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  • Le invenzioni di Conte e il gigante Lukaku ribaltano il Bologna. A Mihajlovic è mancato un Ibra
Le invenzioni di Conte e il gigante Lukaku ribaltano il Bologna. A Mihajlovic è mancato un Ibra

Le invenzioni di Conte e il gigante Lukaku ribaltano il Bologna. A Mihajlovic è mancato un Ibra

  • Franco Recanatesi
    Franco Recanatesi
Sesta vittoria su sei trasferte, nessuno come l’Inter in Europa. Vittoria col batticuore, giunta allo scadere, come le due grandi rivali per lo scudetto ci hanno ormai abituato. Dopo un primo tempo senza reti, la ripresa non prometteva nulla di buono per i nerazzurri, colpiti da un gol di Soriano (tiro deviato da De Vrij che lasciava di stucco Handanovic) e da una prestazione decisamente al di sotto del suo standard. La scossa ad una certa pigrizia rivelata da alcuni uomini-base di Conte l’ha data il sanguigno allenatore, autore di un’altra fantasiosa invenzione allo scadere del 73° minuto, e cioè l’inserimento del resuscitato Candreva questa volta a sinistra, al posto di Biraghi. Pochi secondi dopo il suo ingresso, l’ex laziale ha dato il la al pareggio, volando a sinistra e fornendo a Skriniar un pallone nel cuopre dell’area che il difensore ha lavorato di fino. Il resto lo ha fatto il gigante Lukaku, non capisco per quale motivo fino a poco tempo fa contestato, sbucato alla sinistra della porta bolognese per ribattere in gol la complicata respinta di Skorupski. Lo stesso gigante belga ha battuto il rigore che a tempo scaduto ha dato il nono successo alla squadra milanese (sgambetto di Orsolini a Lautaro).

Vittoria in extremis e con rissa perché una sconfitta così brucia assai, innervosisce, induce a vedere e pensare con i nervi che offuscano la realtà. I bolognesi si sono irritati per un fallo, presunto, sull’ex Palacio e per un intervento troppo rude di Skriniar. Tutto regolare, la calma è tornata presto. Se l’Inter ha meritato la vittoria, il Bologna non ha nulla da rimproverarsi, se non un evidente calo di condizione nell’ultima mezz’ora dovuto all’età avanzata dei suoi (ex) ragazzi rispetto a quella degli avversari. L’Inter ha rivelato nella ripresa più vigore, quella tigna infinita che Antonio Conte sa trasmettere come nessun altro.

L’Inter non aveva mai perso un punto fuori dal proprio stadio, il Bologna delle ultime nove partite in casa aveva perduto solo quella con la Juventus, premesse che – visto anche l’andamento della gara – faceva pensare ad una partita più equilibrata di quanto la classifica potesse far pensare. E infatti. Vivacissimo lo 0-0 del primo tempo, giocato a ritmo alto, con tanti capovolgimenti, tanta tigna da una parte e dall’altra. Si sudava assai nella fredda nebbiolina bolognese, tanti errori perché se vai a cento all’ora è difficile lavorare palloni puliti, ma anche tante giocate preziose e gol mancati d’un soffio. Soprattutto da parte interista. Miracolo Skorupski all’8’ nel deviare una girata di Lautaro. Sullo stesso piano Bani pochi minuti dopo nel deviare una conclusione di Lukaku servito dall’argentino al quale il polacco aveva stoltamente regalato il pallone. E ancora il gigante belga ha la palla buona al 29’, ma il portiere bolognese impatta con il guantone sinistro visino al palo.

Dopo la mezz’ora due gol l’Inter li aveva maturati, ma Lautaro era in fuori gioco metto quando ha agganciato un difficile pallone, saltto Skorupski e depositato in rete: e il pallone crossato da Lozano era uscito di poco ma era uscito prima che Barella lo sbattesse sul portiere e Lukaku ribattesse in rete. Da una cronaca così ricca da parte nerazzurra potrebbe sembrare che il Bologna sia rimasto a guardare, ma così non è stato. I ragazzi tutto cuore di Mihajlovic hanno ribattuto colpo su colpo, anche se sicuramente Handanovic è stato meno impegnato del collega. La prima bordata porta la firma di Sansone, che ha costretto il portiere a una difficoltosa respinta. Svanber ha tirato di poco fuori alla mezz’ora. La difesa di Conte non ha mai potuto distrarsi.

Inizio ripresa sullo stesso trend, dopo due minuti sottolineato da una ruleta di Lazaro sdraiato da Bani. Rigore? Mah. La Penna e il Var han lasciato correre. Poi, il lampo bolognese al 58’: lunga tela di passaggi alle soglie dell’area interista alla ricerca di un varco, finchè Svanberg pescava Soriano, finta e destro di Soriano con Handa fermo, ingannato da una deviazione di De Vrij. Di tempo ce n’era per rimediare, più di mezz’ora, però l’Inter non sembrava né arrembante né irresistibile. Come nella prima parte, la grande animosità dei ragazzi di Sinisa unitamente all’applicazione di un preciso piano strategico, hanno equilibrato la maggiore tecnica interista: schermare l’impostazione del gioco avversario con Palacio a disturbare De Vrij e Soriano a fare altrettanto su Brozovic, Poli a giganteggiare a centrocampo, Palacio anche centrocampista, nessun punto di riferimento in avanti senza una vera punto di ruolo, Soriano e Sansone a scambiarsi spesso posizione.

Già, mancava una punta vera. Come Lukaku, che oltre ai due gol ne ha sfiorati altri tre o quattro, perfetto nelle sponde con i compagni, sempre primo (non lasciatevi ingannare dalla mole) sulle respinte del portiere. Ottima l’intesa con Lautaro e anche con Lazaro che sulla destra ha fatto vedere i sorci verdi al povero Krejci. E’ un’Inter che non muore mai e anche quando il centrocampo non gira a mille mette in campo una forza d’urto notevole. Dodici gol nelle ultime quattro trasferte dicono molto, forse il pensiero della trasferta di Dortmund fra tre giorni ha consigliato qualcuno a misurare le forze. E suggerire gli uomini da mandare in campo. Per esempio, Candreva, fra i più in forma. Che però ha trovato il modo di risultare decisivo anche con pochi minuti a disposizione. La corsa con la Juve prosegue. Finalmente regalandoci un duello-scudetto che i solitari in bianconero ci avevano fatto dimenticare.

Bologna non certo bocciato, vivo e capace di rendere durissima la vita all’Inter come gli era già riuscito davanti alla Juve. Mihajlovic ha restituito, oltre al gioco, anche l’entusiasmo. In tribuna non si parlava d’altro che del prossimo arrivo di Ibrahimovic. Una favola che potrebbe realizzarsi alla quale Joey Saputo potrebbe regalare un lieto fine a gennaio. Tutti noi calciofili ce ne rallegreremmo. Vedere in campo il tandem Ibra-Palacio, 75 anni in due, varrebbe il prezzo del biglietto.






BOLOGNA-INTER 1-2, IL TABELLINO

Marcatori: 14’ s.t. Soriano (B), 30’ s.t. Lukaku (I), 46’ s.t. rig. Lukaku (I).

Assist: 14’ s.t. Svanberg (B).
 
Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Mbaye, Bani, Danilo, Krejci; Poli (27’ Medel), Svanberg; Soriano (31’ Dzemaili), Orsolini, Sansone (39’ Santander); Palacio. All. Mihajlovic.

Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrji, Bastoni; Lazaro (39’ Politano), Gagliardini (27’ Vecino), Brozovic, Barella, Biraghi (29’ Candreva); Lukaku, Martinez. All. Conte.

Arbitro: La Penna di Roma.

Ammoniti: 35’ p.t. Brozovic (I), 41’ Danilo (B), 32’ s.t. Skriniar (I), 36’ s.t. Bani (B), 41’ s.t. Vecino (I), 49’ s.t. Medel (B).

 

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