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  • Nessuna in Italia gioca come l'Atalanta: la Samp saluta l'Europa senza rimpianti
Nessuna in Italia gioca come l'Atalanta: la Samp saluta l'Europa senza rimpianti

Nessuna in Italia gioca come l'Atalanta: la Samp saluta l'Europa senza rimpianti

  • Renzo Parodi
    Renzo Parodi
Spettacolare Atalanta. Vince sul campo della Sampdoria (2-1) e dimostra di essere una grande squadra. Chapeau. Onore anche alla squadra di Giampaolo. Ha dato il meglio di sé, ma non è bastato. Non poteva bastare al cospetto di un'avversaria superiore per organizzazione di gioco, forza fisica, corsa, talenti individuali. Il suo pubblico, che l'ha generosamente sostenuta in tutta la gara, l'ha capito e alla fine l'ha applaudita con convinzione. L'Europa si allontana ma quando si è dato tutto non c'è spazio per le recriminazioni. L'Atalanta gioca il miglior calcio in Italia, assieme al Napoli. Si fatica a trovarle dei difetti. Ha vinto grazie ai gol dell'ex Zapata, l'aitante bomber colombiano sì, rappresenta un rammarico per Ferrero & C che se ne sono sbarazzati in estate, e di Gosens. In mezzo, il provvisorio pareggio siglato su calcio di rigore da Quagliarella e concesso dall'arbitro Fabbri per una ingenua quanto vistosa trattenuta di Gomez ai danni di Gabbiadini ai margini interni dell'area di rigore. Su un pallone conteso ma innocuo. Il giovane Fabbri, molto tenuto in considerazione dai vertici arbitrali, ha diretto all'inglese. Anche troppo, a volte. Permettendo all'Atalanta rudezze che avrebbero meritato sanzioni. Ha espulso Gasperini, imbufalito per il calcio di rigore concesso alla Sampdoria e protagonista di uno spiacevole episodio. Uscendo dal campo ha allontanato con uno spintone il segretario generale del club ligure, Ienca, che è finito a terra. I due oltretutto si conoscono dai tempi in cui entrambi lavoravano al Genoa. Tornando a Fabbri, quattro ammoniti (Murru, Ramirez, Zapata e Freuler) non rendono l'idea di un match a tratti furente e sempre molto spigoloso.
  
Le reginette del campionato erano chiamate a regolare i conti e decidere quale delle due, Atalanta o Sampdoria, continuerà ad avere la vista aperta sull'Europa. I bergamaschi - sconfitti 0-1 nel match d'andata - in partenza osservavano i rivali due gradini più in alto in classifica, 41 punti contro 39. Profumo di gol, al "Ferraris", dunque tra due squadre che hanno nel dna la vocazione a cercare sempre la vittoria attraverso il gioco. Giampaolo ha recuperato Ramirez e Tonelli per la panchina, Ekdal rientra dalla squalifica al posto di Vieira, ottimo nella gara vittoriosa di Ferrara, Sala viene preferito a Bereszynski e il bergamasco Gabbiadini a Defrel. La Sampdoria indossa la tenuta storica dell'antenata Sampierdarenese (120 anni dalla fondazione): maglia bianca con striscia orizzontale rossonera, calzoncini e calzettoni neri. L'Atalanta è in nerazzurro casalingo. La squadra ospite si presenta quasi nella sue edizione migliore. Quasi perché Gasperini deve fare a meno dell'acciaccato Toloi, ma recupera Masiello e schiera il canonico 3-4-3, che in teoria dovrebbe assicurargli superiorità di uomini nella zona mediana del campo. In realtà l'atout massimo dei nerazzurri sta nelle frecce scoccate sugli esterni, Hateboer-Gosens, col supporto dei solidissimi Freuler e De Roon e l'aiuto estemporaneo di Masiello e Mancini sono padroni delle fasce, zona del campo in cui notoriamente la Sampdoria non eccelle.

Il ritmo forsennato impresso al match dall'Atalanta inchioda all'inizio la Sampdoria nei suoi 30 metri, impedendole di uscire in azione manovrata come piace a Giampaolo, grazie appunto ai puntuali, rabbiosi (e talvolta fallosi) raddoppi operati su Ekdal, Praet, Linetty e Saponara, ridotti a liberarsi del pallone alla sanfasò, scriverebbe Camilleri, ossia come viene viene. Il fatto è che almeno nelle prime battute non c'è proprio match, la forza fisica, la corsa e l'organizzazione tattica dell'Atalanta fanno premio sul dialogo in palleggio blucerchiato, che risulta appena abbozzato e dunque inefficace. Al minuto 8' Audero, beata gioventù, calcia il pallone in rimessa addosso a Ilicic, per sua fortuna il rimbalzo è fasullo e la sfera esce a lato di un paio di metri. Brivido. Al tirar delle somme tuttavia l'Atalanta accende sì lampi corruschi dalle parti dell'aera di rigore avversaria ma la prima palla gol capita al 18' sul destro di Praet, autore di un illuminato inserimento fra i due centrali nerazzurri, la sua battuta al volo risulta completamente sballata. Non era facile fare meglio, l'assist di  Ekdal era un coniglio assai difficile da incapsulare.

Lo spettacolo è avvincente, gli slanci della squadra di Gasperini illuminano il match e piano piano anche la Sampdoria comincia a guadagnare campo, sempre meno timidamente, trovando combinazioni di gioco che costringono l'Atalanta a non sguarnire le retrovie. Allo show collabora anche l'arbitro Fabbri che sorvola su alcune situazioni chiaramente fallose da una parte all'altra, e alimenta il bel gioco, Al 23' tuttavia il fischietto ravennate sanziona un vis a vis fra Ilicic e Colley. Punizione quasi centrale dai 18 metri, se ne incarica lo sloveno (assai fischiato dal pubblico per aver scelto nell'estate 2017 l'Atalanta dopo essere stato vicinissimo alla Sampdoria). Pallone alto in gradinata. Sospinta dall'urlo del pubblico, la gradinata Sud è uno spettacolo di canti e colori, la squadra di Giampaolo trova coraggio e al 26' con un destro dai 25 metri di Ekdal spaventa Gollini, il pallone sfila a lato dando l'impressione del gol. A metà tempo il match torna in equilibrio e alla mezz'ora un'incursione di Praet serve Quagliarella sagacemente tocca indietro per Gabbiadini, il cui sinistro pare destinato in fondo al sacco senonché il pallone incontra il deretano del capitano blucerchiato e il gol sfuma.

Replica Atalanta, cross di Hateboer, Andersen in scivolata neutralizza la deviazione sottomisura dell'ex Zapata. I nerazzurri del Gasp fanno la collezione di calci d'angolo, si accendono mischie laocoontiche in area di rigore, spunta qualche innocuo colpo di testa (Mancini, Zapata) ma insomma il dominio territoriale degli ospiti risulta piuttosto sterile, ancorché ossessivo. E' piacevole veder giocare l'Atalanta ma anche la Sampdoria fa la sua parte in commedia e ne viene fuori un match vibrante, perennemente sul punto di sbloccarsi. Ilicic è una furia, i suoi affondo sulla fascia destra sono stilettate al cuore e buon per la Samdporia che in mezzo all'area spunti sempre un piede, uno stinco, una fronte di Andersen, Colley, Sala, Ekdal a respingere il tambureggiante assalto. E quando non ci arrivano i difensori della Sampdoria è Zapata, disturbato da Andersen, a fallire di testa il bersaglio (38'). La palla gol più nitida capita al minuto 40 a Linetty, liberato sul dischetto da un bel assist di Sala, il destro del mediano polacco è potente, Gollini ci arriva stirandosi per quanto è lungo alla respinta. Ultimo atto del primo tempo, in un allungo nell'abbozzo di un contropiede, Saponara colla a terra. Problema muscolare, tocca a Ramirez. Al riposo si contano quatto palle-gol per la Sampdoria, due per l'Atalanta. Strano sport, il calcio. A volte chi più mastica gioco non raccoglie in proporzione.

Ripresa, pronti via. Due minuti e Gomez "scherza" Ekdal, gli ruba palla, trancia il campo con sessanta metri di corsa e in area appoggia su Ilicic, appena decentrato a destra, Audero è un gatto e vola in uscita bassa a catturare il pallone appena calciato dal granatiere sloveno. Subito dopo Sala si immola contro il palo per impedire a Gosens di ribadire in rete un assist di Hateboer. E' il preludio del gol dell'Atalanta. Zapata si avventa su un morbido pallone servito da Ilicic, il colombiano "brucia" Andersen e Colley a tenaglia e ciabatta dentro: 1-0 Atalanta. L'ex Zapata festeggia con i compagni, eccome se festeggia. Il match si accende vieppiù, l'Atalanta gioca e picchia, picchia e gioca. Fabbri come detto fa l'inglese, nel senso che tollera tanto, troppo (un tremendo pestone e Ramirez, ad esempio) salvo ammonire Murru che aveva segato Mancini. Il pubblico si imbufalisce. Troppo poco e troppo tardi. La Sampdoria prova a riordinare le fila e le idee. Il match ora è asperrimo, spigoloso e sempre palpitante, Sala, risente della botta contro il palo e deve lasciare il posto a Bereszynski, Giampaolo si brucia così la seconda sostituzione.

Tra i tanti, il segreto dell'Atalanta è il movimento da orologio svizzero di tutti e undici i ragazzi del Gasp, il folletto Gomez non di rado si abbassa a dar manforte alla linea mediana, rimpolpandola con tackle sul portatore di palla che non sarebbero nel suo repertorio di fantasista emerito. Il tono atletico dei centrocampisti, la proprietà tecnica che accomuna i difensori ai colleghi degli altri reparti compone un mix formidabile. Eppure, eppure, il calcio è matto... Proprio Gomez si avventa su un pallone proveniente dal corner e per raggiungerlo abbraccia e trascina a terra Gabbiadini che aveva avuto la medesima idea. Fabbri indica il dischetto. Proteste, Gasperini dà in escandescenze, urla e si si dimena. L'arbitro richiamato dal quarto uomo, Marinelli, lo espelle. Il tecnico nerazzurro esce imprecando: imboccato tra i frizzi e i lazzi del pubblico il tunnel che porta agli spogliatoi rifila uno spintone a Massimo Ienca, segretario generale della Samp, già con la medesima carica al Genoa quando l'allenatore era proprio Gasperini. Infine dal dischetto Quagliarella trasforma il gol numero 20 in campionato, 1-1. Spiace dirlo, Gasperini è un tecnico eccellente ma questi gesti non trovano giustificazioni.

Al 27' l'Atalanta, guidata in panchina dal vice di Gasp, Tullio Gritti, sostituisce Gomez (l'unico che non aveva protestato sul rigore) con Pasalic. Avanti tutta, dunque. Alla caccia dei tre punti sfuggiti di mano. Alla mezz'ora ci ariva vicino Ilicic, colpo di testa imperioso deviato alla disperata da Audero, ma sugli sviluppi dell'azione da destra l'assist di Hateboer, corretto da Audero, purtroppo per la Sampdoria finisce sui piedi di Gosens che infila dal fondo in diagonale da posizione impossibile. Si fa per dire... L'Atalanta ha dato molto, la Sampdoria moltissimo. Giampaolo gioca l'ultima carta. Dentro Defrel per Linetty, un attaccante per un centrocampista, anche gli allenatori più tetragoni alle alchimie tattiche a volte sconfessano se stessi. E pour cause. Gritti (eterodiretto?) risponde cambiando Ilicic, stremato, con Castagne. Al 43' il colpo di testa di Quagliarella fa gridare al gol il pubblico, Gollini salva la vittoria con una parata da superman. Il finale è lirico. Fabbri concede sei minuti di recupero. a Sampdoria si avventa in blocco verso l'area bergamasca. Defrel avrebbe la palla buona ma esita un attimo e Gollini gliela soffia dai piedi. Contropiede Atalanta, Andersen rinviene su Pasalic e lo neutralizza a tre metri da Audero. Zapata fa ammonire Ramirez, l'Atalanta si copre ancora togliendo Gosens per Palomino. Vince l'Atalanta. Ma la Sampdoria perde la partita, non la faccia.

IL TABELLINO

Sampdoria-Atalanta 1-2 (primo tempo 0-0)

Marcatori:  4' s.t. Zapata (A), 22' s.t. rig. Quagliarella (S), 32' s.t. Gosens (A)

Assist : 4' s.t. Ilicic (A). 

Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Sala (14' s.t. Bereszynski), Andersen, Colley, Murru; Praet, Ekdal, Linetty (39' s.t. Defrel); Saponara (46' p.t. Ramirez); Gabbiadini, Quagliarella. All. Giampaolo.

Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Mancini, Djimsiti, Masiello; Hateboer, Freuler, de Roon, Gosens (47' s.t. Palomino); Gomez (27' s.t. Pasalic); Ilici (42' s.t. Castagne), Zapata. All. Gasperini.

Arbitro: Michael Fabbri della sezione di Ravenna.

Ammoniti: 8' s.t. Murru (S), 46' s.t. Ramirez (S), 50' Zapata (A), 51' s.t. Freuler (A). 

Espulsi: 20' s.t. Gasperini (A)

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