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  • Milanmania: Giampaolo da esonerare, non ha più certezze. Rudi Garcia? Per carità
Milanmania: Giampaolo da esonerare, non ha più certezze. Rudi Garcia? Per carità

Milanmania: Giampaolo da esonerare, non ha più certezze. Rudi Garcia? Per carità

  • Carlo Pellegatti
Aveva ragione Marco Giampaolo. Forse. Aveva ragione quando ha schierato i suoi giocatori e i suoi schemi. Milan non bello, Milan con una manovra farraginosa, Milan poco produttivo, ma non una squadra completamente allo sbando come quella vista a San Siro contro la Fiorentina. I giovani, troppi giovani, devono essere inseriti in un impianto che funziona, altrimenti rischiano di naufragare come è successo a Bennacer e a Hernandez. Irriconoscibili Calhanoglu e Calabria, riconoscibile invece Piatek, il solito Piatek del quale avevo già sottolineato l’inconsistenza che dura da sei mesi. Kessié, titolare della Costa d’Avorio, vaga per il campo. I due centrali sono stati irrisi da Ribery, lasciato libero dal Bayern Monaco, perché considerato un attaccante sul viale del tramonto. Un viale che molti giocatori del Milan forse non imboccheranno mai.

E ora? Paolo Maldini conferma Giampaolo almeno fino al match contro il Genoa. Mah, mi sembra un errore, perché non riesco a comprendere come possa ridare qualche certezza a un gruppo in totale confusione, forse perché anche Giampaolo ha perso le sue certezze. “Sembrava un squadra che non si fosse mai allenata!” Queste le sue lapidarie parole alla fine della partita. Una affermazione grave e pesante detta da un tecnico, una dichiarazione quasi di resa. Certo che alternative valide e sicure non sono facili da trovare. Si legge di Ranieri, di Spalletti, anche di Rudi Garcia. Per carità, quest’ultimo proprio no! Se si passasse a un traghettatore, significherebbe buttare via l’ennesima stagione.  Comunque questa è la rosa, oggi composta da petali sfioriti. Una rosa, che comunque Gattuso ha portato a sfiorare una clamorosa qualificazione in Champions League pur meno forte dell’attuale. Non so se sia la fine di una parabola cominciata dieci anni fa con la cessione di Kakà, fermata con gli acquisti di Ibrahimovic e Robinho, ma continuata irrefrenabile dal 2012 a oggi.

Tre proprietà, tre Società in pochi anni hanno portato a questi risultati che vedono il Milan al sedicesimo posto, con un ruolino di marcia insopportabile, quattro sconfitte in sei partite. Non accadeva dal campionato ’38-’39, quando il Milan, alla diciannovesima giornata, era addirittura ultimo, per raggiungere poi il nono posto, grazie a un buon girone di ritorno. Torniamo al presente, con l’augurio che la proprietà si renda conto che, pur importante la questione stadio, diventa totalmente secondaria in queste drammatiche ore. Per rispetto all’appassionato e fedele tifoso rossonero, si devono cambiare strategie, ricorrendo a una filosofia non più solo legata ai giovani. Come suggerito anche dall’intelligente Rino Gattuso. E’ stata una serata da incubo, con i cori di una gente che ha raggiunto la saturazione, con una curva che si è svuotata. Dignitosamente, senza isterie. La proprietà deve decidere presto e bene. Si renda conto che il Milan rappresenta un bene assoluto, una storia gloriosa, un Club seguito da milioni di tifosi. Se ritiene che sia un compito troppo gravoso, si assuma le sue responsabilità per il bene di una squadra da troppo tempo senza una luce da seguire, da troppo tempo in una notte buia. 
 

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