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  • Napoli, con Ancelotti un Verdi alla Kakà

    Napoli, con Ancelotti un Verdi alla Kakà

    • Luca Bedogni

    Un giochino che si può fare senza risultare troppo fantasiosi o visionari è quello di collocare la versione di Mancini su Verdi in prospettiva Napoli. Ecco le parole del neo commissario tecnico azzurro, alla vigilia della partita con l’Olanda disputatasi il 4 giugno: "Può fare l’esterno ma... io credo che Verdi sia di base un giocatore che può giocare dietro alle punte. Credo che quello sia il suo ruolo più naturale. Però penso che possa diventare anche un buon interno di centrocampo, se inizia a pensare anche in questo modo. Perché ha qualità, classe e tecnica. Ci darebbe la possibilità di avere una squadra anche più offensiva...". Dunque, dunque, ragioniamo un po': Mancini probabilmente si è figurato qui una possibile (e auspicabile) convivenza tra giocatori come Insigne, Verdi, Bernardeschi/Chiesa, dietro a un ritrovato Balotelli. Le soluzioni, per conseguenza, non potranno essere che due nella sua mente: o 4-2-3-1 con sacrificio di un centrocampista o 4-3-3, con Verdi addirittura mezzala. Un "problema" d'abbondanza che sembra profilarsi anche in casa del Napoli, per certi versi, malgrado le insistite voci di mercato su Callejon e Mertens. Un "problema", che senz'altro si farebbe volentieri anche Carletto Ancelotti, abituato com’è a schierare prima di tutto tanta qualità, per poi aggiustarle addosso il vestito tattico migliore, a seconda del contesto. Guarda caso, negli ultimi anni il modulo prediletto dal tecnico di Reggiolo è stato il 4-2-3-1, combinato o alternato al 4-3-3. La domanda da porsi allora è questa: Ancelotti vede in Verdi quel che vedeva Sarri o dovrà convertire al suo credo un giocatore acquistato sulla scia di un'impostazione di gioco precedente? E se dovesse partire il solo Callejon, in un ipotetico 4-2-3-1 chi farebbe il trequarti tra Verdi e Mertens?  Il caso Verdi ci dà la possibilità di vedere in quanti e quali modi Ancelotti proverà a gestire la pesante eredità di Sarri. Del resto, uno che si è seduto sulla panchina del Real Madrid dopo Mourinho, su quella del Bayern dopo Guardiola, dev'esserci abituato. 


    CHRISTMAS TREE – La via più conservativa consiste nel tramutare a poco a poco il 4-3-3 di Sarri in un 'albero di Natale' (4-3-2-1), chiedendo ai due esterni (Insigne da una parte e Verdi dall’altra) di stringere molto sotto la prima punta (Mertens o Milik o Mister X..). Abbiamo usato Italia-Olanda come laboratorio di studio, perché in fondo la filosofia di Mancini non si discosta poi molto da quella di Ancelotti. Ricordate il suo Milan? Con Kakà e Seedorf dietro Inzaghi? La tipologia delle mezzepunte a disposizione era diversa, starete pensando: se il brasiliano e l’olandese erano l’ uno un trequartista puro e l’altro un centrocampista, Insigne e Verdi sono più degli esterni, che in determinate situazioni di gioco vanno a occupare la trequarti, i cosiddetti Half-Spaces. Stando a Mancini, in realtà, il ruolo "più naturale" di Verdi è dietro le punte.   

    Napoli, con Ancelotti un Verdi alla Kakà

    CALLEJON/VERDI: SENZA PALLA – L'esempio che sto per sottoporvi ora, è emblematico nel tracciare una differenza tra un Napoli con Callejon e un Napoli con Verdi, supponendo invariato il centrocampo a tre. Ormai sappiamo tutti qual è il movimento più rappresentativo dello spagnolo quando Insigne si accentra palla al piede: un bel taglio sul secondo palo, a sorprendere il terzino avversario. Lancio di Insigne e conclusione al volo. Ma come si è comportato Verdi il 4 giugno quando Insigne si accentrava? Dal momento che stringeva molto abbandonando la fascia destra, tagliava addirittura oltre l’asse centrale del campo. Incrociava con Belotti da trequartista, quasi da seconda punta. Spettava al Gallo attaccare il secondo palo, al terzino Zappacosta l’ampiezza.  

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    Ma questa prima via che Ancelotti potrebbe perseguire dipende molto da quello che chiamerei "effetto Jorginho" (vedi Pirlo, nel parallelo col Milan). Ora, il regista italiano, si sa, è sul punto di lasciare il bel golfo per approdare al Manchester City di Guardiola. Nel caso andasse in porto l' operazione, il 4-3-3 ereditato da Sarri, automaticamente, subirebbe un duro colpo. Ancelotti a quel punto potrebbe richiedere, come pare stia già facendo, un centrocampista meno specializzato nel tiki-taka ma in fin dei conti più duttile rispetto al fiorettista italo-brasiliano. In sostanza un regista che sia anche capace di sostenere il 4-2-3-1. 

    VERDI NEL 4-2-3-1 – Va ricordato che, con Donadoni, nel Bologna, Verdi non ha giocato solo nel 4-3-3, da esterno. E' stato spesso schierato come seconda punta nel 3-5-2, cosa che può averlo aiutato a interiorizzare meglio movimenti come questo.   

    Napoli, con Ancelotti un Verdi alla Kakà

    Dunque se il Napoli di Ancelotti dovesse sviluppare l’eredità di Sarri a partire dal modulo B (quello che Sarri adottava in corso d’opera e quasi contro voglia), resta da capire se sarà Verdi a fare il trequarti o sarà Mertens. Se poi Ancelotti volesse schierare il belga da prima punta rinunciando all’ariete Milik (o Mister X..), Verdi potrebbe sempre giocarsela con la mezzala riadattata a trequartista Zielinski. Ma questa soluzione presupporrebbe comunque la presenza di un’altra ala destra (Callejon? Politano?). A meno che Ancelotti non riporti Mertens in fascia, cosa da non escludere a priori.    


    MEZZALA? – Detto questo, in quale misura Ancelotti potrebbe convertire l’intuizione avuta da Mancini riguardo Verdi mezzala? Nella misura in cui, nel calcio contemporaneo, la mezzala nel 4-3-3 svolge grosso modo i compiti del trequartista nel 4-2-3-1, e viceversa. Guardate qui sotto dove si trova Allan durante una triangolazione Insigne-Jorginho in Sassuolo-Napoli. Ora c’è lui, in quella zona, ma nel gioco di Sarri al suo posto potevano esserci benissimo o Zielinski o Hamsik

    Napoli, con Ancelotti un Verdi alla Kakà

    E più o meno nella stessa posizione di Allan qui sotto chi ci troviamo, nel laboratorio di Italia-Olanda? Proprio Verdi. L’esterno del tridente a cui Mancini chiedeva ripetutamente di andare a insidiare la trequarti avversaria.  

    Napoli, con Ancelotti un Verdi alla Kakà

    L'intesa tra Insigne e Verdi, come vedete, è già sbocciata. Ed è di natura diversa rispetto all’asse 'Insigne-Callejon' costruito pazientemente da Sarri. L'ambidestrìa del talento classe '92, in tutto questo, gioca un ruolo determinante. E’ un tratto distintivo, un ventaglio di nuove possibilità.  

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