Napoli bello ma impreciso: festa rimandata, è una mezza delusione
L’avvio del Napoli è di quelli che mettono speranza, però. Sembra esserci, stavolta, con la testa, a conferma che rispetto al campionato la Champions è proprio un’altra cosa. E, infatti, ci va subito deciso, il Napoli. Tant’è che Coronel già dopo quattro minuti deve superarsi per annullare la specialità di casa Insigne: il tiro a giro. Cinque minuti dopo, invece, è Zielinski che gli fa la grazia sprecando da vicino una palla gol facile facile. Tira altissimo, l’azzurro e non si capisce come abbia potuto. Vabbe’, pazienza. Perché la sensazione è che il Napoli padrone del gioco e del pallone possa passare da un momento all’altro. E invece no. Invece il destino perfido è in agguato. E ha nome e cognome quel destino: Kalidou Koulibaly, il quale conferma d’essere protagonista d’una stagione disastrosa. E’ lui, infatti, a mettere giù in area di rigore Hwang (11’) sbagliando tempo e posizione. Rigore sacrosanto. Rigore regalato. Rigore che Haaland non sbaglia di sicuro. Ed è così che il Salisburgo arrivato a Napoli con una difesa a cinque sperimentata solo un paio di volte in campionato a casa sua, ovvero con una formazione più guardinga per tenere a bada i quattro attaccanti azzurri, si ritrova subito in vantaggio.
Incredulo, il Napoli, che già si porta sulle spalle il peso di polemiche e di punizioni e l’ombra d’una brutta crisi in campionato. Ma il Napoli trova immediatamente la forza di reagire. E di sbagliare, come gli capita spesso. Troppo spesso. La reazione, però, c’è. Subito. Mortificata soltanto dal palo che un minuto dopo il gol di Haaland nega il pareggio a Callejon puntale di testa sul suggerimento del capitano azzurro. Sì, il gol del Salisburgo scatena gli attaccanti di Ancelotti. Ma Insigne (23’) arriva mezzo storto sull’assist di Callejon e sfiora solo il comodo tocco; Lozano (24’) si vede deviato il destro da Coronel; ancora Insigne (33’) spara ai piccioni un pallone che meritava miglior sorte e poi (42’) è Fabian a chiudere in malo modo una bella combinazione Lozano-Insigne. Ma ci crede, il Napoli. Perché quando il pallone è là davanti l’impressione è che qualcosa di buono possa anche accadere. E, infatti, (43’) Insigne pesca Lozano in verticale e stavolta il destro del messicano non perdona. E’ il primo gol al San Paolo per questo giovanotto costato tanto a De Laurentiis e sino a ieri capace di collezionare solo delusioni ed improperi. In questa notte di Champions, invece, Lozano diventa gran protagonista. Lui e Insigne i più bravi. Ma si danno da fare con impegno anche Callejon, Fabian e Zielinski. E pure Mertens. I guai, invece, sono concentrati tutti là: in difesa. Un disastro veramente. Tant’è che il San Paolo trema ogni volta che vede qualcuno del Salisburgo arrivare dalle parti di Meret. In verità, non è che il portiere del Napoli abbia troppo da temere perché Hwang, soprattutto lui, è fiacco nel tiro e soprattutto nella mira, ma sono i difensori azzurri e in particolare i due centrali a far paura.
Comunque sia, il pari a fine primo tempo rincuora lo stadio intero. Anche se il secondo - con Luperto al posto d’un dolorante Mario Rui e Mwepu per Pongracic - ricalca molto quello che s’era visto già. Per poco, infatti, il Salisburgo ora con la difesa a quattro e quindi più “denso” a centrocampo, non approfitta col solito Hwang (54’) d’un involontario tocco all’indietro di Mertens, mentre il Napoli, assai più pericoloso, sbaglia ancora di poco con Lozano (58’) e poi trova pronto Coronel sul destro di “Ciruzzo”.
Insomma, non è una partita che addormenta, questa. Anche perché sanno bene, il Napoli e il Salisburgo che un punto ciascuno non serve a nessuno. Non serve al Napoli per conquistare gli ottavi e non serve alla squadra di Marsch per rimettersi in gioco nel girone. Infatti, tutti e due gli allenatori provano a cambiar qualcosa. Ancelotti richiama Mertens e “libera” Milik, mentre l’americano d’Austria toglie Haaland (scomparso dopo il rigore del vantaggio) e s’affida a Daka. Due squadre che vogliono vincere: questo è il senso delle sostituzioni. Però, alla fine, non cambia proprio niente. Daka quasi non si vede e Milik anche. Tant’è che le ultime occasioni azzurre capitano sulla testa di Llorente entrato proprio nel finale al posto di Mertens. Due colpi di testa e due illusioni. Pazienza, bisogna aspettare ancora per far festa. Per il Salisburgo, invece, il pari è pure peggio. La speranza di recuperare, infatti, s’è quasi persa sul prato di Fuorigrotta.
IL TABELLINO
Napoli-Salisburgo 1-1 (primo tempo 1-1)
Marcatori: 11' pt Haaland (rig.), 44' pt Lozano
Assist: 44' pt Insigne
Napoli (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui (1' st Luperto); Callejon, Fabian Ruiz, Zielinski, Insigne; Lozano (41' st Llorente), Mertens (28' st Milik). A disp. Ospina, Elmas, Hysaj, Manolas. Allenatore: Ancelotti.
Salisburgo (5-3-2): Coronel; Kristensen, Pongracic (1' st Mwepu), Wober, Onguéné, Ulmer; Minamino (16' st Ashimeru), Junuzovic, Szoboszlai; Haaland (30' st Daka), Hwang. A disposizione: Kohn, Vallci, Koita, Ramalho. Allenatore: Marsch
Arbitro: Marciniak (POL)
Ammoniti: 4' pt Onguéné, 26' pt Zielinski, 37' pt Pongracic