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  • Milan-Bonucci, tutti i motivi dell'addio

    Milan-Bonucci, tutti i motivi dell'addio

    • Marco Demicheli
    Sarà una serata ricca di pensieri e di emozioni, quella che vivrà Leonardo Bonucci. La Juventus, tornata da qualche mese la sua Juventus, va di scena a San Siro contro il Milan, rimasto per appena una stagione il suo Milan. Quella squadra di cui il difensore era stato scelto come simbolo, leader e capitano: un progetto fallito, insieme a quello di chi aveva deciso di acquistarlo. Nell'ultima sfida tra la squadra di Rino Gattuso e quella di Massimiliano Allegri in campionato, lo scorso 31 marzo, Bonucci era stato fischiato da tutti i tifosi dell'Allianz Stadium, cui aveva risposto con il gol del momentaneo 1-1 e la sua esultanza, quello "sciacquatevi la bocca", che qualcuno ancora non gli ha perdonato. 

    LE CAREZZE DI GATTUSO - È molto probabile che questa sera, in un altro stadio e con un'altra maglia, l'accoglienza sarà la stessa di Torino, nonostante la panchina che Allegri sembra intenzionato a riservargli. Ovvero fischi e contestazione per chi era visto come un idolo e in pochi mesi è tornato sui suoi passi. Eppure in casa Milan l'addio di Bonucci non è stato visto come un tradimento, come ha confermato ieri Rino Gattuso in conferenza stampa: "Leo ci ha dato tanto a livello professionale, tecnico, tattico ed umano, ci ha lasciato molto. Se oggi ho fatto qualche miglioramento, tanti meriti sono anche suoi, quando sbroccavo mi è sempre stato vicino. Un vero valore aggiunto per tutti noi. Posso solo parlare bene di Leo, poi nella vita ci sono tante situazioni ed è difficile giudicare. Sono stato il primo a provare a convincerlo a rimanere, ma ci sono figli, vita privata e tutto va rispettato. Per me è stato un onore allenarlo, spero che gli venga riconosciuto tutto questo, ma io ho il mio pensiero e l'ho detto".

    I MOTIVI DELL'ADDIO - Parole di stima e affetto, che aiutano a capire quali siano stati i veri motivi che hanno portato il classe '87 a lasciare in fretta e furia il Milan per tornare in quella che ha definito come casa sua, ma da cui era andato via lasciandosi in rapporti tutt'altro che ottimi. Le ragioni sono molteplici: alcune hanno a che fare con l'ambito sportivo (la mancata qualificazione alla Champions League e un campionato vissuto al di sotto delle aspettative iniziali), nessuna con quello economico (dagli oltre 7,5 milioni di euro che avrebbe percepito in rossonero, è passato a 5,5), moltissime con quello personale e familiare. Negli ultimi anni Bonucci ha dovuto affrontare il difficile periodo della malattia del figlio più piccolo, Matteo, un ostacolo poi superato e che ha unito ancora di più la famiglia. Oltre che sul campo da gioco, anche fuori l'avventura milanese del difensore non è andata come previsto, tanto da portare a profonde riflessioni che hanno partorito poi la complicata decisione di tornare alla Juventus. Sarebbe stato più facile e comodo andare all'estero, magari al Manchester United di José Mourinho che lo ha tentato anche durante la scorsa estate, ma le necessità familiari erano diverse. E Bonucci ha deciso, giustamente, di metterle davanti a tutto. Mettendo in conto anche fischi e contestazioni varie.

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