Milan, quanto manca la Champions! Dall'addio di Allegri a Gazidis, non se ne può più
Quello di Madrid era il Milan di Seedorf, che in 4 giorni contro Juventus e Atletico aveva incassato tanti complimenti per il gioco e due belle sconfitte in casa. Solo i tifosi con abbondante salame sugli occhi erano convinti che fosse l’allenatore giusto. Ma molto di quel salame sarebbe rimasto per i 6 anni successivi e grazie a quelle fette i tifosi non si sarebbero accorti di cose molto peggiori rispetto all’inadeguatezza di Clarence in panchina. Quelli erano i giorni dell’esonero di Allegri, erano i giorni di “Barbara” presidentessa, erano i giorni di Galliani da giubilare. Iniziava il tristissimo declino del Milan, che aveva avuto il battesimo due anni prima, esattamente il 12 gennaio 2012. A distanza di 6 anni, con in mezzo numerosi allenatori, numerosi dirigenti e numerosi disastri, ci ritroviamo ancora lontanissimi dalla “nostra” Coppa Campioni. Senza una reale speranza di poterla raggiungere nel medio periodo. Senza una proprietà credibile. Con un Gazidis contestatissimo da tutti. O quasi. Il progetto-giovani, l’ennesimo sbandierato in questi anni, che farà capo a Rangnick potrebbe anche essere affascinante e ambizioso. Il problema è che i tifosi del Milan non ne possono più. Non ne possono più di essere presi in giro. Non credono più a promesse, a progetti e a nuove figure che non si capisce bene cosa facciano, che cosa vogliono e soprattutto chi decide di assumerle.
In questi giorni tutti gli appassionati di calcio sono giustamente dispiaciuti per lo stop del campionato e si augurano che tutto presto torni alla normalità. Anche i milanisti lo sono, ma purtroppo e paradossalmente lo stop del campionato per noi è uno stop alle sofferenze. In questa pausa tristemente forzata, finalmente anche i milanisti si sentono come tutti gli altri. Anche le prese in giro si fermano. O almeno speriamo.