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  • Lazio-Torino diventa una corrida per colpa di Irrati. Immobile, che succede?

    Lazio-Torino diventa una corrida per colpa di Irrati. Immobile, che succede?

    • Franco Recanatesi
    Il cuore Toro resiste anche all’Olimpico di Roma, ottavo pareggio esterno sommato alle due vittorie, squadra imbattuta fuori casa. Stavolta con l'aiutino di arbitri un po' svagati, sia quello in campo sia quelli davanti ai teleschermi.  La Lazio esce giustamente arrabbiata, ma conserva il quarto posto che al traguardo di metà campionato era il massimo cui potesse aspirar e con il quale potrà ora godersi le vacanze.

    Partita-battaglia, il condottiero Mazzarri ha pompato questa squadra a pallettoni, un po' troppo fallosa - se non sbaglio è quella che ne ha commessi di più - ma tosta, mai a tirare il fiato, furba nello spezzare il ritmo quando l'avversario spinge al massimo. La Lazio lo ha fatto a tratti con grande vigore, creando molto, e questo considerando la robustezza dell'avversario è gran merito. Peccato che Irrati abbia sciupato tanto ardore da entrambe le parti, decidendo a primo tempo scaduto di mandare in gol Belotti con un rigore che dire esagerato è un eufemismo, poiché il tocco di Marusic sulla schiena dello stesso centravanti è stato lievissimo. Certamente meno punibile del contrasto di Ansaldi su Marusic del secondo minuto, della spinta di Meitè ad Acerbi del 72' e di quella di Ansaldi su Immobile al 92'. Andare sotto quando si attende il fischio del riposo crea inevitabilmente nervosismo, tanto più dopo avere assunto padronanza della partita sottolineata occasioni davvero importanti di Immobile, Correa e Milinkovic, a dispetto della traversa colpita da De Silvestri con una zuccata. Bella partita per mezz'ora, piena di rovesciamenti di fronte, sciupata nell'ultimo quarto d'ora dall'imperioso protagonismo dell'arbitro che ha cominciato a sbandierare cartellini gialli fino alla farsa del rigore, neanche cancellata dal signore del Var.

    Come sempre accade quando un arbitro perde la trebisonda, la ripresa è diventata una piccola corrida, punteggiata da proteste continue, falli veniali e capitali, un'altra bella manciata di cartellini gialli e due espulsioni perché qualcuno alla fine non si è tenuto mandando a quel paese il confuso Irrati. E non oso immaginare cosa sarebbe successo alla fine della partita se De Silvestri non si fosse divorato il 2-0 a porta spalancata e se al 61' Milinkovic non avesse azzeccato un golazo con un destro da fuori area dritto dritto all’incrocio dei pali. Giocatori con i nervi a fior di pelle, pubblico spazientito anche per il ricordo di un anno fa, quando proprio dal Torino la Lazio subì una contestatissima sconfitta inflittale dall'arbitro Giacomelli, il quale proprio allo scadere del primo tempo le negò un evidente rigore seguito dall'espulsione di Immobile.

    Il pareggio dopo una carrettata di cartellini gialli e rossi, ha placato gli animi, ma il Torino fa più festa dei biancoazzurri. Ha badato più a distruggere che a creare la squadra granata, esaltando le qualità di lottatori come N'Koulou, Izzo, Rincon, Meitè più che dei giocatori tecnici come Baselli e Iago Falque. Messa con 3-4-2 a specchio dei rivali, Mazzarri ha fatto scudo all'impostazione laziale con i suoi mastini, ricaricando negli spogliatoi l'impronunciabile Dijdji, disastroso nella prima mezz'ora, affidando a Belotti il compito di guastatore e a De Silvestri quello di incursore.

    Lazio schierata col modulo offensivo che aveva regalato frutti cospicui nelle ultime due partite, corretto solo per dieci minuti scarsi, fra la sostituzione di Radu con Leiva e quella di un grigio ed egoista Correa con Wallace. Poi Inzaghi è tornato ai tre centrali e il finale è stato un assedio alla porta di Sirigu e i suoi scudieri che hanno murato due volte Immobile e Mlinkovic. Anche Strakosha ha dovuto superarsi all'83' per opporsi a De Silvestri, debuttante a 17 anni con la maglia della Lazio, il più incisivo fra i granata.

    Brillante nella Lazio la prova di Luiz Felipe, arrembante per la mancanza di un avversario sulla sua fascia, dispensatore di buone iniziative e di servizi puliti. Nella prima mezz'ora si è visto il miglior Marusic della stagione, facendo girare la testa al povero Dijdij. Acerbi e Radu senza sbavature, Parolo oscuro ma tenace, Luis Felipe ai suoi livelli ormai, e anche l'altro desaparecido dei primi tre mesi di campionato, Milinkovic, ha strappato applausi. Immobile si dibatte in una crisetta: dal 4 novembre scorso non trova il gol all'Olimpico, i Ronaldo e Quagliarella gli stanno scivolando via. Lotta, scatta, sbuffa, pressa, un po' è sfortunato un po’ appannato. Si è abbracciato all'inizio e alla fine con l'amicone Belotti. Il riposo gli gioverà.

    IL TABELLINO

    Lazio-Torino 1-1 (primo tempo 0-1)

    Marcatori  48' pt rig. Belotti (T), 17' st Milinkovic (L)

    Lazio (3-4-2-1): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu (12' Leiva); Marusic, Parolo, Milinkovic, Lulic; Correa (19' Wallace), Luis Alberto (40' Caicedo); Immobile. All. Inzaghi

    Torino (3-5-2):  Sirigu; Izzo (6' Moretti (38' Lyanco)), N'Koulou, Djidji; De Silvestri, Baselli (26' Lukic), Rincon, Meite, Ansaldi; Iago Falque, Belotti. All. Mazzarri

    Arbitro: Irrati di Pistoia

    Ammoniti 13' pt Djidji (T), 28' pt Correa (L), 41' Izzo (T) 12' Luiz Felipe (L), 30' Luis Alberto (L), 35' Lukic (T), 45' Rincon (T), 46' Leiva (L)

    Espulsi: 41' st Marusic (L), 45' Meitè (T)

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