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  • Mauri a CM: 'L'inno cantato dai giocatori, il rapporto con Biglia e gli errori da non ripetere: Milan, con Pioli puoi tornare in Champions'
Mauri a CM: 'L'inno cantato dai giocatori, il rapporto con Biglia e gli errori da non ripetere: Milan, con Pioli puoi tornare in Champions'

Mauri a CM: 'L'inno cantato dai giocatori, il rapporto con Biglia e gli errori da non ripetere: Milan, con Pioli puoi tornare in Champions'

  • Daniele Longo
Più di 250 battaglie con la Lazio della quale è stato anche capitano. Stefano Mauri ha scritto pagine importanti della storia del club biancoceleste, alcune proprio sotto la guida di Stefano Pioli da 2014 al 2016. Nell'intervista esclusiva concessa a calciomercato.com, l'ex centrocampista racconta pregi e difetti del nuovo allenatore del Milan.

Mauri, cosa ha pensato quando il suo ex allenatore Stefano Pioli è stato ufficializzato dal Milan?
"Sono stato indubbiamente contento perchè è una bravissima persona, un professionista serio. Si è meritato questa opportunità, sono sicuro che tirerà fuori il massimo da questa squadra. E' un gran lavoratore e quindi da questo punto di vista non gli si potrà dire niente".

Dicono di lui che sia un allenatore molto empatico, con un forte senso di appartenenza nei confronti del club per il quale lavora. E' vero che alla Lazio vi faceva cantare l'inno?
"Si, è vero. E' molto bravo a fare gruppo, a cercare di far capire l'importanza del concetto di squadra e della società oltre quella dei singoli. Cantavamo l'inno ma è solo una piccola sfaccettatura che faceva capire il suo senso di appartenenza nei confronti della società".

L'hashtag #Pioliout ha spopolato su Twitter, diventando una tendenza a livello mondiale. Sono critiche preventive ingiustificate secondo lei?
"I tifosi è giusto che manifestino il loro disappunto ma non credo sia una questione di Pioli ma più nei confronti della situazione societaria di questi ultimi anni al Milan e non mi riferisco solo a questa gestione targata Boban e Maldini. E' normale che dopo Giampaolo si sarebbero aspettati un allenatore con una esperienza anche internazionale diversa. Sono convinto che alla fine Pioli farà bene e farà ricredere i tifosi del Milan".

Per come lo conosce lei è un allenatore fedele a un sistema di gioco o gli piace variare a seconda dei giocatori che ha a disposizione? Ci dobbiamo aspettare un Milan con il 4-3-3 o con il trequartista?
"Io credo che i numeri siano rimasti solo a voi giornalisti. I numeri esistono più in campo, non esiste più il 4-3-3, il 3-5-2 e dir si voglia. E' solo vedere come si schiera la squadra all'inizio perchè poi le caratteristiche dei giocatori determinano così come qualche idea tattica dell'allenatore a seconda dell'avversario che hai di fronte. Se parti con il 4-3-3 ma hai un esterno destro che entra dentro il campo allora quello schema non esiste. Se hai il terzo centrocampista che è più un trequartista allora diventa un 4-2-3-1 o una mezzala a cui piace allargarsi allora diventa 4-4-2. I numeri sono rimasti solo a voi giornalisti, vi piace scrivere questo e fare polemica ed è giusto così. E' più l'interpretazione del ruolo in campo a essere importante. Faccio un esempio: Pioli ci faceva giocare ogni tanto 4-3-3 o 4-2-3-1 e io facevo l'esterno a destra d'attacco. E' normale che non sono come Candreva, quindi io venivo dentro il campo e lui sul fondo a fare il cross. Per questo poi i numeri lasciano un po' il tempo che trovano".

Nel corso della conferenza stampa di presentazione ha ribadito alcuni concetti anche un po' ambiziosi ovvero che è sicuro di fare bene, che sa lavorare sulla testa dei giocatori e che il Milan deve lottare per andare in Champions. Sono frasi di circostanza?
"Sono espressioni reali, lui se ha accettato una situazione come quella del Milan vuole dire che crede prima di tutto nel valore della rosa. Crede di poter fare bene, che quello che si è visto finora è inferiore alle possibilità della squadra e di poter intervenire sulla squadra a livello mentale e motivazionale. Sa lavorare bene sull'autostima dei suoi ragazzi, se ha parlato di Champions è perchè ci crede davvero. Magari sarà difficile raggiungerla quest'anno ma ci proveranno sicuramente".

Ma questo è un Milan da Champions League per i valori della rosa?
"Secondo me ha una squadra da Champions, l'unica veramente avanti rispetto alle altre è l'Atalanta. Sia la Fiorentina che la Lazio e la Roma, chi per un motivo e chi per un altro, fanno tutti fatica e hanno perso punti in campionato. Il Milan è solo a pochi punti da queste realtà, l'unica è l'Atalanta che ha già 5 punti su Lazio e Fiorentina. Se i ragazzi di Gasperini dovessero sbagliare due o tre partite ti ritrovi già lì in lotta per il quarto posto. Non dimentichiamoci che il Milan non ha l'Europa League, non è impegnato nelle competizioni europee che ti portano via tanto dal punto di vista fisico e mentale, le altre ce l'hanno tutte".
 
Lei è stato un compagno di squadra di Lucas Biglia alla Lazio: crede che Pioli ripartirà dall'esperienza dell'argentino o deciderà di assecondare i desideri della società su Bennacer?
"Io credo che possa ricominciare da Biglia perchè conosce come lavora tutti i giorni, cosa chiede. Sopratutto all'inizio può dare quel qualcosa in più a livello caratteriale perchè ha una grandissima esperienza a livello internazionale e in un ambiente difficile come quello della nazionale  argentina o quello di Roma. Conosce anche l'ambiente Milan e può fare la differenza poi quando conoscerà meglio Bennacer li ruoterà anche a seconda dell'esigenza della squadra o delle caratteristiche dell'avversario perchè Pioli è molto bravo a capire i punti deboli e forti dell'avversario per mettere in campo la formazione più adatta per quella partita".

Nella carriera di Pioli c'è un elemento che si ripete: fa molto bene il primo anno e male il secondo. Che lettura si può dare a questa costante?
"io credo che a questa domanda abbia già risposto Pioli in conferenza stampa. Ha detto che in alcuni frangenti ha mollato un po' la presa e questo non accadrà più in futuro. Penso che abbia già risposto lui".

La sensazione è che voglia ripartire da Piatek e Paquetà. Li ritiene giocatori in grado di fare la differenza o sopravvalutati?
"Paquetà è un giocatore molto forte, è più una mezzala che un trequartista. E' molto bravo nel breve, fai fatica a portargli via palla. E' molto valido tecnicamente e si sa anche inserire. E' una mezzala, poi i moduli lasciano il tempo che trovano: in certi casi può andare dietro la punta a prendere palla. Per quanto riguarda Piatek magari Pioli vorrà usare Leao come prima punta, dando magari meno punti di riferimento. Io credo che in questi giorni, quando torneranno dagli impegni con le rispettive nazionali, capirà le condizioni fisiche di tutti. Adesso sta lavorando con meno giocatori e non riesce a far capire le sue idee da subito, bisognerà vedere. Io credo che ripartirà da Biglia, Paquetà e vedremo se Leao o Piatek prima punta":

Piatek si è creato un personaggio anche grazie alla sua esultanza. Lei anche ne aveva una particolare con dei gesti eloquenti delle mani: ci racconta com'è nata?
"Mi spiace ma non ve lo racconto, è una cosa molto personale. Me l'hanno chiesto in tanti ma voglio mantenere questo segreto".





 

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