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  • Moggi a CM: 'La stagione va terminata, Juve esempio sugli stipendi. Uefa senza polso, manca uno come me. Calciopoli una farsa, le intercettazioni sul Milan...'

    Moggi a CM: 'La stagione va terminata, Juve esempio sugli stipendi. Uefa senza polso, manca uno come me. Calciopoli una farsa, le intercettazioni sul Milan...'

    • Alessandro Di Gioia
    Il mondo del calcio vive un momento molto complicato, come tutto il resto del Paese, a causa della diffusione del Coronavirus: anche lo sport più popolare, amato e seguito del globo ha dovuto e deve fare i conti con la pandemia, che non ha lasciato scampo a nessun settore lavorativo d'Italia. Tra errori commessi, ritardi, situazioni poco chiare e decisioni posticipate, lo sport nazionale uscirà da questa emergenza con più di un osso rotto.

    Calciomercato.com ha perciò voluto interpellare uno dei personaggi più importanti e potenti della storia del pallone italiano, intervistando l'ex dirigente di Juve, Roma, Lazio e Napoli Luciano Moggi, che ci ha svelato la sua idea su alcune delle più importanti tematiche del momento e non solo.


    Inizierei da un commento alle parole del Presidente della Lazio Claudio Lotito: "Gli atleti devono allenarsi, così creiamo un danno fisico. Non c'è prova scientifica che lo impedisca", in riferimento alla ripresa degli allenamenti e quindi del campionato.
    "Guardi, io non faccio né il medico né il virologo, a differenza di altri. Bisogna stare tranquilli e saper attendere, per poi salvare il calcio. Quando il virus sarà un brutto ricordo, si potrà ricominciare senza problemi. Al momento è ancora difficile fare previsioni".


    Lei è dell'idea che la stagione vada portata a termine?
    "Il campionato e la stagione vanno finiti, virus permettendo. Al momento il pallone è l'ultimo dei problemi, ma va detto che terminare le partite in programma è fondamentale, soprattutto per quanto riguarda i diritti tv, che sono il vero motore delle squadre di calcio".


    In che senso?
    "Se le partite non venissero disputate, non soltanto i club perderebbero un sacco di soldi, ma anche Sky e Dazn, che hanno comprato i diritti. Bisogna essere ottimisti e possibilisti che, una volta sconfitta questa ondata di virus, si possa tornare in campo per concludere l'annata".


    Lei ha parlato molto degli errori commessi dal Presidente della Uefa Ceferin e del fatto che sia in Europa che in Italia manchi una figura forte in grado di prendere decisioni importanti e scomode.
    "Alla Uefa ne hanno combinate di tutti i colori. Hanno fatto disputare alcune partite a porte aperte quando altre contemporaneamente giocavano a porte chiuse, come si fa? In Europa League a Glasgow, con il virus già in diffusione, c'erano 45mila persone allo stadio. Ci sono state parecchie cose fuori posto, come ad esempio Atalanta-Valencia. Prevenire è meglio che curare, da sempre: le decisioni vanno prese. In Europa non c'è gente di polso, non hanno la mano ferma per decidere. Ci vuole coraggio, ma va fatto. Io, da dirigente, mi sono sempre assunto le responsabilità delle scelte fatte".


    Per quanto riguarda invece l'ormai infinita questione legata al taglio degli stipendi dei calciatori, con la proposta di riduzione da parte della Lega Serie A, lei come la vede?
    "Questo è un discorso che ognuno fa a casa propria, come crede: la proposta della Lega vale fino a un certo punto. Le società hanno rapporti importanti con i loro giocatori, un dipendente deve rispondere a quello che decide il proprio datore di lavoro. Da questo punto di vista la Juve è stata un esempio: ognuno decide a casa propria, l'AIC da questo punto di vista non ha voce in capitolo".


    Cosa ne pensa dei giocatori della Juve, come ad esempio Ronaldo e Douglas Costa, che sono tornati a casa nonostante l'emergenza virus e la quarantena? 
    "Non avevano il virus, hanno chiesto il permesso di tornare a casa e la società glielo ha accordato. Sinceramente non ci vedo niente di strano".


    Chiudo con una domanda sulla pubblicazione da parte sua su Twitter delle intercettazioni telefoniche di Meani con l'arbitro De Santis prima e dopo Fiorentina-Milan del 2005. Voleva mandare un messaggio a qualcuno?
    "Io non ho bisogno di mandare messaggi a nessuno, riporto solo la realtà: Calciopoli è stata una grossa farsa, non lo dico solo io, lo dicono tutti. Siccome quando si parla di certe cose bisogna essere documentati, ho voluto mostrare che se pubblico un'intercettazione con giorno e ora, corrisponde alla verità. Ormai Calciopoli è il passato, ma la realtà va ancora riportata. Se qualcuno ha qualcosa da eccepire, perché non mi querela? Non lo fanno perché sanno che ho ragione".

    @AleDigio89

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