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  • Genio Luis Alberto: la mezzala di fantasia che ha solo la Lazio, l'analisi del gioco di un calciatore unico
Genio Luis Alberto: la mezzala di fantasia che ha solo la Lazio, l'analisi del gioco di un calciatore unico

Genio Luis Alberto: la mezzala di fantasia che ha solo la Lazio, l'analisi del gioco di un calciatore unico

  • Luca Bedogni
    Luca Bedogni
Una delle differenze principali tra la scuola spagnola e quella italiana –parliamo di calcio, ovviamente- sta nella formazione dei centrocampisti. In particolare, gli iberici riescono a concepire e quindi a costruire giocatori in grado di svolgere a un tempo le mansioni della mezzala e quelle del trequartista. In Italia non ci riusciamo: o cresci Barella o Saponara, o carne o pesce. Sensi, forse, è il primo abbozzo di eccezione. Orbene, Luis Alberto incarna perfettamente l’ideale del centrocampista offensivo spagnolo. Gioca mezzala nella Lazio di Inzaghi ma ha colpi e numeri da fantasista. Si parla dei biancocelesti come di una squadra muscolare, votata al contropiede e con un modulo che ammicca alla tradizione (3-5-2). In pochi sottolineano però il coraggio, l’avanguardia di Simone Inzaghi nell’utilizzare contemporaneamente Luis Alberto e Milinkovic-Savic come interni di centrocampo. Da quella posizione il numero dieci andaluso ha raccolto al momento ben 12 assist in 15 giornate di Serie A, praticamente uno a partita. Abbiamo ancora negli occhi gli ultimi due, magie che hanno inclinato fatalmente il piano di Lazio-Juventus verso il 3-1 finale. Vorrei però mostrarvi dell’altro su Luis Alberto. Prendetevi qualche minuto.
 
INTELLIGENZA ALBERTINA - Sono due perle che si commentano da sole, le ultime due. Forse occorrerebbe portare la lente un po’ sul primo assist, perché si è data poca importanza a quell’uno contro uno con Bernardeschi: lo attende, lo sfida col pallone incollato sull’esterno destro e poi lo prende in controtempo andando proprio dove il bianconero si impegnava a non farlo andare. Vorrei però mostrarvi dell’altro, dicevo. Un’azione che è stata analizzata per lo più dal punto di vista juventino, finora, per evidenziarne gli errori sorprendenti. Mi riferisco al contropiede che ha portato al rosso di Cuadrado. Cambio di prospettiva: quel che fa qui Luis Alberto è così semplice, normale e ovvio come appare? No.     

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Ci si potrebbe chiedere ad esempio in quanti avrebbero passato subito il pallone a Lazzari, sfruttando il due contro uno iniziale promosso dall’uscita errata di Matuidi. Lazzari è veloce e ha campo, l’avrebbe potuta condurre lui la ripartenza. Basterebbe un tocco qui a Luis Alberto, se il contropiede fosse solo uno scatenamento di velocità brute. Ma anche le ripartenze abbisognano di regia, di calcolo. Un raziocino più rapido, certo, un calcolare in picchiata. Ed ecco la scelta controintuitiva di Luis.

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Con questo tocco verso sinistra Luis Alberto annulla apparentemente la superiorità numerica sulla parte destra del contropiede. Sembra quasi ignorarla, andando a complicarsi la vita sul lato relativamente più coperto della Juve. In realtà, sempre fondandosi sulla velocità di Lazzari, si crea così un miglior angolo di passaggio, l’angolo per un assist in profondità che tagli in mezzo i due difensori ormai sorpresi e mal posizionati. Non solo a chi, ma quando e dove.    

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I SEGRETI DI LUIS – Fra i 12 assist che ha confezionato finora, ce n’è uno ancor più bello, a mio parere, di quello per Sergej Milinkovic-Savic contro la Juve. Il più bello è guarda caso anche il più utile per mostrarvi certi segreti di Luis. Certe finezze tipicamente spagnole. Torniamo ad accendere i fari su Lazio-Parma, quel gol di Immobile nato da due passaggi in verticale. Un lancio mirato di Strakosha e la verticalizzazione del fuoriclasse. Ecco il pallone in volo, appena lanciato dal portiere per eludere la pressione delle prime due linee emiliane.    

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La testa di Luis Alberto. L’immagine è un po’ sfocata ma si riesce a vedere lo stesso. Luis Alberto mentre il pallone sta spiovendo dà un colpo d’occhio alla posizione dei suoi attaccanti e dei difensori avversari. Come sono gli spazi? Ma questo i giocatori seri lo fanno più o meno tutti. È quello che segue che fa la differenza.

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Quali sono i tempi di giocata in casi come questi, a campo aperto? Per la maggior parte dei giocatori almeno tre, se controllano il pallone col petto. Uno stop, un aggiustamento e un passaggio. Il tutto nel minor tempo possibile se hanno visto qualcosa di importante nell’occhiata precedente. Da notare il sostegno preventivo di Sergej (l'altra mezzala). Volendo Luis Alberto avrebbe potuto appoggiarsi al serbo con un tocco. Invece ha libertà e quindi giustamente orienta lo stop di petto in avanti. Primo tempo di gioco.  

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Bravo Strakosha, tra parentesi, a pescare il punto debole del centrocampo a tre del Parma (Hernani la mezzala destra era ancora in attacco). Dicevamo, i comuni mortali impiegano almeno tre tocchi se vogliono effettuare un filtrante preciso e rasoterra di lunga gittata. Luis Alberto no, qui riesce a metterci soltanto due tempi: stop di petto orientato e controbalzo di piatto, colpendo il pallone forte ma in modo tale che non si alzi e acquisti velocità schizzando sul manto. Il filtrante lungo rasoterra è scuola Xavi, non Pirlo.

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Solo giocando a due tempi, qui, ci stava il passaggio. Luis Alberto doveva evitare il rientro, la diagonalina di Darmian che stava provando a tornare in linea, accanto a Iacoponi.  Ma i giri giusti di questo filtrante sono un capolavoro: Immobile non deve nemmeno rallentare la corsa.

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CONTRO LA SUPERIORITÀ – Sono tanti davvero gli esempi che potrei fare della succitata ‘intelligenza Albertina’. Concludo con due momenti di Milan-Lazio. L’assist per Correa lo richiamo alla vostra attenzione perché va ‘contro’ il principio della ‘superiorità numerica’. Luis Alberto è l’artista che al momento opportuno sa fregarsene delle regole imperanti. Va oltre il giusto codificato per interpretare la realtà sempre mutevole. Un altro qui avrebbe puntato Calabria ingenerando un due contro uno sul lato debole, per poi scaricare palla all’accorrente Cataldi. Lui(s) molto prima vede l’errore imperdonabile di Duarte, e tocca. Legge le posture, sente il ritardo di Romagnoli e tocca alla perfezione per Correa.  

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CONTRO LO SPAZIO – Nel primo tempo di Milan-Lazio lo spagnolo sfidò invece lo spazio, andando semplicemente ‘contro lo spazio’ invitante apertosi tra Immobile e Calabria. Come nella scherma si effettuano frustate di polso per sorprendere l’avversario (che invece attende una stoccata diretta), così fece Luis Alberto con l’esterno destro, all’improvviso, tra Calabria e Duarte. Poi Immobile scheggiò la traversa.  

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