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  • Milanmania: il caos societario manda all'aria l'ottimo lavoro di Pioli. Con buona pace di tutti, Gazidis è il futuro

    Milanmania: il caos societario manda all'aria l'ottimo lavoro di Pioli. Con buona pace di tutti, Gazidis è il futuro

    • Carlo Pellegatti
    Ecco la frittata! Cambiano i cuochi, ma puntuale arriva la frittata di primavera che rovina anche quel poco di buono cercato di costruire. Si torna al solito assioma, alla solita verità inconfutabile e assoluta. Quando nascono problemi all’interno del club, questi si riflettono sempre  sulle prestazioni e sui risultati della squadra. Stefano Pioli è stato bravo a tenere compatto il gruppo, nonostante le difficoltà e la caratura non eccelsa della rosa. Di fronte però  agli avvenimenti di una settimana rovinosa sul piano della immagine e della coesione della Società, il Milan si è sgretolato di fronte a un Genoa  organizzato e volonteroso.

    Ora, come tanti polli di Renzo che, mentre vengono portati al mercato, si beccano tra di loro, ogni tifoso del Milan ha una sua idea sul  principale colpevole di questa situazione deflagrante, come ha confermato la sconfitta contro i rossoblù. Chi indica il fondo Elliott, perché avrebbe sbagliato la scelta dei manager. Altri già considerano  come unico colpevole lo stesso Gazidis, per gli scarsi esiti del suo lavoro a livello di marketing, ma soprattutto perché ritenuto responsabile di aver avvallato le scelte di fondo in  un mercato non sufficiente a colmare, almeno parzialmente, il gap con le avversarie. Non legando mai, di fatto, con i dirigenti approvati proprio da lui, Boban e Maldini. 

    Non è piaciuto, a una parte della tifoseria, la tempistica dello sfogo del dirigente croato
    , che ha accusato la società di ineleganza e mancanza di rispetto nell’aver contattato Ralf Rangnick nel momento più delicato della stagione. “Per amore del  suo Milan, aspettare qualche settimana, no?!?”. si domandano in molti.  Troppi i responsabili dunque  per trovarne solo uno ,ma diventa comunque frustrante ritrovarsi in mezzo alle solite problematiche amare, confuse, stordenti. Ho ben in testa una soluzione ben chiara e credo incontestabile. Fino a quando la società rossonera non presenterà comunque nel suo organigramma, una catena di comando corta, con scelte filosoficamente logiche e coerenti, a livello tecnico e manageriale, difficilmente potrà apparire la luce tanto agognata in fondo al perenne  buio.

    Con buona pace dei suoi detrattori, Ivan Gazidis conserva  ancora  la stima della famiglia Singer. Ipotizzare quindi  una sua rimozione dall’incarico è pura utopia. E Pioli? Quando verrà giudicato sul suo operato, bisognerà  però  considerare in quale situazione stia lavorando. Con un gruppo da gestire  certamente non nelle migliori condizioni psicologiche perché  probabilmente distratto dalle vicende societarie. La speranza, l’unica speranza  che può essere coltivata nasce dall’augurio che le tribolazioni di questi mesi possano aver  finalmente aiutato Ivan Gazidis - che, ripeto, non verrà toccato da alcuna rivoluzione-  ad aver maturato la logica esperienza per guidare il Milan. Probabilmente sempre meno italiano e sempre più straniero. Forse è questo  un altro grande problema.  Se ,al contrario, non arriveranno i  risultati auspicati, il fondo Elliott dovrà operare scelte ancora differenti. Ma ai tribolati tifosi rossoneri nessuno pensa mai? 

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