; Depaoli, Ekdal, Vieira (15' s.t. Linetty), Jankto; Gabbiadini (16' s.t. Bonazzoli), Quagliarella (44' s.t. Thorsby). All. Ranieri.

Verona (3-4-2-1): Silvestri; Rrhamani, Gunter, Dawidowicz; Adjapong, Amrabat (41' s.t. Salcedo), Pessina, Lazovic; Verre (27' s.t. Badu), Zaccagni; Di Carmine (34' s.t. Pazzini). All. Juric..

Arbitro: Paolo Valeri della sezione di Roma 2.

Ammoniti: 39’ p.t. Vieira (S), 2’ s.t. Di Carmine (V), 24’ s.t. Tonelli (S), 31’ s.t. Badu (V), 33’ Jankto (S), 39’ s.t. Dawidowicz (V),48’ s.t. Linetty (S).

Altre Notizie