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  • Milan: Kalinic male anche in difesa. Torino, Mazzarri meglio di Mihajlovic

    Milan: Kalinic male anche in difesa. Torino, Mazzarri meglio di Mihajlovic

    • Giancarlo Padovan
    Il più inutile dei pareggi (1-1) consente di capire due cose che, presumibilmente, si erano già comprese qualche settimana fa: il Milan non andrà in Champions League (è già tanto che arrivi in Europa League tramite classifica o Coppa Italia) e il Toro resterà nel limbo della mediocrità, ultima di quelle squadre di seconda fascia perennemente aspiranti a qualche obiettivo di prestigio senza la possibilità concreta di raggiungerlo mai. Non mi piaceva Mihajlovic e, al contrario, mi piace molto Mazzarri. Tuttavia va detto che i risultati non sono difformi, ma indicano un basso costante che non può soddisfare Urbano Cairo e i tifosi. 

    Quanto al Milan, è giusto affermare che è migliorato, che ha risalito la classifica, che è diventato più competitivo. Però alcuni errori - per esempio nella costruzione dell'impianto - sono proprio strutturali: domandarsi chi segna non è porsi un interrogativo ozioso, ma constatare una mancanza che finisce per pesare ogni partita di più. Ora è giusto ritenere che in una squadra più calciatori vanno a segno e meglio è. Se, però, le punte sono così imprecise o poco pericolose molto viene vanificato. 

    Al momento, poi, il Milan non sa nemmeno difendere benissimo. Sul gol - un calcio d'angolo di Ljajic - Kalinic (sì, proprio lui) si è fatto anticipare da De Silvestri. Mentre nel finale (44') Donnarumma si è ripetuto come aveva fatto contro Milik a San Siro. Il tiro, questa volta, era stato di Ljajic in caduta, il portiere vi si è opposto con la punta delle dita della mano sinistra.
    E' vero che al 51', cioé in pieno recupero, Abate ha scheggiato il palo con un tiro da lontano, ma la vittoria del Milan sarebbe stata eccessiva in rapporto a quanto prodotto. 

    Se posso permettermi, non è stata una partita bella, forse perché condizionata, da parte torinista, dal rigore sbagliato da Belotti (2', traversa, dopo netto fallo di Kessie su Ansaldi) e, da quella rossonera, da un secondo tempo che non era di controllo e nemmeno di contenimento. Per me è stata proprio un'inadeguata espressione di gioco, con troppi elementi al di sotto del minimo e l'intenzione latente di vivacchiare sul vantaggio di Bonaventura. 

    La svolta, secondo me, l'ha data il Torino con l’ingresso del giovane Edera al posto di un inconcludente Iago Falque. Questo è avvenuto al 18' del secondo tempo, quando i granata, nonostante la remissività del Milan, non avevano ancora preso in mano le sorti della gara.
    Per la verità non è successo nemmeno dopo. Solo che Edera, al contrario di tanti suoi compagni (Belotti compreso), ha la buona abitudine di prendere palla e tirare. Il che non è sempre possibile, ma è altamente consigliato quando non vi è altro modo di avvicinare la porta. E se capita - come è capitato al 25' - che Donnarumma è talmente sorpreso dal tiro da non trattenerlo, può darsi che ne nasca un corner che poi qualcuno (De Silvestri) sfrutta.

    Nell'azione del gol del pari va rimarcato l'errore, in fase difensiva, di Kalinic. Chiamato a saltare libero all'altezza dell'area piccola, il croato ha letteralmente guardato l'esterno granata colpire indisturbato, in vantaggio anche su Donnarumma. 

    Non si può dire che l'1-1 del Toro non fosse meritato, anche perché - come ho ribadito - il Milan nella ripresa non ha fatto nulla. Forse avrebbe voluto giocare per conservare il vantaggio di Bonaventura (9' del primo tempo, destro dal limite dopo azione Suso-Kessie), forse i giocatori rossoneri pensavano che sarebbe stato sufficiente un agile palleggio (ma con l'uscita di Biglia anch'esso è venuto meno). Fatto sta che, pur senza creare vere occasioni, il Torino era cresciuto. 

    Nessuno meritava di vincere e nessuno ha vinto. Ma senza questi tre punti il campionato di Mazzarri e Gattuso è privo del gusto dello sprint. Quasi tutto è chiaro (il Milan ha la finale di Coppa Italia da onorare), ma per fare meglio bisogna già pensare all'anno prossimo. 
     

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