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  • Mazzarri, il Toro col tridente funziona. Ma Zaza deve imparare a difendere

    Mazzarri, il Toro col tridente funziona. Ma Zaza deve imparare a difendere

    • Salvatore Lo Presti
    Il Torino festeggia il ritorno in panchina di Mazzarri e il 112° anniversario della fondazione del club con una vittoria rocambolesca quanto meritata e con il battesimo del tanto chiacchierato "tridente" con Belotti e Zaza contemporaneamente in campo. Vittoria meritata perché, pur raggiunta in una manciata di minuti alla fine del recupero del primo tempo e sicuramente agevolata dalla superiorità numerica per l'ineccepibile espulsione di Romulo dopo 28', per tutto il resto della gara, per tutta la ripresa insomma, non è mai stata in discussione, malgrado gli inserimenti di Pandev e Lapadula da parte dei genoani.

    E' stato il Torino nella seconda frazione ad creare una quantità industriale di occasioni da rete con  Belotti, Baselli e lo stesso Zaza non trasformate per mancanza di convinzione ma anche per alcune prodezze del portiere genoano Radu. In quanto alla coppia Belotti-Zaza, il provino è stato promettente, ma i due devono migliorare ulteriormente l'intesa e soprattutto Zaza deve imparare a fare dei movimenti a sostegno del centrocampo che ancora non sono nelle sue corde. Solo così si può mantenere l'equilibrio della squadra. Diversamente esso ne sarebbe gravemente compromesso.

    La forza del Torino di oggi è stato il tandem Ansaldi-Iago Falque (spostatosi a sinistra per far spazio a Zaza, a destra), i ritmi di Rincon e di Metié e nella ripresa l'agilità di Aina, devastante sulla fascia. Il Genoa, sicuramente depauperato dall'inferiorità numerica, non è riuscito nella ripresa a rendersi mai autenticamente pericoloso, anche per via del sacrificio di Piatek dopo l'espulsione di Romulo. Ma Criscito e compagni non si sono arresi mai. Di questo va dato loro atto.

    Per il ritorno in panchina Mazzarri, come detto, si è regalato l'inedito tridente formato da Iago Falque, Belotti e Zaza. Il promettente finale della partita di Cagliari aveva rimosso gli ultimi dubbi del tecnico. Nel centrocampo a quattro a garantire l'equilibrio della squadra, ai fianchi del rientrante Rincon, ha giostrato Meitè, col sacrificio di Baselli; sulle fasce laterali hanno agito De Silvestri e Ansaldi, con l'argentino che ha esibito fin dalle prime battute una proficua intesa con Iago Falque. La mossa di Mazzarri, anche se non produce straordinari effetti sulla concretezza dell'attacco granata, priva il Genoa dell'apporto  normalmente notevole di Lazovic sulla fascia sinistra. Particolare non insignificante nell'economia del gioco dei rossoblù. 

    Ne esce fuori una partita assai fisica e rude. Il Torino marca inizialmente una certa supremazia territoriale che però non produce più di qualche cross ben calibrato di Ansaldi non adeguatamente sfruttato. Su un rovesciamento di fronte è il Genoa a sfiorare il vantaggio al quarto d'ora: su un inserimento di Bessa, Piatek colpisce il legno e Kouamè di controbalzo spreca spedendo oltre la traversa. Il primo tiro del Torino, da fuori, è di Belotti ma Radu lo blocca senza difficoltà (22').

    La gara si anima al 28' quando il Genoa resta in dieci per l'espulsione di Romulo, incappato in un doppio giallo nell'arco di pochi minuti. Murgita (alter ego in panchina dello squalificato Juric) per far posto a Gunter e mantenere gli equilibri della squadra rinuncia a Piatek (30'), ma paradossalmente dopo sei minuti è proprio il Genoa a passare in vantaggio con Kouamè che, indisturbato, devia alle spalle di Sirigu un servizio di Romero (36'). ll Toro non si abbatte e continua a pressare, ma il Genoa fa muro senza vacillare.

    L'incredibile svolta nel corso del breve recupero. Prima (46') Ansaldi pareggia concludendo con un destro implacabile un caotico batti e ribatti al limite dell'area ligure. Tempo di riprendere il gioco e, mentre alcuni genoani protestano per un intervento a centrocampo su Biraschi, Iago Falque s'inserisce in area contrastato da Sandro che, meno agile dell'avversario, lo sgambetta platealmente. Rigore che non ha bisogno di avallo del Var e dal dischetto Belotti trasforma di destro dopo una rincorsa ondeggiante (48'). In poco più di due minuti rimonta compiuta. Nella ripresa la matassa del gioco resta nelle mani del Torino che vuol chiudere la partita. Ma i numerosi tentativi di Belotti, Baselli, Iago Falque e Zaza nel finale s'infrangono sui guanti o sui piedi di Radu. O difettano della necessaria precisione.

    IL TABELLINO

    Torino-Genoa 2-1 (primo tempo 2-1)

    Marcatori: 36’ p.t. Kouamè (G), 47’ p.t. Ansaldi (T), 48’ p.t. Belotti rig. (T)

    Torino (3-4-1-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Djidji; De Silvestri (14’ s.t. Aina), Meité (28' s.t. Baselli), Rincon, Ansaldi; Falque (39’ s.t. Parigini); Zaza, Belotti. All. Mazzarri

    Genoa (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Criscito; Romulo, Hiljemark (37' s.t. Lapadula), Sandro (28' s.t. Pandev), Bessa, Lazovic; Kouamé, Piatek (30' p.t. Gunter). All. Murgita.

    Arbitro: Mariani di Aprilia

    Ammoniti: 23' p.t Romulo (G), 20' s.t. Meité (T), 30' s.t. Nkoulou (T), 31' s.t. Biraschi (G), 41' s.t. Bessa (G), 43' s.t. Zaza (T)

    Espulsi: 27' s.t Romulo (G)

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