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  • Lazio tradita dai suoi big, ma il rigore è una farsa: Guida rovina i piani europei
Lazio tradita dai suoi big, ma il rigore è una farsa: Guida rovina i piani europei

Lazio tradita dai suoi big, ma il rigore è una farsa: Guida rovina i piani europei

  • Franco Recanatesi
    Franco Recanatesi
La farsa l'ha recitata l'arbitro internazionale (!) Marco Guida, 38 anni come Floccari, nato a Pompei ma poco assistito dalla benevolenza della Vergine al tramonto di una partita stanca. Con tanti anni di calcio sulle spalle mai avevo assistito a una scena del genere: giocatore che fa cenno di non avere subito fallo e arbitro che assegna il rigore, ma non subito. Nel tempo di pochissimi secondi prima accenna al dischetto, poi ammonisce Cionek per simulazione, infine chiede lumi al Var. E il Var, a quanto si può vedere, non chiarisce nulla, il piede di Patric colpisce e non colpisce, manca la prova delle immagini, ma il pompeiano, nel dubbio, salva la faccia accontentando lo stadio: rigore. Calcia Petagna, Strakosha va per farfalle dall'altra parte.

Vince la Spal, direi - a prescindere dalla farsa - con merito, ma la maniera fra gridare allo scippo la banda Inzaghi. Imbrigliata dall'astuzia di Semplici che ha ordinato alla sua squadra soprattutto di spegnere le fonti del gioco laziale, una sorta di abbraccio mortale di Missiroli su Lucas Leiva e di Murgia su Luis Alberto. La Lazio si è vista quindi costretta ad andare all'assalto a fari spenti andando a sbattere contro l'organizzatissima muraglia ferrarese. Giustamente la Spal ha aspettato i più dotati (tecnicamente) avversari, pressandoli molto alto e cercando il contrattacco sulle fasce laterali, dove Lazzari e Fares filavano come razzi e gli inserimenti di Floccari e Kurtic (Petagna non si è mai visto, quando si è presentato sul dischetto del rigore qualcuno deve avergli chiesto dove si fosse nascosto fino ad allora) hanno creato qualche grattacapo alla difesa biancoazzurra. Pronti, però, sono stati i ripiegamenti, anche le due punte facevano massa quando la Lazio iniziava la manovra offensiva.

Manovra lenta, prolissa, prevedibile. Luis Alberto non ha ripetuto le brillanti esibizioni recenti, Milinkovic neanche, Immobile tanto meno. La partita avrebbe potuto prendere una piega più favorevole ai romani se dopo appena sei minuti il Ciro sparito (e boia della Spal: 6 gol negli ultimi due confronti!) avesse messo in rete un facile pallone che ha invece sbattuto sul corpo di Viviani, ma altre urla strozzate i ragazzi di Inzaghi non ne hanno provocate, anzi a tirare di più e a mettere in risalto l'abilità del portiere nemico è stata la Spal che nel solo primo tempo ha sparato nove volte, non a salve, verso Strakosha, vicinissima al gol con Floccari, ex gasatissimo e intrepido trentottenne.

Nella ripresa la Lazio ha spinto arenandosi però davanti all'area spallina. Leiva al 54' e Marusic al 71' hanno avuto la palla-gol, ma poi basta. L'ingresso di Caicedo per un pessimo Correa (ancora mal di schiena?) ha dato più sostanza ai mischioni ma senza incidere. Insomma, alla fine lo 0-0 avrebbe accontentato tutti, tranne l'arbitro. La Spal continua a vivere una splendida primavera, terza vittoria consecutiva dopo avere battuto Roma e Frosinone (pare avere un fatto personale con le squadre laziali) e salvezza a pochi passi. Nessuna eccellenza, un monolite dove ognuno si applica a svolgere il compito che gli viene assegnato e lo fa al meglio delle proprie possibilità. Lazzari, Missiroli e Kurtic, se proprio vogliamo cercare gli uomini da copertina, si sono distinti, ma io la palma di migliore in campo la darei all'allenatore.

A proposito, Inzaghi non c'entra niente, se la Lazio ha perso lo deve ad una giornataccia - dopo un mese di grande calcio - dei suoi uomini più titolati. Nulla da eccepire sui tre difensori che per tutta la partita hanno saputo impostare, ma è stato come scaricare la posta agli indirizzi sbagliati. Brutto colpo per le ambizioni laziali data anche la contemporanea acquisizione di punti da parte di tutte le dirette rivali, vanificata o quasi l'impresa in casa Spalletti. Ora sarà probabilmente costretta non solo a battere in casa Sassuolo e Udinese, ma a ripetere il blitz milanese, stavolta ai danni del Diavolo. Se l'incidente di Ferrara sarà addebitabile solo ad un arbitro nel pallone e ad un rilassamento momentaneo lo sapremo presto.

IL TABELLINO

Spal-Lazio 1-0 (primo tempo 0-0)

Marcatori: 44' s.t. rig. Petagna (S)

Spal (3-5-2): Viviano; Regini (dal 30' p.t. Felipe), Vicari Cionek; Lazzari, Murgia (dal 25' s.t. Schiattarella), Missiroli, Kurtic, Fares; Floccari (dal 30' s.t. Paloschi), Petagna. All.: Semplici.

Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Patric (dal 45' s.t. Parolo), Acerbi, Bastos; Marusic, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto, Lulic (dal 31' s.t. Durmisi); Correa (dal 16' s.t. Caicedo); Immobile. All.: S. Inzaghi.

Arbitro: Guida di Torre Annunziata

Ammoniti: 11' s.t. Milinkovic-Savic (L), 17' s.t. Immobile (L), 36' s.t. Lazzari (S), 48' s.t. Durmisi (L)

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