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  • Lazio, mezz'ora di show e poi il nulla: Mirallas ha trasformato la Fiorentina

    Lazio, mezz'ora di show e poi il nulla: Mirallas ha trasformato la Fiorentina

    • Franco Recanatesi
      Franco Recanatesi
    Pareggiando perdono in due, Fiorentina e Lazio. Che vedono allontanare le rivali per i loro obiettivi. Tra le due, la Viola esce tutto sommato con un mezzo sorriso. Nel primo tempo è stata travolta da una Lazio stellare che ha costruito un grattacielo ottenendo uno scantinato, il calo dei ragazzi di Inzaghi ha restituito energie e coraggio alla squadra toscana che ha strappato il pari e poteva anche vincere.

    La classica partita a due facce che ha un po' tradito le attese di chi ricordava i 25 gol degli ultimi sei confronti, con una mezz'ora di calcio sontuoso da parte biancoazzurra che ha raccolto il magro bottino di un gol solo per merito di Terracciano, portiere di ventura, sostituto forzato di Lafont dopo essere stato messo alla porta dall’Empoli. Bella soddisfazione per il ventinovenne guardiano che tre anni fa nella Salernitana aveva rubato al dirimpettaio Strakosha la maglia da titolare.

    A cambiare la faccia della partita è stato il poco considerato Mirallas, inserito nella ripresa per dare mordente ad una squadra impaurita, imprendibile sulla fascia destra, fino a stralunare Radu, crossare al centro e consentire a Muriel di precedere di punta colleghi e avversari. E' accaduto al 60’, dopo dieci minuti di fiacca laziale, impigrita dal riposo. A Mirallas si può rimproverare soltanto di non avere spinto in rete tre minuti dopo un pallone al bacio di Muriel. Poi, il buio. Senza gli strappi di Chiesa, in campo per poco più di mezz’ora, la Fiorentina ha cambiato modulo infoltendo il centrocampo con due arieti davanti, Muriel e Simeone. Con il calo di Luis Alberto e Milinkovic, la Lazio non ha saputo più rifornire le due punte, entrambe in vena.

    Primo quarto d'ora di studio, come due pugili che cercano i difetti l'uno dell'altro e si temono. Certo che si temono, dopo la pioggia di gol degli ultimi sei confronti e la classifica che richiede punti. La viola spinge, ma senza vigore. Due tiracci lontani dalla porta, Strakosha che si annoia. Poi comincia lo show della ditta Inzaghi. Salgono in cattedra Immobile, Correa, Luis Alberto e Milinkovic, piedi di velluto. Dialogano fra loro come i grandi interpreti sul palcoscenico, si cercano, dialogano di fino. Lulic e Leiva, gregari di lusso, li supportano ad alti livelli.

    Al 20’ Milinkovic innesca Immobile che spara, Terracciano con le unghie devia sul palo. Due minuti dopo Ciro non fallisce. Azione da lucidarsi gli occhi: Luis Alberto-Correa-Immobile, gran destro a giro vicino al palo. Fiorentina in balìa di un avversario gasatissimo. Immobile sciupa un contropiede, poi ricamo Marusic-Correa-Milinkovic con altra paratona del portiere di rincalzo viola, poi volata su ribaltamento di Correa stoppato da Ceccherini, poi Terracciano mura l'argentino, poi ancora Terracciano si supera vietando il raddoppio a Immobile servito da Patric. Se la prima parte della gara fosse terminata con tre gol di scarto in favore della Lazio, nessuno avrebbe potuto obiettare.

    Pioli si è sfiatato per tutto il primo tempo tentando di correggere le posizioni di Veretout e Benassi, di dare la carica ai suoi. Poco dopo la mezz’ora ha perduto anche Chiesa, la sua arma letale, uscito in lacrime per un muscolo traditore. Con Simeone la squadra cambia anche fisionomia. Secondo tempo di sbracatura laziale e conseguente ritorno viola. Niente di speciale, ma dopo il pari di Muriel la squadra di Inzaghi ha mostrato solo la voglia e non la forza per tornare in vantaggio. Dopo il pari non è successo nient’altro. Se non l'ammonizione (cercata?) di Immobile che salterà la partita interna con il Parma senza rischiare di saltare il successivo impegno con l'Inter.

    Parlare di tattiche, duelli, schemi è difficile. Pioli e Inzaghi (che abbraccio e che sorrisi prima della gara!) hanno cambiato e ricambiato giocatori e posizioni - per necessità o per scelta - un’infinità di volte. Fra i viola, Pezzella in difesa e come detto il folletto Mirallas, oltre a Muriel, hanno prevalso su tutti. Il fato di non avere preso più di un gol dopo la scorpacciata delle ultime due partite (3+3) è già di conforto per Pioli. Varetout (tripletta, anche se inutile, lo scorso anno alla Lazio) è apparso sbiadito, portatore di palla all'eccesso. Terracciano il migliore.

    La sorpresa della Lazio - bravo Inzaghi ad averlo schierato - è stato Patric, prodotto della cantera del Barcellona, bravissimo sia come terzo nella difesa a tre che come centrale a quattro. Inzaghi si gode anche il recupero pieno di Immobile e la consacrazione di Correa. Mezz’ora fantastica quella del quartetto Luis Alberto-Correa-Milinkovic-Immobile che doveva scavare un solco fra le due squadre anziché una buca. Squadre molto anarchiche, ripeto, bakuniane. Vale per tutto, il grido di Inzaghi a Milinkovic dopo la sostituzione di Lulic con l'ex Badelj: "Vai sulla fascia, ma poi fai come ti pare".


    IL TABELLINO


    Fiorentina-Lazio 1-1 (primo tempo 0-1)


    Marcatori: 23' pt Immobile (L), 16' st Muriel (F).

    Assist: 23' pt Correa (L), 16' st Mirallas (F).

    Fiorentina (4-3-3): Lafont, Milenkovic, Pezzella, Ceccherini (35' st Hugo), Biraghi, Benassi, Edimilson (1' st Mirallas), Veretout, Chiesa (36' pt Simeone), Gerson, Muriel. All.: Pioli.

    Lazio (3-5-2): Strakosha, Patric, Acerbi, Radu (38' st Bastos), Lulic (23' st Badelj), Milinkovic-Savic, Leiva, Alberto (30' st Romulo), Marusic, Correa, Immobile. All.: S. Inzaghi.

    Arbitro: Orsato di Schio.

    Ammoniti: 42' pt Ceccherini (F), 45' pt Veretout (F), 7' st Immobile (L), 45' st Simeone (F).​

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