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  • Boban: 'Esonero di Giampaolo una sconfitta per tutti, anche noi colpevoli. Ci serve tempo'

    Boban: 'Esonero di Giampaolo una sconfitta per tutti, anche noi colpevoli. Ci serve tempo'

    Zvonimir Boban, Chief Football Officer del Milan, è intervenuto nel corso del 'Festival dello Sport' di Trento. Dopo una battuta di Mario Sconcerti, che gli chiedeva perchè fosse al Milan, il croato ha scherzato: "Me lo sto chiedendo anche io", salvo poi spiegare: "Era una battuta, mi piace stare al Milan"

    SUL PERIODO - "E' un momento difficile, esonerare un allenatore è una sconfitta per tutti. E' una scelta che abbiamo preso tutti, non solo io. Giampaolo è bravo, ma abbiamo fatto questa scelta per il bene del Milan. Vogliamo arrivare ai risultati tramite il gioco"

    SUL LAVORO - "Lavoro per far tornare grande il Milan. Sono qui da poco, dobbiamo lavorare tanto sotto tutti gli aspetti"

    SU GIAMPAOLO - "Quando qualcosa non va bene, tutti sono colpevoli: allenatore, giocatori e dirigenti. L'esonero è una sconfitta per tutti. Dopo il suo arrivo a Milanello, dissi a Marco che speravo di lasciare questa città insieme a lui e lo stesso l'ho fatto con Paolo, con cui condivido l'ufficio ogni giorno. Speriamo di far bene con Pioli"

    SUL PROGETTO - "Serve tempo, nessuno ha detto che avremmo fatto subito. Siamo la squadra più giovane d'Italia. Non abbiamo fatto proclami, è un processo in cui faremo di tutto per riportare il Milan in alto il prima possibile"

    SUI GIOVANI - "Non è lo stesso calcio di un tempo, speriamo di essere bravi e capire le cose prima degli altri" .

    In un'intervista con Carlo Pellegatti, il dirigente croato ha aggiunto: ​Speriamo, quella è la speranza. E' un momento difficile, il calcio è così, si soffre per raggiungere i risultati. Stiamo soffrendo un po' troppo".

    SU PIOLI - "E' una persona seria, molto intelligente e matura. Ha grande esperienza, ha fatto giocare sempre bene le proprie squadre".

    SE SI E' PENTITO DI ESSERE AL MILAN - "Quando sono arrivato nel '91/'92 sono andato a Bari a fare cinque mesi di gavetta. Al Milan ero la ruota di scorta. Ho lottato con me stesso, non mi pento di essere qui. Siamo appena partiti, è normale che con il Milan ci sia fretta". 

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