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  • Lo spropositato giro di denaro intorno a Raul De Tomas

    Lo spropositato giro di denaro intorno a Raul De Tomas

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Se ne parlava da giorni e oggi è giunta l'ufficialità: il Benfica cede l'attaccante spagnolo Raul De Tomas, classe 1994, all'Espanyol di Barcellona. Un affare molto conveniente, a giudicare dalle cifre contenute nel comunicato inviato dal club encarnado alla Comissão do Mercado de Valores Mobiliários (CMVM), la Consob portoghese. Si parla infatti di 20 milioni di euro per la cessione dei diritti economici, cui possono aggiungersi ulteriori 2 milioni di euro in bonus legati al raggiungimento di obiettivi sportivi. Inoltre l'Espanyol s'impegna a riconoscere un 20% sulla plusvalenza dell'eventuale futuro trasferimento. 

    Dunque il club encarnado riesce a spuntare delle condizioni molto generose per la cessione del calciatore, e in ciò non vi sarebbe alcunché di strano. Semmai i dubbi sorgono se si sposta lo sguardo verso l'intero dossier relativo all'esperienza portoghese di Raul De Tomas, E se si fa caso allo spropositato giro di denaro che vi si è mosso intorno. Sicché è bene partire dall'inizio. 

    Durante la finestra estiva di mercato 2019 il Benfica acquisice l'attaccante dal Real Madrid. Raul De Tomas è reduce da due buone stagioni nelle file del Rayo Vallecano, dove era stato mandato in prestito. E anche la stagione antecedente (2016-17, disputata col Real Valladolid) era stata positiva. Per portarlo a Lisbona le Aguias impegnano una cifra considerevole per i propri standard: 20 milioni di euro

    Si tratta della seconda maggior spesa nella storia del Benfica. Il record rimane fissato dai 22 milioni di euro sborsati per acquisire l'attaccante messicano Raul Jimenez, calciatore che appartiene al giro di Jorge Mendes tanto da essere adesso in forza ai Wolverhampton Wanderers. E invero, c'è parecchio Mendes anche intorno al trasferimento di  Raul De Tomas. Perché sulla sua acquisizione il Benfica investe immediatamente parte dei denari incassati dalla cessione di João Félix all'Atletico Madrid, cioè un calciatore assistito da Gestifute e un club fra i più mendesiani in giro per il mondo. Inoltre, circola un'accreditata interpretazione secondo la quale l'arrivo dell'attaccante spagnolo a Lisbona, con generosa valutazione, rientri in una strategia di ri-accreditamento di Mendes presso il Real Madrid, società con cui non fa più affari da almeno un lustro. Comunque sia, il Benfica fa firmare all'attaccante spagnolo un quinquennale e fissa una clausola rescissoria da 100 milioni di euro. 

    Adesso di quella clausola non si può che sorridere. Perché durante i primi sei mesi di stagione il rendimento di RDT (l'acronimo che il calciatore fa imprimere sulla maglia numero 9) è desolante. Zero gol in campionato, tre in totale se si tiene nel conto le gare delle varie coppe. E nonostante l'insistere del tecnico Bruno Lage, che in qualche modo deve tutelare l'investimento della società, lo spagnolo viene presto estromesso dalla formazione titolare e ogni tentativo di recuperarlo si rivela vano. Fino a che non si giunge a una decisione che è l'ammissione di un fallimento: cedere dopo soli sei mesi il secondo acquisto più costoso della storia. 

    Giunti a questo punto ci sarebbe da mettere in preventivo una spettacolare minusvalenza per il Benfica. E invece accade l'inpensabile. Dall'altro lato del confine iberico giunge un'offerta inviata dall'ultima in classifica della Liga, l'Espanyol. Che versa per intero i 20 milioni di euro impegnati in estate dal club portoghese e batte a sua volta il proprio record di spesa. Inoltre, offre altri 2 milioni in bonus che secondo indiscrezioni giornalistiche sarebbero così distribuiti: 1 milione nel caso in cui l'Espanyol eviti la retrocessione, 500 mila euro qualora RDT giochi 10 gare da qui alla fine della stagione 2019-20 e altri 500 mila euro se riuscirà a segnare 5 gol

    Tirando le somme, ci troviamo davanti a un calciatore che nonostante un rendimento irrilevante ha fatto muovere nel giro di 6 mesi ben 40 milioni di euro (42 potenziali, e senza calcolare commissioni agli agenti e ingaggio) e legato il proprio nome a due trasferimenti record o quasi. È la strana storia di un calciatore che deve tenere la valigia sempre pronta. Ammesso che la valigia non sia lui. 

    @Pippoevai
     

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