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  • Mihajlovic tifava Salvini. E allora?

    Mihajlovic tifava Salvini. E allora?

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Mihajlovic (e Pagliuca e Toni e chissà quanti altri del mondo del calcio) tifavano Salvini. E allora? Perché non si può stare dalla parte di qualcuno senza che qualcun altro ti dica maledetto e infame? E' quel che è capitato a Mihajlovic e, si può star certi, quel che sarebbe capitato a qualunque altro nome noto del pallone che avesse pubblicamente tifato sardine e Bonaccini.
    Resta la domanda: quale sgrammaticatura dell'anima può portare ad augurare disgrazia a chi, persona pubblica, ha detto di tifare per qualcuno alle elezioni? E cosa può avere così profondamente, malamente sgrammaticato una, cento, mille e più anime (magari fossero solo mille)?

    Perché non si sa più, non usa più dire, ad esempio: Mihajlovic ottimo allenatore, persona rispettabile ma i suoi valori politici non sono i miei? Tipo: il culto della forza, il nazionalismo che è sopraffazione travestita da patriottismo...queste son robe che a Sinisa piacciono ma non son cose né belle né buone. Perché non usa più dire così, perché non si coniuga più rispetto e dissenso? Certo, non lo fanno più i politici, maestri di denigrazione, impunita, altrui, denigrazione sistematica. Certo, è pieno, stracolmo di cattivi esempi al riguardo. Anche nel calcio ovviamente: perché qualcuno sente il bisogno e si sente vivo se fabbrica striscione per augurare a Zaniolo di essere e restare lo zoppo di Roma? Perché Conte allenatore dell'Inter deve teorizzare di fatto il diritto dei giocatori interisti a mandare platealmente a vaffa l'arbitro e l'arbitro non dovrebbe espellere altrimenti danneggia l'azienda Conte? Perché l'appartenenza, l'identità diventano odio e la cura del proprio lavoro diventa prepotenza?

    Perché...il malumore ignorante della vita pubblica. Ma questo non è il perché, è il come. Perché il buonumore, il sorriso, il rispetto si vergognano di mostrarsi? Perché sempre tutti incazzati e quindi feroci con il prossimo? Anche nelle minuzie, sempre. Basta scorrere le chat: offendere, sputacchiare sull'altro, godere di questo onanismo di massa alla tastiera in fondo solitario.
    Il perché non lo so, vedo il come e il dove che quasi coincide con l'ovunque. Perché usare a sproposito il termine fazioso, gridare al fazioso solo quando l'altro non canta la canzone della tua tribù? Ecco, la tribù. La nostalgia, l'attrazione dello stato tribale, la regressione dal civile al tribale. Ma anche questo non è il perché, il vero e profondo perché. Che forse risiede non nei campi della psicologia ma sta purtroppo nelle viscere della storia. Storia che con frequenze alterne erutta il peggio dell'essere umani. Ecco, la storia sta eruttando, per ora blandamente, la lava del noi sangue puro, voi sotto umani. Se è questo il profondo perché, allora la pagheremo cara.

    Perché citofonare per linciare fa sentire dei boia giulivi? Qualcosa, un comune sentire, si è però formato in Emilia: mamme disperate arruolate come porta voti, safari al citofono...superato ogni limite e confine. Reazione di rigetto, sardine più Bonaccini ma soprattutto Salvini stesso ha chiamato a votare contro di lui. Salvini non ha vinto, Mihajlovic se ne farà una ragione, una piccola bocca del grande vulcano tribale stavolta non ha eruttato.

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