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  • Magico in B, disastroso in A: ora Petkovic è l'erede di Mandzukic

    Magico in B, disastroso in A: ora Petkovic è l'erede di Mandzukic

    • Angelo Taglieri
    Le lacrime di Cosmi sancivano la fine di un sogno, l'abbraccio di Oddo addolciva i titoli di coda. Trapani-Pescara vedeva festeggiare gli abruzzesi, con i siciliani che si fermavano sul più bello, contro la forza di Lapadula e compagni, con la porta verso la Serie A che da semiaperta si è chiusa, di colpo. E lì, a pochi centrimetri dal massimo campionato, la squadra allenata dal tecnico umbro ci era arrivata anche grazie alle magie di Bruno Petkovic

    MAGICO A  TRAPANI - Cresciuto tra Metkovic, Dinamo Zagabria, NK Zagreb, Hask Zg, è stato pescato dal Catania quando giocava nell'Under 19 del Dragovoljac. A 12 anni lasciò la famiglia per trasferirsi a Zagabria, dove si allenava e giocava per strada. Con un obiettivo ben preciso: "Diventare un grande giocatore per i ragazzini. Farli sorridere mi renderebbe felice". Catania, scrivevamo, con cui debutta in A, poi Varese, Reggiana, Entella e, appunto, il Trapani. Arrivato il primo febbraio del 2016 grazie al direttore sportivo Faggiano ("Non ha paura di niente e nessuno!" la risposta agli scettici), realizza 7 gol, confezionando 8 assist, in un girone, mostrando un repertorio completo: freddo dal dischetto, magico da calcio piazzato, forte di testa. Prima punta moderna completa. Non arriva la Serie A col Trapani, ma la Serie A si ricorda di lui. E infatti, nel gennaio del 2018, dopo altri 3 gol in B, arriva la chiamata del Bologna. 



    DISASTRO SERIE A - E qui cambia tutto: nessun gol, poca fiducia in se stesso e quelle giocate che sembravano naturali in Serie B che diventano di colpo estranee in Serie A. 21 presenze col Bologna, 16 col Verona, zero gol. E gli assist? Tre. Sono di più i gialli, 5... Il Verona va in B, il Bologna non lo vuole più, la Dinamo Zagabria sì. E qui cambia di nuovo tutto.

    EREDE DI MANDZUKIC - Debutta, finalmente, nel massimo campionato croato: dall'estate 2018 a oggi 12 gol in 32 partite in campionato, 2 gol in 6 partite nella coppa di Croazia e, soprattutto, 4 gol in 6 gare di preliminari di Champions (con 2 assist). Nella fase a gironi è ancora a secco, ma è solo questione di tempo. Com'era questione di tempo la Croazia. Sì, perché la nazionale vicecampione del Mondo, senza più Mandzukic, che ha dato l'addio, e Kalinic, che si è fatto fuori da solo, si è affidata al gigante dai piedi vellutati per qualificarsi all'Europeo. 7 partite , 4 gol nelle ultime 5. Uno nel ko con la Tunisia, uno nel 4-0 rifilato alla Slovacchia di Skriniar, 2 nell'importantissimo 3-0 all'Ungheria, più un assist nel pareggio contro il Galles per la rete di Vlasic. Gli errori in Serie A sono dimenticati, l'aria di casa gli ha fatto bene. E davanti al centrocampo da urlo Rakitic, Modric, Brozovic, al centro del tridente con Rebic e Perisic, c'è lui, Bruno Petkovic. Il gigante che ha lasciato casa da bambino per poi tornarci da uomo. E raccogliere, così, l'eredità di Mandzukic. 

    @AngeTaglieri88

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